Categoria: Infrastrutture
Bosa: acqua poca, memoria corta e tanta birra
L’Unione Sarda ha pubblicato un servizio sulle acque basse e sempre meno navigabili del Temo, il fiume di Bosa; causa ufficiale: il mancato dragaggio. (…)
Forse sarebbe stato il caso di lavorare sull’acquisizione e l’utilizzo di queste risorse e pulire il fiume, piuttosto che avventurarsi in acrobazie amministrative per non fare i canali che servono a Bosa per non allagarsi e giungere addirittura a teorizzare di riportare l’acqua nel canale tombato di via Lamarmora, cioè dentro la città.
I sardi, i francesi, gli aerei e le strade
Per le strade, per gli aerei, per la sanità, noi sardi dovremmo fermarci e organizzare uno sciopero sociale. Sindacati, Coldiretti, Associazioni varie (escluse quelle che prendono soldi a sbaffo grazie all’amicizia dei consigliere regionali), tutti insieme dovremmo fare uno sciopero alla francese, non contro tutti, ma specificamente contro l’Anas, contro Terna e Enel, contro la Giunta regionale e contro il Governo nazionale italiano. Questi sono gli artefici del degrado materiale della Sardegna.
Crollo a Cagliari: non è stata la mano di Dio
Non ci sono vittime.
Il sindaco di Cagliari #Truzzu ha invitato a ringraziare il Signore per la mancata strage. Ha dato così voce al senso comune che affida al buon cuore di Dio le tragedie evitate.
In realtà, immaginare gli angeli che sorreggono la struttura fino alla fine delle lezioni è confortante, ma sommamente ingiusto […]
Il #Rettore ha fatto bene ad andare subito sul posto. I comandanti fanno così: non scappano.
La politica, la giustizia e il blocco della 131 di ieri
Ciò che ieri è successo a Macomer, con il traffico della SS131 deviato dentro il paese (io ero lì, i camion passavano di fronte a casa mia) è stato ciò che era largamente prevedibile da mesi, ma se si fraintende la politica con la sartoria da lingua, inevitabilmente si viene umiliati, come accade a tutti gli adulatori, prima o poi.
Non si governano le grandi infrastrutture stradali senza un rapporto duro e dialettico con l’Anas (o con Abbanoa, o con Area ecc.). Ma serve un rapproto dialettico anche con i Prefetti (ne ricordo uno di Cagliari da manuale dello scaricabarile).
Non si governano i grandi lavori se si chiedono assunzioni di operai. Questo non lo capiscono i sindaci, che siccome vedono aprire i cantieri nei loro territori, pretendono assunzioni, cioè dipendenza.
Non si governano i grandi lavori se la magistratura non sa combattere la corruzione perché prende aglio per cipolle e viceversa.
Ne è un esempio la Sassari-Olbia, scandalosamente ancora incompiuta.
Olbia: il mondo sopra la legge
Inizia la stagione delle bombe d’acqua, non finisce mai quella della balle
Ognuno faccia finta di non vedere il nodo che tutto tiene a Olbia, tra Cipnes (che fra un po’ apre anche gelaterie), discariche trogloditiche, depuratori ancestrali, debiti, aree edificabili e non allagabili, canali tombati, alberghi costruiti sopra i canali, ponticelli non rimossi. Ognun si tenga questo inferno colorato di rosa.
Intanto l’acqua scende e quando scenderà bene, con certezza non dovranno venire a cercare me.
Cerchino il ‘sistema’. (…)
Breve incursione nelle bombe d’acqua di Sardegna e nelle balle dell’assessore dei Trasporti (…)
Una domanda alla politica locale: vi interessano di più i soldi o le persone?
C’è poi una questione non banale. Che io ricordi, il project financing a suo tempo presentato da Cellino e anche l’altra proposta presentata da un imprenditore romano non prevedevano l’apporto di neanche un euro di finanza pubblica. Oggi, rovistando tra le carte della proposta in itinere, quella dell’attuale patron del Cagliari, ho contato fino ad ora venti milioni di euro di finanza pubblica. Spero si stia scherzando. L’intero accordo di programma fallito per le case di Sant’Elia valeva 6 milioni di euro. Oggi i sardi intenderebbero regalare al patron del Cagliari venti milioni di euro per fare uno stadio, un centro commerciale e un albergo, per poi forse trovare le risorse per risanare le case popolari del quartiere? Spero non sia così perché sarebbe brutalmente ignobile e grave (…)
Piano Mancini: pensavo fosse terra e invece è politica. Nuove carte
Sono andato a vedere un altro progetto, oltre la Sassari-Olbia di cui ho già scritto, nel quale a nessuno è venuto in testa di bloccare un piano di mitigazione del rischio idro-geologico (cioè un piano che non ha come momento di partenza una condizione naturale originaria, ma una situazione alterata e complicata dall’antropizzazione con cui far di conto) perché non si dispone del contratto di conferimento delle terre da scavo, come invece è accaduto per il Piano Mancini (caso unico, deliberato senza il parere dei settoristi della Regione col solo parere del Dirigente del Servizio che stava andando in pensione)…
Anas: il giallo dell’appalto Slurp
Poi mi hanno spiegato che recentemente è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il bando per l’appello al massimo ribasso per l’attività umana di dilavazione salivare dei dirigenti Anas, dall’area cervicale ai metatarsi, con particolare cura delle falangi prossimali, intermedie e distali e con rifilatura dei letti ungueali, con prezziario annesso per l’umidazione auricolare, il pettinamento villoso e, soprattutto, il numero delle operazione ebdomadarie. È il bando Slurp; l’acronimo, ovviamente su base inglese, è spiegato nelle FAQ: Sardinian Lechinage Umidification Road Posture. E ho capito tutto (…)