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Pagati tutti i debiti dell’Assessorato verso Comuni e Enti.
Un passo avanti sul Posada e il Cedrino.
Selargius crede di essere definanziata e non lo è.

Posted on 10 Marzo 201510 Marzo 2015 By Paolo Maninchedda

indexdi Paolo Maninchedda
È un primo effetto del venir meno del Patto di Stabilità: con la liquidità proveniente dal 2014 abbiamo pagato nei primi mesi del 2015 circa 50 milioni di euro di debiti della Regione verso enti e Comuni. Oggi l’Assessorato dei Lavori Pubblici, dopo tanti anni, è allineato al 2015, cioè erogherà i pagamenti del 2015 con i soldi messi a bilancio nel 2015. In sostanza, non abbiamo più debiti ‘recenti’ (rimangono le perenzioni, che sono una brutta bestia) e non dovremmo (il condizionale è d’obbligo) cumulare residui.
L’auspicio è che le tranche di appalti pagate riattivino i lavori, saldino le imprese esposte e rigenerino il rapporto fiduciario tra Pubblica Amministrazione, aziende e cittadini. Speriamo.
Ieri si è fatto un grande passo avanti nei progetti sul Posada e sul Cedrino. In una riunione durata 2 ore tra Comuni, Assessorato, Savi (che mi piace sempre di più, perché protegge l’ambiente ma rispetta anche l’intelligenza delle cose), Genio Civile, Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale, si è fatta chiarezza sui progetti per sistemare gli alvei del Posada e del Cedrino. Sul Cedrino si va spediti sull’argine destro, e poi sul sinistro e sull’alveo, con una soluzione che salvaguardia l’habitat ma consente anche il deflusso delle acque.  Poi c’è il sistema viario che dalal zona industriale di Orosei porta a Galtellì e che Regione e Comuni immaginano di finanziare col mutuo infrastrutture. Abbiamo il problema della quota di un ponte, ma speriamo di risolverlo.
Faremo gli argini del Sologo, a protezione di Galtellì.
Stiamo studiando la possibilità di fare gli arginelli per proteggere Irgoli e Onifai.
Sul Posada abbiamo un grande problema: il ponte della 131 bis, che ha i piloni sull’argine e che determina la quota massima (insufficiente) degli argini. È un problema che deve farci riflettere: il sistema infrastrutturale della Sardegna non è costruito pensando al rischio idrogeologico e in qualche caso rappresenat un pericolo molto serio. Dobbiamo lavorarci. Nel frattempo rafforzeremo l’argine sinistro in modo consistente.
Domani sarò a Olbia a presiedere la conferenza che conclude il periodo di consultazione pubblica sulle opere di mitigazione.
Spero che la Natura ci dia il tempo di fare bene il nostro lavoro.

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