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La paura delle donne

Posted on 19 Dicembre 201319 Dicembre 2013 By Paolo Maninchedda 4 commenti su La paura delle donne

serpenteIeri mi è stato spiegato che avrei sbagliato nell’interpretazione del comma 4 dell’art.4 della Legge elettorale statutaria n.1 del 2013.
Il comma recita: “4. In ciascuna lista circoscrizionale, a pena di esclusione, ciascuno dei due generi non può essere rappresentato in misura superiore a due terzi dei candidati; si arrotonda all’unità superiore se dal calcolo dei due terzi consegue un numero decimale”.
Ovviamente non vi è alcun problema a calcolare quante donne debbano essere in lista quando il numero dei candidati è un multiplo di 3. Ma quando non lo è, allora, sostengono coloro che ieri mi hanno contestato, si deve arrotondare il decimale dei due terzi, non quello del terzo rimanente. Mi spiego con un esempio.
Nella circoscrizione del Sulcis il numero dei candidati è 5; 5 diviso 3 dà 1,6. 1,6 per 2 (calcolo dei due terzi) dà 3,2. Giacché la legge prevede che si arrotondi all’unità superiore, da 3,2 si passa a 4 e così la lista del Sulcis potrebbe essere composta da 4 uomini e una donna o (molto più improbabilmente) da quattro donne e un uomo.
La sostanza è che mentre lo spirito della legge prevede un rapporto di due terzi a un terzo, l’applicazione maliziosa del metodo di calcolo sui due terzi, riduce la rappresentanza di genere da un terzo a un quinto, nel caso del Sulcis.
Nel caso del Medio Campidano (4 candidati), si arriverebbe a tre uomini e una donna, quindi si passerebbe da un terzo previsto dalla norma a un quarto.
Nel caso dell’Ogliastra, e qui viene il bello, la rappresentanza di genere verrebbe annullata: 2 diviso 3 dà 0,6; 0,6 moltiplicato per 2 dà 1,2, arrotondato all’unità superiore dà 2. Quindi, in questo caso, la rappresentanza di genere verrebbe annullata.
Non è la prima volta che la politica sarda sfida i tribunali con le proprie interpretazioni furbesche; la storia dice che l’ha sempre presa in testa, basti ricordare la sentenza che fece azzerare la Giunta maschile di Cappellacci.
Ovviamente si tratta di scegliere: o fare liste miste e inattaccabili o prepararsi a fare liste su cui fioccheranno una marea di ricorsi (alcuni sicuramente anche nostri). Resta il fatto che le politiche di genere in Sardegna hanno veramente molti nemici, come nelle più arcaiche delle società primitive. (pm)

Politica Tags:donne, Elezioni, genere, liste, parità, parità di genere

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Comments (4) on “La paura delle donne”

  1. Rosa Maria ha detto:
    20 Dicembre 2013 alle 08:19

    Sottoscrivo in pieno quanto detto da Luca, perché la parte precettiva dell’articolo, ossia la prima, impone che sia garantito 1/3 a ogni genere, e lo stabilisce in maniera perentoria e senza eccezioni. Questa e’ la chiara e vera intenzione del legislatore, quella di imporre che tutti i generi siano rappresentati (art. 12 delle Preleggi). La seconda parte della legge non può contraddire la prima, per cui la base di calcolo deve essere la garanzia a ogni genere di almeno 1/3 e non il diritto di raggiungere i 2/3 con arrotondamenti che sopprimano quello di rappresentanza dell’altro genere sancito dalla prima parte dell’articolo.

  2. Luca ha detto:
    19 Dicembre 2013 alle 19:50

    “; si arrotonda all’unità superiore se dal calcolo dei due terzi consegue un numero decimale”
    L’interpretazione “letterale” di questa frase, mi sembra che fa conseguire ciò che hai scritto, ossia in certi casi(Ogliastra) annullamento di un genere.
    Ma visto la poca chiarezza sia letterale che matematica, della stesura della legge, l’applicazione della stessa non può essere la banale interpretazione “letterale”, ma bensì se ne dovrebbe dare più correttamente l’interpretazione “logica”, ossia data “in relazione alle intenzioni che il legislatore si era proposto”(riporto da un libro di Diritto), che sono ben chiare nella frase precedente : “,ciascuno dei due generi non può essere rappresentato in misura superiore a due terzi dei candidati;”. Ossia “le intenzioni del legislatore “ sono, senza ombra di dubbio, quelle di non far prevalere in maniera esagerata un genere sull’altro, per cui l’applicazione logica dell’ultima frase non può che essere un arrotondamento all’unità superiore del numero frazionario 1/3, ottenendo in questo caso:
    Sulcis 5x(1/3)= 1,6 -> 2 — Ossia su 5 candidati, minimo 2, massimo 3 per genere;
    Medio Campidano 4x(1/3)= 1,3 ->2 —– Su 4 candidati, minimo 2, massimo 2 per genere;
    Ogliastra 2x(1/3)= 0,6 ->1 ——- Su 2 candidati minimo 1, massimo 1 per genere.

  3. Carlo Carboni ha detto:
    19 Dicembre 2013 alle 19:05

    Metà e metà non si può qualora i candidati fossero tali da consentirlo senza troppi calcoli???? anche qui numeri….e se le persone che si candidano avessero un modo di vivere la sessualità in maniera alternativa alla tradizionale come verrebero considerate nel conteggio delle proporzioni??? Come suggerisce Antioco buon senso e basta… saluti

  4. Antioco ha detto:
    19 Dicembre 2013 alle 10:36

    Io vorrei conoscere quello che per primo ha posto il problema. Immagino che lo abbia fatto guardandosi allo specchio e che abbia pensato “che furbo che sono, adesso ve lo dimostro”. L’arrotondamento per eccesso o per difetto non puo confliggere con il buon senso ma, si sa, in politica in buon senso non ha diritto di cittadinanza

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