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La mozione contro la persecuzione fiscale italiana. Inapplicata la legge antisuicidi

Posted on 15 Giugno 201815 Giugno 2018 By Paolo Maninchedda

Mentre ricomincia il solito film dell’apertura di credito verso il nuovo governo italiano – per cui dobbiamo aspettarci tre-quattro mesi di dossier, spiegazioni, annunci ecc. – ieri tutti i capigruppo del Consiglio regionale, fuorché uno, hanno firmato la mozione proposta dal Partito dei Sardi sulla persecuzione fiscale cui la Sardegna è da secoli sottoposta. Parte dei media censurano, come spesso accade, ma a noi poco importa: le notizie viaggiano gratis senza il permesso di nessuno. Non siamo noi ad aver bisogno di vendere: noi abbiamo bisogno di ascoltare, capire e parlare e possiamo farlo senza dover pagare un pedaggio a chicchessia.
È un evento storico che si rafforzerà col dibattito e l’approvazione della mozione. Durante il dibattito sarà possibile capire se la consapevolezza che l’atteggiamento migliore per un governo della Sardegna verso il Governo italiano è di tipo competitivo e non subordinato, è finalmente condiviso.
Intanto facciamo notare che una buona parte della magistratura sarda (torniamo a occuparcene dopo un lungo silenzio, non perché la persecuzione giudiziaria contro il Partito dei Sardi sia finita, anzi!, ma perché adesso che ci siamo abituati a vivere come se fossimo continuamente spiati, riusciamo a riprendere a parlarne senza tensioni particolari) non applica la Legge 3 del 2012, nota come “Norma antisuicidi”. Solo a Sassari esistono  almeno 100 cause bloccate dai  giudici che non nominano gli esperti contabili o peritali per  accertare la  effettiva consistenza del debito e la possibilità di riduzione dello stesso (mutui  e pendenze fiscali).
Nel Nord  Italia,  al contrario, questa legge  vien  applicata sia ai fini  delle imposte, specie  IVA,  che  dei contributi  INPS.  A Tempio è arrivata da poco una giudicessa  (la dott.ssa Marino) che fa ben sperare, giacché è l’estensore di questa sentenza.
Infine, la conferma che la Sardegna non vince con i soliti metodi della politica e che necessita sempre di una grande capacità di mobilitazione popolare.
Quanto è accaduto ieri alla Camera su Ottana – la proroga della Cig a tutti ma non a Ottana – è emblematico del fatto che l’esercizio della cortese moral suasion della Sardegna sui propri interessi nazionali non ottiene risultati e viene sbeffeggiata con il benaltrismo, cioè con il rinvio a un “ben altro” che non arriva mai, ma che certifica la costante fatica dell’Italia a capire la differenza degli interessi e delle situazioni sarde.

Fisco, Politica

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