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Sardegna e Libertà

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Categoria: Editoriale

Il lavoro e la fatica creano futuro senza fare rumore. Con un grazie a Gigi Riva

Posted on 12 Febbraio 201712 Febbraio 2017 By Paolo Maninchedda 1 commento su Il lavoro e la fatica creano futuro senza fare rumore. Con un grazie a Gigi Riva

di Paolo Maninchedda
Un giorno un editore importante mi ha detto:
«Non capisco i giornali che si trasformano in bollettini di disgrazie costanti e perduranti. Perché la gente dovrebbe comprarli?».
La mia risposta fu banale: «Perché nella Repubblica italiana più che altrove si ritiene erroneamente che faccia più rumore un albero che cade che una foresta che cresce!».
Faccio un esempio. In Sardegna qualche settimana fa è caduto un metro e mezzo di neve. Ne sono seguite polemiche accese e, bisogna dirlo, non tutte infondate. Tuttavia bisognerebbe andare a cercare un termine di paragone per verificare se noi sardi abbiamo reagito bene o male a quell’emergenza. Nei giorni scorsi New York si è bloccata per 30 centimetri di neve e ha cancellato 3000 voli di linea. I bilanci dell’efficienza sono, mutatis mutandis, a favore dell’efficienza dei sardi, ma nessuno lo ha detto o notato.
Gli organi di informazione sono precipitati nel pozzo nero del lamentismo militante pessimistico e possibilmente iperlocalistico. Bisogna andare oltre. Bisogna costruire un’etica della comunicazione che non urla, non prevarica, che fa parlare, respirare, creare. Oggi è anche impossibile fare un’intervista, perché ciò che costantemente emerge non è il punto di vista dell’intervistato ma del giornalista. Un’intervista vecchio stampo è invece questa, dedicata a Gigi Riva, grande compagno dei miei sogni di bambino. L’ultima risposta è un vademecum per le persone normali, per tutti quelli che non sono eroi ma che cercano faticosamente di comportarsi ‘benino’.

Editoriale, Indipendenza, Informazione, Infrastrutture, Politica

Quando si convoca il popolo?

Posted on 9 Febbraio 20179 Febbraio 2017 By Paolo Maninchedda

di Paolo Maninchedda
Mentre ieri ero impegnato, come ormai da giorni, a consultare avvocati sulla complessità della mia vita amministrativa di Assessore – l’unico senza polizza assicurativa per protesta contro i nuovi Dracula – nella Repubblica italiana (è un’attività non scritta ma che occupa molto tempo ed è titolata dai dirigenti regionali “ad culum parandum”); mentre dunque ero impegnato anche a ingoiare veleno e a mantenere la calma, in Consiglio tornava la politica con la P maiuscola.
Ieri Franco Sabatini e il nostro Gianfranco Congiu hanno discusso duramente su un tema: per che cosa si convoca il popolo?
(…)
Quando sono venuti a chiedermi se sarò candidato alla presidenza della Regione (alla scadenza di questa legislatura) io ho sempre risposto che non ero interessato a candidature in un quadro politico ordinario, cioè con le frontiere tra i partiti (e nella società) della vecchia cultura politica italiana, con le stesse immarcescibili strutture organizzative dei partiti, ma soprattutto ho sempre detto che non avrei mai accettato una candidatura che non avesse due caratteristiche: un obiettivo nazionale sardo di profondissimo e durissimo cambiamento dell’organizzazione dei poteri sardi e dei diritti e dei doveri della Sardegna; una strategia di mobilitazione nazionale della società sarda permanente per la conquista della nostra felicità civile. La strada è quella di Gandhi: autodisciplina, competenza, capacità e tanta mobilitazione. Non si diventa uno Stato senza fatica.

Editoriale, Fisco, Indipendenza, Politica

La paura del futuro e la tentazione del disordine

Posted on 19 Gennaio 201719 Gennaio 2017 By Paolo Maninchedda 2 commenti su La paura del futuro e la tentazione del disordine

di Paolo Maninchedda
Il sentimento più diffuso in Sardegna è la paura del futuro.
Tutto sembra sbagliato, disordinato, incapace di rispondere ad attese e cambiamenti.
Con gli occhi perennemente cerchiati di nero ogni cambiamento, pur reale, non risulta essere visibile.
Faccio degli esempi che mi riguardano così evito di pestare i calli a chicchessia.
Ricordo tutto questo per condividere la severa disciplina psicologica che ogni giorno mi impongo: decidere ogni giorno che cosa si fa in più rispetto al giorno prima e non guardare mai la montagna di cose che restano da fare per rimanerne annichiliti. La seconda operazione che faccio è difendermi dai protestari di professione: c’è tanta gente che non indica soluzioni, non esplicita mai che cosa ha fatto in prima persona per affrontare un problema e che cosa intende fare per il futuro, ma semplicemente protesta, pensando che la denuncia in sé determini la soluzione. Mentre con queste persone parlo, discuto, cerco di offrire punti di vista differenti, con i politici che pensano di guidare la protesta per conquistare l’egemonia dello Stato – conducendo le folle inferocite alla vittoria e portando se stessi al potere -, con questi combatto.

Editoriale, Elezioni, Politica

I corvi sanitari e le intelligenze perdute

Posted on 17 Gennaio 201717 Gennaio 2017 By Paolo Maninchedda 1 commento su I corvi sanitari e le intelligenze perdute

di Paolo Maninchedda
Mentre la politica sarda si impegna ad affidare i certificati medici agli uccelli del malugurio, nel mondo succedono cose per noi molto rilevanti.
La parola chiave è la degenerazione del concetto di concorrenza.
Nelle università italiane si ripete ormai da decenni che la concorrenza è tutto, che competere è la vita, che la qualità dipende dalla qualità della competizione. Nelle università italiane si è insegnato che la globalizzazione è comunque un’opportunità, che bisogna prendere atto che tutto nel mondo è integrato e che i prezzi e i valori si decidono sul piano planetario.
Adesso ci si comincia a svegliare e a scoprire:
1) che l’effetto di tutto questo è che i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri; 2) che la corsa al prezzo più basso a prescindere dalle condizioni generali (diritti, garanzie,

Economia, Editoriale, Politica, Politica estera

Il coraggio di un pensiero politico socialista per la Sardegna

Posted on 3 Gennaio 20173 Gennaio 2017 By Paolo Maninchedda

di Paolo Maninchedda
Mai nascoste le radici del sistema politico-culturale che cerco di tenere sempre a mente.
Sono sostanzialmente cinque: un’ evoluzione personalissima del giusnaturalismo, il libertarismo, il socialismo democratico, la laicità dello Stato della tradizione liberale, il solidarismo cristiano.
Data questa premessa, non stupirà ciò che sto per dire. Noi abbiamo bisogno di un periodo di media durata di interventi pubblici in economia.
Un cambiamento di sistema è impossibile affidandosi al laissez faire verso i mercati o semplicemente alle strategie di singole imprese private.
Faccio un esempio. La connessione indispensabile per noi tra il turismo, la valorizzazione del territorio e l’agroalimentare, non si può realizzare senza un grande piano di investimenti pubblici e di massicci interventi in economia.
Ancora: non è possibile trasformare l’isola in una grande destinazione per la qualità della vita, il benessere, i beni culturali e ambientali, e non orientare in modo radicalmente diverso il nostro sistema formativo. Qual è l’orizzonte culturale di riferimento che meglio è in grado di interpretare sfide così grandi? A mio avviso è quello del socialismo riformista. Ma in Sardegna questa tradizione di pensiero – cui si deve, per esempio, il grande investimento sul CRS4, da cui poi sono nate Video on line e Tiscali ecc. ecc. – non è riconosciuta come di valore strategico nazionale, a differenza dell’autonomismo burocratico che è proprio ciò che ancora oggi consuma ricchezza senza produrne.

Economia, Editoriale, Europa, Politica, Stato sardo

La sproporzione tra il nostro desiderio e il nostro limite

Posted on 23 Dicembre 201623 Dicembre 2016 By Paolo Maninchedda 2 commenti su La sproporzione tra il nostro desiderio e il nostro limite

di Paolo Maninchedda
Auguri a tutti.
Non è obbligatorio essere felici a Natale. La felicità non ha un calendario e tendenzialmente è propria degli attimi, non dei giorni.
Gesù non è nato il 25 dicembre e tutti lo sappiamo. Però sappiamo altrettanto bene che è nato davvero.
Noi siamo esseri eterni che fanno, per motivi incomprensibili, un’esperienza materiale, un’esperienza di prigionia dentro bisogni biologici, piaceri fugaci e più o meno nobili, malattie, precoccupazioni, lotte inutili, stupide gare di gerarchia e di ruolo.
Dentro questo pasticcio, amiamo.
Dentro questo pasticcio, sentiamo un desiderio di compimento, di eternità e di diversità da ciò che siamo che nessuno riesce a colmare.
Questa sproporzione tra ciò che siamo e ciò che sentiamo come nostro destino naturale è la radice della bellezza dell’umanità.
Nella nostra drammatica e immeritata imperfezione brilla un desiderio struggente di felicità.
Ascoltate e guardate Hallelujah di Cohen cantata da questa bambina autistica (cliccate qui) al perché il dio cristiano ha sempre comunicato di non essere fuoco ma brezza.

Editoriale, Politica

I ricchi votano SÌ e pretendono obbedienza. Chi è in difficoltà ed è libero vota NO.
Regole e video per non farsi manipolare

Posted on 27 Novembre 201628 Novembre 2016 By Paolo Maninchedda

di Paolo Maninchedda
Mai vista una pressione propagandistica del Governo italiano sulle masse così articolata, capillare, ossessiva, ripetuta e martellante come quella che l’insieme degli apparati di Stato, la Rai, Mediaset, la stampa veramente di regime (si pensi al giornale unico Repubblica-Corriere-La Stampa), stanno mettendo in atto per indurre la gente a votare SÌ.
Bisogna ribellarsi alla manipolazione. Bisogna resistere.
È in atto un vero colpo di Stato delle coscienze che meriterebbe una grande resistenza politica e morale.
Ho fatto la mia scelta in Africa nel 1982: non sto con banche e finanzieri, sto con l’altra parte del mondo, con chi produce ricchezza, con chi lavora, con chi educa, con chi ama e non si approffitta degli altri, con chi pretende di difendere la propria libertà, la propria intimità, la grandezza, unicità e intimità della propria anima. Uso per combattere l’unico potere di cui realmente dispongo: questo sito.
Le dieci regole della manipolazione: conoscerle per difendersene

Cultura, Economia, Editoriale, Informazione, Lavoro e impresa, Politica, Privacy

Il fermo biologico del referendum: il problema non è alzarsi presto, ma all’ora giusta

Posted on 8 Novembre 20168 Novembre 2016 By Paolo Maninchedda 2 commenti su Il fermo biologico del referendum: il problema non è alzarsi presto, ma all’ora giusta

di Paolo Maninchedda
Ieri è emersa dall’assemblea del Pd un’indicazione chiara: fino al referendum non si parlerà non solo di rafforzamento (ma va anche considerata l’altra opzione, quella dell’alleggerimento) della Giunta, ma anche di tutte le altre cose salienti.
In sostanza il Pd ha proposto che l’ultimo mese di campagna elettorale non venga disturbato da altre emergenze.
Il problema è che le emergenze ci sono tutte e non hanno l’orologio biologico del referendum, per cui il 5 dicembre, quando ci sveglieremo da questa orgia di mistificazioni e di veleni di cui si sta riempendo il dibattito referendario, ci troveremo di fronte a situazioni incancrenite e per di più in un contesto drammatico.

Economia, Editoriale, Fisco, Politica, Stato sardo

Questi siamo noi

Posted on 5 Novembre 20165 Novembre 2016 By Paolo Maninchedda 3 commenti su Questi siamo noi

di Paolo Maninchedda
In che anno siamo? Iniziamo da qui.
Siamo forse nel dopoguerra?
No, siamo 71 anni dopo. Che significa?
Significa che gli analfabeti in Sardegna praticamente non esistono; significa che abbiamo migliaia di laureati e di diplomati, una buona minoranza dei quali, sufficiente alle funzioni di governo della Sardegna, hanno più successo altrove che in patria; significa che ogni suggestione industrialistica e dirigistica è finita; significa che la terra, oggi, non è più sinonimo di arretratezza contadina ma di opportunità e di salute; significa che il sapere non è più distinto in scientifico e umanistico, ma è uno, con il mondo delle scienze esatte che guarda all’immaginazione come alla migliore delle sue risorse (sicut Einstein docet); significa che l’innocenza della Sinistra e l’arroganza della Destra italiane sono finite con una guerra – gli anni del terrorismo – e con un omicidio di Stato, quello di Moro; significa che noi abbiamo visto fallire gli anni dell’Autonomia, trascorsi in dissipazioni e trionfalismi, in egemonie oligarchiche e in carriere personali

Cultura, Economia, Editoriale, Politica, Stato sardo

Da “The young Pope” agli errori giudiziari, dai linciaggi di stampa a Napalm 51

Posted on 23 Ottobre 201623 Ottobre 2016 By Paolo Maninchedda

di Paolo Maninchedda
Il Vangelo di oggi agita tanti fantasmi civili, scuote alle fondamenta l’ipocrita cultura italiana in cui, ahimé, siamo cresciuti. Ne riporto il testo: (…) Verremo giudicati, questo è il primo punto. E già su questo ci sarebbe da ridire. L’uomo non ha sempre pensato di essere giudicato al termine della sua vita. Anzi, per un lungo periodo ha ritenuto che la vita non fosse sua davvero, ma che in realtà si trattasse di un copione scritto da altri di cui ciascuno è solo un interprete, come può esserlo un bravo e convincente attore. Come si sarebbe potuto giudicare un attore per aver interpretato un copione non scelto? Certi studi sul cervello e sul patrimonio genetico di ciascuno inducono a pensare che i copioni esistano. (…)
La piccola borghesia italiana ha formato i bambini sul libro Cuore e gli adulti sul rancore.

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Referendum: un nobile ma duro confronto. Video

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Ci sono ancora dei particolari da mettere a punto, ma sostanzialmente il nuovo layout è pronto.

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