Skip to content
  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Cookie policy
  • Login
Sardegna e Libertà

Sardegna e Libertà

  • Home
  • Politica
  • Economia
  • Cultura
  • Lavoro e impresa
  • Cronaca
  • Salute
  • Ambiente
  • Stato sardo
  • Toggle search form

Renzi sarà vera novità? E in Sardegna: ancora autonomisti o indipendentisti in modo nuovo?

Posted on 28 Ottobre 201928 Ottobre 2019 By Paolo Maninchedda 2 commenti su Renzi sarà vera novità? E in Sardegna: ancora autonomisti o indipendentisti in modo nuovo?

Piaccia o non piaccia, chi si chiede che cosa di nuovo oggi si muova nel ventre malato della Repubblica italiana (che ha confessato tecnicamente all’Europa ma non politicamente ai cittadini che la finanziaria si regge su nuove microtasse), risponde: Renzi. Ma poi aggiunge: Forse.

Se dopo l’Umbria il Pd perderà l’Emilia, non reggerà, perché non ha pensiero. E non lo ha perché parte dall’identificazione con lo Stato italiano. Il Pd si sente lo Stato, si sente la Costituzione, è intimamente centralista, romano.

Il problema è che anche il primo Renzi aveva questa ossessione: essere lo Stato, impadronirsene, usarlo. Oggi, sembra avere qualche anticorpo in più rispetto all’ansia di potere. È tattica? È prudenza? Userebbe ancora la ferocia usata col sindaco Marino? Proverebbe nuovamente a privare la Sardegna dei pochi poteri di cui dispone come fece con i referendum che, persi, lo portarono alle dimissioni? Farebbe ancora finta di non avere ricevuto da Pigliaru e Paci il primo conteggio della storia sui costi dell’insularità e non lo trasmetterebbe a Bruxelles (perché alla fine questo occorre fare, se si parla di problemi; se invece si parla di poteri, allora l’insularità è un nome equivoco per una qu,estione democratica) come fece allora? Ci regalerebbe, per stizza, un’altra volta una sfinge inconcludente come Gentiloni?

Non lo sappiamo. Ma i primi passi di Renzi sono di uno che mette tutto in discussione, che sta sulle cose, che tiene testa al Salvini che, in versione moderata, si sta riposizionando in Italia e all’estero.

Il problema politico che Renzi può affrontare e che Zingaretti, invece, non riesce a concepire, è proprio la struttura dello Stato italiano.

Può Renzi fare un Partito Federalista Italiano quale quello da sempre vagheggiato da Cacciari? A prima vista ne è molto distante, ma se prova a fare un partito tradizionale che aspetta da fermo i naufraghi del Pd, non va lontano.

In Sardegna il Pd non solo non ha pensiero, ma non ha proprio voce. Ha posizione. La tradizione autonomista socialista è muta. L’italianismo spinto del documento sull’Autonomia varato durante le ultime elezioni regionali è un De profundis per cinquant’anni di dibattito politico dell’area riformista sarda. Può nascere dalla crisi della Sinistra italiana una Sinistra sarda nuova, affidabile nella difesa delle libertà individuali e seria nella difesa dei nuovi senza-potere e senza-ricchezza? Se nascesse, sarebbe una speranza. Ma oggi non è all’orizzonte.

Ma anche l’indipendentismo ha da riflettere. È da almeno cinque anni che vado ripetendo che se anche gli indipendentisti democratici e tolleranti come me (non ho mai detto no alle alleanze con i partiti italiani, ma non ho accettato di subordinarmici) fossero il 51% dei votanti, la Sardegna non sarebbe uno Stato indipendente. Ci si troverebbe di fronte allo stesso dilemma geopolitico della Catalogna e forse con una magistratura italiana ancor più severa e capziosa di quella che oggi viola i diritti politici e umani dei catalani reclusi.

Alla Sardegna serve, come primo passo, forze politiche orientate a concorrere a cambiare la struttura dello Stato italiano il più profondamente possibile per aumentare lo spazio dei poteri esercitati e dei diritti goduti; serve ridurre il peso di un fisco terribile e feroce; serve cambiare i luoghi delle decisioni; serve una politica dei poteri possibili ispirata da un progetto di Stato indipendente fondato e articolato in poteri giusti e adeguati.

Per un obiettivo così alto, servono alleanze larghe, ma serve soprattutto un ambiente non egemonizzato, serve un ambiente impegnato per i diritti individuali contro lo strapotere degli apparati, serve un programma molto avanzato, serve la connessione con la parte dell’Italia che ha frantumato i partiti italiani, che è il Sud, dove la fanno da padrone le liste civiche.

Serve lavorare molto nei periodi di intervallo tra le elezioni. Se la Sinistra italiana si sfascia, perde la sua ala giustizialista e egemonica e si ristruttura, può accadere, come il Principe di Salina insegna, che a guidare il nuovo processo si affermi un ceto di fatto uguale a quello che lo ha in precedenza frenato, per cui, alla fine, sulla Sardegna, si ripristinerebbe il solito presunto dialogo tra sordi.

Insomma, forse è il caso che in Sardegna si riprenda a parlare di alta politica in sedi pubbliche, aperte, anche in periodi come questo nei quali la militanza è sottilmente criminalizzata. Bisogna parlare di politica, di visioni, di orizzonti, di poteri. E combattere.

Politica, Stato Tags:Autonomia, Cacciari, Costituzione, Destra, dialogo, Elezioni, federalismo, Gentiloni, indipendentismo, magistratura, Marino, Matteo Renzi, Pd, pooeri, Salvini, Sardegna, Sinistra, Umbria

Navigazione articoli

Previous Post: Cossiga: fu vera gloria?
Next Post: Promettere le manette non fa vincere le elezioni. La disfatta Pd – Cinquestelle

Comments (2) on “Renzi sarà vera novità? E in Sardegna: ancora autonomisti o indipendentisti in modo nuovo?”

  1. BRUNO ha detto:
    28 Ottobre 2019 alle 14:36

    Molto interessante.
    Un primo capitolo introduttivo.
    Adesso obiettivi chiari e realistici in questa fase storica e precisi strumenti operativi.

  2. Mario Pudhu ha detto:
    28 Ottobre 2019 alle 07:28

    Fossis tiaimus pònnere in manera séria sas chistiones prus urzentes e graves a un’Itàlia istitutzionale a donzi modu istranza, surda, tzega, menfreghista o fintzas solu àteru, in àteru logu de sa Sardigna e mescamente pessendhe in àteru.
    E NO FUIRE dae sas responsabbilidades nostras etotu faghindhe su ballu de sas marionetas-mascaredhas-birillos in totu sos partidos italianos pro contighedhos si est meda personales.

Comments are closed.

Cagliari, 27-30 aprile 2025

Racconta una storia sarda

Racconta una storia sarda

Vent’anni di Sardegna e Libertà, Nuoro, 21 luglio, ore 18:30

Racconta una storia sarda

Ultimi commenti

  • Tatanu su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Antonio su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Tomaso Cocco su Abbattuto il soldato Fercia
  • Francesco su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Arminio su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Mario Pudhu su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Paolo Maninchedda su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • angelo su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Marco Casu su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Silvana su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Bruno su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Arturo su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Maurizio Muscas su Caso Becciu: il documento Parolin
  • Mike su Caso Becciu: il documento Parolin
  • Marco Casu su Caso Becciu: il documento Parolin

Nuove province per nuovi disoccupati eccellenti

Nuove province per nuovi disoccupati

Sardegna e Libertà si ispira culturalmente ai valori di libertà, giustizia, sostenibilità, solidarietà e non violenza, così come essi sono maturati nella migliore tradizione politica europea.

Sardegna e Libertà – Quotidiano indipendente di informazione online

Registrato il 7 novembre 2011 presso il Tribunale di Cagliari. Num. R.G. 2320/2011 – Num. Reg Stampa 8
Direttore responsabile Paolo Maninchedda

Copyright © 2022 || Sardegna e Libertà ||

Powered by PressBook Blog WordPress theme