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Nuovi studi sugli schiavi in Sardegna, su inquisitori pretenziosi, su gesuiti morti

Posted on 8 Marzo 201515 Marzo 2015 By Paolo Maninchedda 2 commenti su Nuovi studi sugli schiavi in Sardegna, su inquisitori pretenziosi, su gesuiti morti

bollettinodi Paolo Maninchedda
È uscito il n. 7 del Bollettino di Studi Sardi, la rivista che dirigo insieme a Giovanni Lupinu. Una rivista che non chiede niente e non deve niente a nessuno: ce la paghiamo noi.
Il numero è dedicato all’indimenticato Francesco Manconi, uno dei migliori storici sardi del secolo scorso, un grande amico, un uomo pulito ed esigente, morto prematuramente e sicuramente ingiustamente perseguitato dal destino in vita.
Gli articoli sono di grande interesse.
Giovanni Lupinu studia la traduzione in ungherese del Giorno del Giudizio di Salvatore Satta e riapre il grande dibattito sulla traduzione degli elementi linguistici sardi nelle diverse lingue del mondo. Si va da grandi sforzi interpretativi a grandi fraintendimenti. Un articolo utilissimo per gli scrittori sardi, per renderli più severi nella lettura delle traduzioni delle loro opere.
Tomasino Pinna si occupa della relazione della visita svolta in diversi centri sardi tra il 23 febbraio e il 24 maggio 1640 dall’inquisitore del distretto sardo Juan Espina Velasco. Se ne ricava uno spaccato di Sardegna seicentesca e delle simbologie sociali cui veniva affidata la rappresentazione del potere e della gerarchia del potere. Di grande interesse lo scontro di cerimoniale (cortesias)  che si svolge a Cagliari, nella chiesa di S. Croce, tra inquisitore e  jurados della città. Il problema era se i consiglieri dovessero oppure no andare a prendere l’inquisitore e accompagnarlo in corteo in chiesa. I consiglieri decidono per il no, il viceré e l’Arcivescvo mediano e alla fine le parti si accordano in questo modo: l’inquisitore arriva in chiesa e viene accolto dai jurados a quatro passos dall’acquasantiera posta nel centro.
Salvatore Loi pubblica un saggio sugli schiavi musulmani in Sardegna nei secoli XVI e XVII. Il mercato degli schiavi si trovava in un luogo vicino al porto, nel quartiere di Lapola. I comandanti delel navi che assalivano o il naviglio o i piccoli paesi sulla costa del nord Africa portavano poi i loro tristi carichi umani in Sardegna per venderli all’incanto. Il comandante francese Guglielmo Prebost nel marzo-aprile del 1603 mise in vendita due bambine arabe di 12 e 8 anni, un ragazzo di 16 anni, una donna di 18 anni con la sua figlia di quattro mesi ecc. ecc. Noi oggi siamo immemori dei secoli di ferocia con cui abbiamo infestato il Mediterraneo.
Giuseppe Mele si occupa della colonia ligure di Bosa nel Seicento: colonia ricca e laboriosa, impegnata soprattutto nel commercio del corallo e dei formaggi. Il dato antico e su cui riflettere molto è che in Sardegna si svolgeva la raccolta e solo la raccolta, la lavorazione e la commercializzazione del prodotto finito venivano concetrate a Genova e Livorno.
Infine Raimondo Turtas pubblica i documenti sull’opera dei Gesuiti a Sassari durante la peste del 1652. I mortui in servitio infectorum furono 63: se Sassari perse il 33% della popolazione, le comunità gesuitiche che si presero cura della popolazione persero il 78% dei propri membri. La carità ha una storia purtroppo sconosciuta.

Cultura, Persone, Politica

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Comments (2) on “Nuovi studi sugli schiavi in Sardegna, su inquisitori pretenziosi, su gesuiti morti”

  1. admin ha detto:
    10 Marzo 2015 alle 06:58

    Lavoratori Ottana Polimeri: oggi c’è Giunta regionale. Quando volete per la prossima volta, ma ho ancora nelle orecchie accuse gratuite, semplificazioni inutili, cose inesatte; nel frattempo io ho continuato a lavorare alla causa. Fatemi sapere se possiamo parlare di problemi da risolvere o di proclami da declamare.

  2. Lavoratori Ottana Polimeri ha detto:
    8 Marzo 2015 alle 18:57

    Buon pomeriggio Dott.Maninchedda,cerchero’ di essere breve.In questi mesi ci siamo “annusati”,abbiamo anche democraticamente polemizzato sul suo blog ma penso che sia’ arrivato il momento anche di fare un passo di grande sensibilita’ e responsabilita’.Martedi pomeriggio a Ottana ci sara’ un’assemblea pubblica fondamentale per decidere le sorti del futuro delle macerie industriali mal trattrate da lobbisti nazionali e da imprenditori sciacalli.Credo che la sua partecipazione sia’ necessaria anche per confrontarsi e allargare il FRONTE UNITO non solo per la questione dell’essenzialita’,se in passato l’ammissione al regime tariffario agevolato per TUTTE LE CENTRALI SARDE e’ stata una vittoria e’ stato ottenuto anche grazie soprattutto ai lavoratori e ditte esterne chimici e all’impegno tenace di alcuni politici lei compreso. In conclusione cerchiamo tutti uniti di riprendere i fili di questa lunga vertenza e ottenere garanzie e risposte per il rilancio della filiera tradizionale del PET e in generale un nuovo competitivo ciclo industriale regionale.Buona serata.

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