I migliori sugli spalti, i faccendieri in pista
(e domani in Consiglio regionale)
di Paolo Maninchedda
Giro la Sardegna a convincere le persone serie, laboriose, competenti a candidarsi. E cosa trovo? Timidezza, eccesso di consapevolezza dei propri limiti, poca voglia di combattere e molta voglia di lamentarsi.
Mi sono sempre chiesto se la bassa qualità delle classi dirigenti sarde fosse dovuta alla crisi della scuola e del sistema formativo o alla rinuncia delle persone migliori al confronto e all’impegno politico. Sono arrivato alla conclusione che è in gran parte dovuta a un gran rifiuto. Faccio due esempi opposti.
Il bravo professore delle scuole superiori che in classe è coraggiosissimo nel criticare i difetti del ceto politico italiano e sardo, generalemnte diventa un cucciolo silente appena varca la soglia della sua aula. Torna a casa, ridiventa un leone con i suoi figli, poi si indigna di fronte alla televisione e così, con questa ginnastica morale a efficacia limitata (famiglia e scuola) ritiene di aver esaurito il suo impegno politico.