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Soldi della Regione per i film di Putin

Posted on 23 Ottobre 202522 Ottobre 2025 By Francesco Nocco 12 commenti su Soldi della Regione per i film di Putin

Non solo gli eventi di Russia Today, tra il 2024 e il 2025, Cagliari ha ospitato altri episodi che — pur restando fuori dal dossier di Europa Radicale — aggiungono dettagli al quadro della propaganda filo-putiniana in Sardegna.
In questo articolo ne approfondirò due.

Il primo: la proiezione del film Il Testimone, finanziato dal Ministero della Cultura e dal Ministero della Difesa russo nella rassegna “Cinema senza censura”, il 24 marzo 2024 al Jester Club, sede dell’associazione Sardegna in Movimento.

Il secondo: la presentazione del cosiddetto Libro di Putin, il 15 febbraio 2025, organizzata da esponenti della galassia filo-putiniana, come l’associazione LADA Sardegna-Russia, nella sede dei Padri Somaschi a Elmas.

Il film finanziato dal Ministero della Cultura (e della Difesa) russo che ha raggiunto anche Cagliari. Il Testimone è un film russo uscito nell’agosto 2023, presentato in Russia come il primo lungometraggio sulla guerra in Ucraina con il dichiarato sostegno pubblico del Ministero della Cultura, l’assistenza del Ministero della Difesa e il coinvolgimento del Fondo per il cinema militare-patriottico.
Racconta la storia di Daniel Cohen, violinista belga che, trovandosi in Ucraina nel febbraio 2022, “scopre” che gli ucraini sono neonazisti efferati che torturano chiunque capiti, violentano e leggono il Mein Kampf tra una striscia di cocaina e una fucilata. Alla fine del film, una scritta informa che i massacri come quelli di Bucha, del teatro di Mariupol e della stazione ferroviaria di Kramatorsk sarebbero stati commessi dal “regime ucraino” per gettare discredito sull’esercito russo. Le tesi sono state smentite da qualsiasi giornalista indipendente e da ogni organismo internazionale.
Piccola parentesi, perché purtroppo non viene mai ricordato abbastanza:
Su Bucha L’ONU (OHCHR) e Human Rights Watch hanno documentato esecuzioni sommarie di civili nelle aree occupate dai russi a nord di Kyiv. La Visual Investigation del New York Times ha identificato l’unità russa coinvolta, il 234° Reggimento Paracadutisti, grazie a immagini satellitari e telecamere di sicurezza;
Sul teatro di Mariupol  L’Associated Press e l’OSCE hanno ricostruito che il bombardamento del 16 marzo 2022 fu un attacco aereo russo contro rifugiati civili, con circa 600 vittime. Anche Amnesty conferma che furono sganciate due bombe da 500 kg da caccia russi;
Sulla stazione di Kramatorsk  Le analisi di Human Rights Watch e Bellingcat hanno provato che il missile Tochka-U a submunizioni fu lanciato da territorio controllato dai russi, colpendo un’area piena di civili in evacuazione.

Questo film è arrivato addirittura a Cagliari, ma in Russia è stato un flop colossale. Il film è costato 200 milioni di rubli (circa 2 milioni di euro) e  ha incassato appena 14 milioni (circa 140mila euro). Per intenderci, in Italia un film del calibro di Din Don – Una parrocchia in due ha guadagnato dieci volte tanto.
Non è un mio giudizio, anche la comunità russa pro-guerra, come riportato da The Insider, si è lamentata dei creatori del film, accusando il film di essere talmente brutto da sembrare un’operazione di auto-sabotaggio, come il blogger ultranazionalista russo Mikhail Chumakin, che ha definito il film Il Testimone: “un’incarnazione vergognosa di grigiore e mancanza di professionalità”, ma anche un “crimine contro la società e lo Stato”.

La rubrica paradossale del Jester Club, la rassegna “Cinema senza censura”. Il Testimone è arrivato anche a Cagliari, nella rassegna “Cinema senza censura” del Jester Club, sede dell’associazione Sardegna in Movimento, il 24 marzo 2024 alle 18.30 con intervento a distanza dei soliti Vincenzo Lorusso e Andrea Lucidi, coordinatori esteri anche delle rassegne di Russia Today. Il titolo è decisamente ironico, se si pensa che l’opera in questione è stata prodotta con l’assistenza del Ministero della Difesa russo, in un Paese che ha chiuso i media indipendenti, incarcerato i giornalisti e censurato ogni voce contraria alla guerra. Che un film di propaganda di Stato venga proiettato in una rassegna intitolata “senza censura” è, già di per sé, un cortocircuito.

Fondi pubblici. Sardegna in Movimento è destinataria stabile di contributi pubblici per attività culturali. Nel biennio 2023–2024, l’associazione ha ricevuto finanziamenti da diverse fonti pubbliche:
Regione Autonoma della Sardegna — R. 1/1990, art. 56 (“organismi storici dello spettacolo dal vivo”): € 20.000 nel 2023 (graduatoria ufficiale) e € 20.000 nel 2024 (avviso 2024 – Regione Sardegna);
Regione Autonoma della Sardegna — R. 19 dicembre 2023, n. 17, Allegato 4 “Tabella M” (contributi straordinari per promozione artistica e culturale): € 10.000 nel 2024.
Comune di Cagliari — PON METRO 2014-2020 (REACT-EU): € 17.262,59 nel 2023 per l’acquisto di attrezzature tecniche al Jester Club (CUP G29J21016430001) (Sezione Trasparenza dell’associazione Sardegna in Movimento).

Ma se uno spazio sostenuto da fondi pubblici ospita un film di propaganda finanziato da uno Stato definito “sponsor del terrorismo” e sanzionato dall’Unione Europea, la questione non è più solo culturale: diventa pubblica, politica e legittimamente discutibile.

Il “Libro di Putin” nella sede dei Padri Somaschi. Il 15 febbraio 2025, locandina alla mano: “Presentazione del libro di Vladimir Putin LE VERE CAUSE DEL CONFLITTO RUSSO-UCRAINO”. “Posti limitati – prenotazione obbligatoria, il luogo verrà comunicato la mattina del 15 solo ai prenotati”. La mattina stessa, ai registrati viene indicato un indirizzo che coincide con la casa dei Padri Somaschi a Elmas. È una scelta che dice tutto, non si cerca il dibattito, ma un filtro, si selezionano gli ingressi in modo tale che l’evento non possa avere alcuna domanda scomoda.
Sul palco, secondo la locandina: Andrey Kharchenko (funzionario dell’Ambasciata russa in Italia), Francesco Toscano (editore – e co-fondatore di Democrazia Sovrana e Popolare, il partito di Marco Rizzo -), Pino Cabras (ex M5S, anche lui ora in Democrazia Sovrana e Popolare) e Gavino Piga (moderatore). Al centro della conferenza il volume “Le vere cause del conflitto russo-ucraino” attribuito a Vladimir Putin. Non farò un debunking riga per riga del libro, ma rimando direttamente alle lezioni libere e disponibili integralmente su Youtube sulla storia dell’Ucraina di Timothy Snyder (Università di Yale), tra i più autorevoli storici al mondo e certamente tra i massimi esperti di Storia dell’Europa Orientale. L’Associazione Boristene ne sta curando un’ottima traduzione in italiano.
Pongo l’attenzione su un momento specifico della conferenza, durante l’intervento di Francesco Toscano, a questo link, dove dichiara: «Sono convinto che l’unica salvezza per noi europei sia il ritorno a uno schema di alleanze stile seconda guerra mondiale, con Stati Uniti e Russia che insieme liberano l’Europa oggi occupata da un’élite burocratica germanocentrica impazzita e feroce».

Altro che “alleanza stile seconda guerra mondiale”, qui l’immaginario che richiama è quello del patto Molotov-Ribbentrop. L’auspicio è quello che gli Stati Uniti di Trump e la Russia di Putin (manca solo l’Israele di Netanyahu) si spartiscano e liberino l’Europa da un’élite burocratica, curioso perché gli esponenti di Democrazia Sovrana e Popolare sono ben attivi a riabilitare esempi di veri mostri burocratici come l’URSS, ma forse l’idea è semplicemente smantellare l’Unione Europea e sostituirla con una struttura malleabile agli interessi degli autocrati e dei dittatori.
Ieri le “demoplutocrazie”, oggi l’Europa burocratica germanocentrica.
E inoltre, cosa intende con “liberare”? Nell’esempio ucraino la “liberazione” russa ha lasciato fosse comuni, deportazioni di infanti e città rase al suolo.

Privacy e GDPR per loro non valgono. C’è poi un fatto che non è un dettaglio. Per iscriversi all’evento bisognava fornire nome e cognome, senza alcuna informativa su chi trattasse quei dati, perché e per quanto tempo. Il Regolamento europeo sulla protezione dei dati (GDPR) prevede elementi minimi obbligatori: identità del titolare, base giuridica, tempi di conservazione, diritti dell’interessato. Qui, nessuna traccia.

Gli stessi nomi, le stesse pagine. Dalla documentazione pubblica (locandine e rilanci social) emerge con costanza la presenza di LADA Sardegna-Russia e ReportSardegna24, in più occasioni indicati o come promotori/organizzatori, o come co-promotori e canali di rilancio per questi due eventi e per gli eventi dei film di Russia Today.

 

Informazione, Politica, Propaganda, Vetrina

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Comments (12) on “Soldi della Regione per i film di Putin”

  1. fabrizio murgia ha detto:
    23 Ottobre 2025 alle 21:53

    Nel dubbio amletico se scrivere o non scrivere (questo è il problema!) alla fine decido di spendere qualcuna delle poche energie giornaliere ancora a disposizione per rispondere a chi peraltro non si meriterebbe alcuna perdita di tempo.
    Ma direi che il caso specifico merita una pur breve risposta a tale Francesco Nocco che mi segnalano aver scritto un post in cui parla dell’associazione Sardegna in Movimento sul noto blog di Paolo Manichedda ex politico decaduto probabilmente in cerca di “facili” consensi e qualche visibilità
    E’ proprio vero che come si suol dire “la mela non cade mai lontano dall’albero” ed è così che dopo il mirabile post di quest’estate di Francesco Pigliaru, ex presidente della regione sardegna di quest’estate, arriva quello illuminato di un suo, all’epoca, assessore! (questo il link al post: https://www.sardegnaeliberta.it/soldi-della-regione-per-i-film-di-putin/ Unico comune denominatore Francesco Nocco fresco collaboratore della famosa testata giornalistica.
    La cosa curiosa che mi ha colpito (ma ripensandoci neanche tanto) è che tali signori vogliano fare i loro piccoli presunti scoop a scapito della reputazione di una piccola associazione che opera nel territorio con onestà, dedizione e grandissimi sacrifici.
    Ebbene si dall’alto di un blog chiamato in maniera altisonante “sardegna e libertà” i nostri paladini della libertà invocano di fatto la censura delirando in questo modo:
    “Ma se uno spazio sostenuto da fondi pubblici ospita un film di propaganda finanziato da uno Stato definito “sponsor del terrorismo” e sanzionato dall’Unione Europea, la questione non è più solo culturale: diventa pubblica, politica e legittimamente discutibile”.
    Va bene Paolo e Francesco allora, visto che mi pregio di essere onorato presidente dell’associazione sardegna in movimento da voi chiamata in causa, discutiamone pubblicamente e chiariamo alcuni concetti fondamentali:
    1) i pochi (ahimè e purtroppo) fondi pubblici a disposizione dell’associazione vengono utilizzati per attività di musica Live specifiche e ben definite che, oltre ad essere regolarmente rendicontate, cercano di valorizzare gli artisti isolani (lo sottolineo visto che utilizzate il nome della Sardegna nel titolo del vostro blog!);
    2) l’associazione sardegna in movimento non ha mai usato fondi pubblici per ospitare alcun film e tanto meno quello che voi definite film di propaganda. Tutte le attività culturali dell’associazione, incontri, dibattiti, teatro, cinema e quant’altro sono autofinanziate e soprattutto vengono svolte in uno spazio privato e libero (lo sottolineo a voi che utilizzate il nome della libertà nel titolo del vostro blog!);
    3) in ogni caso le associazioni che in generale utilizzano fondi pubblici per fare cultura, e quindi eventualmente anche dar voce a pensieri e idee differenti, non fanno niente di sbagliato (anche se non è questo il caso come già evidenziato);
    4) la libertà è un concetto non solo etico-morale ma anche giuridicamente protetto dalla nostra Costituzione (si rivedano in particolare gli articoli 18 sulla libertà di associazione e l’art. 21 sulla libertà di pensiero);
    5) quello che voi vorreste fare è ergervi a paladini della libertà ma quello che lasciate irrimediabilmente intravedere è il desiderio irrefrenabile di voler imporre la vostra libertà di pensiero e castrare quella altrui;
    6) questo atteggiamento di per se già riprovevole risulta essere inoltre persino diffamatorio nel momento in cui viene aggravato da subdola disinformazione.
    Voi scrivete “che un film di propaganda di Stato venga proiettato in una rassegna intitolata “senza censura” è, già di per sé, un cortocircuito”.
    La propaganda è quella disinformazione perpetrata da gente come voi che (ovunque nel mondo) vuol far apparire il falso per vero.
    La verità è che l’unico cortocircuito esistente in questo caso è quello di un blog chiamato “Sardegna e libertà” che pretende di poter giudicare e valutare cosa possa o debba essere libero.
    La verità è che il vostro blog accostato alle parole “Sardegna e libertà” è una sorta di vero e proprio ossimoro.

  2. Ale ha detto:
    23 Ottobre 2025 alle 21:34

    Non lo so, sarò io che capisco poco ma qualcosa nell’articolo non mi convince. Quello che ho capito è che c’è stata la proiezione semi clandestina di un filmino che, viste anche le panzane che racconta e la sua scarsa qualità non è piaciuto neppure in Russia e c’è stata la presentazione di un libro attribuito a Putin. Tutto ciò sarebbe un problema perché dimostra il dilagare della propaganda russa e uno scandalo perché sono i soldi pubblici a pagare.
    Provo a spiegarmi sperando a costo di essere tacciato per filorusso. Non conosciamo il numero di partecipanti, ma credo si possano assumere numeri non molto diversi da quelli che si registrano in una qualsiasi presentazione di libro o in un qualsiasi cineforum. Pochini. Spesso molto pochi. Diciamo qualche decina e non è escluso che le persone presenti ai due incontri fossero almeno in parte le stesse. Su queste basi la narrazione secondo la quale Cagliari è colma di propaganda russa mi pare tirata per i capelli e mi ricorda la storia del pastorello che grida al lupo al lupo.
    Sorvolo sul film che pare sia “talmente brutto da sembrare un’operazione di auto-sabotaggio” e vado alla presentazione del libro e ai finanziamenti ricevuti dall’associazione organizzatrice.
    Della presentazione si contestano i partecipanti e l’argomento. Da quanto risulta tra gli intervenuti c’erano dei liberi cittadini ed ex parlamentari che sostengono idee eterodosse e massimaliste ma certamente legittime nella dialettica democratica. Non vedo dove sia il problema. E non lo vedo neppure nell’argomento, A meno che non si voglia sostenere che nella liberalissima unione europea oltre alla lunghezza delle zucchine si dovrebbero stabilire anche quali punti di vista possono essere discussi e quali no. In questo caso temo che questo sito avrebbe dei problemi. Sul fatto di non volere domande scomode poi, diciamo che la premier sta facendo scuola. Diciamo. E a dire il vero anche sulla selezione dei punti di vista siamo sulla buona strada. Mark Innaro per dire, è un giornalista di chiara fama, corrispondente da Mosca fino all’inizio della guerra che ha avuto la velleità di raccontare in RAI la visione del mondo russa ed è stato accompagnato alla porta.
    Temo sia fuori moda ma anziché ridere, piangere o detestare dovremmo cercare di comprendere, come disse un tale qualche secolo fa.
    A parte i problemi legati ai partecipanti e all’argomento ci sarebbe poi lo scandalo riportato nel titolo: gli incontri sono stati finanziati da soldi pubblici. Non sono esperto di logica, ma se l’associazione di Biddafraigada riceve un contributo per una finalità (poniamo l’acquisto di attrezzature o la valorizzazione delle launeddas usando il contributo per tale finalità) e oltre alle attività finanziate ne svolge delle altre non finanziate (ad esempio presentare un libro) temo non si possa dire che queste ultime sono finanziate. Se una scuola realizza una biblioteca con un contributo pubblico, qualora organizzi la presentazione di un libro qualcuno può dire che quest’ultima è fatta grazie a un contributo? a naso direi di no.
    Diciamo che le argomentazioni riportate nell’articolo non riescono a dimostrare il titolo. Forse è questo che non mi convince.

  3. Paolo Maninchedda ha detto:
    23 Ottobre 2025 alle 19:31

    Niente da dire sull’opportunità del fact checking su ogni evento che accade in guerra. Sul fatto che Putin sia percepito in patria diversamente da come è percepito in Occidente concordo, ma faccio notare che in Russia la libertà di opinione e di stampa non sono garantite. Sull’operazione Gheddafi e sul conflitto nei Balcani (e sul ruolo di Tony Blair) potremmo discutere. Resta per me una discriminante: io sono un liberal-democratico occidentale e difendo questi valori.

  4. Enrico ha detto:
    23 Ottobre 2025 alle 19:05

    Buonasera professore,
    nel 1997 e 98 ho fatto un esperienza di volontariato a Sarajevo. La “famosa” strage al mercato di cui tanto si parlò, in realtà fu una messinscena dei locali per il (condivisibile) intento di risvegliare le sopite coscienze occidentali (fatto che ho verificato personalmente parlando con i locali e con i militari italiani che ci hanno supportato). Senza nulla togliere agli orrori della guerra, comunque fu un falso! Come le prove per bombardare l’Iraq, ammazzare Gheddafi o bombardare Belgrado! Che molte agenzie ONU, human right watch ecc. ricevano finanziamenti da Soros è un fatto (L’Open society foundation lo dichiara pubblicamente), che l’UE, Biden rispondano a logiche “democratiche” che nulla hanno a che vedere con l’interesse comune, è un fatto! Mio cugino vive a San Pietroburgo. I racconti che mi ha fatto su Putin e sulla situazione in Russia, sono molto diversi da quelli occidentali. Non avendo l’anello al naso, cerco di documentarmi il più possibile. È molto difficile ma ci provo! La ringrazio sinceramente per offrirci questo libero spazio di confronto e per il suo contributo alla libera formazione delle coscienze.

  5. Paolo Maninchedda ha detto:
    23 Ottobre 2025 alle 18:33

    Egregio Samuele, Lei, volendo smentire, conferma esattamente tutto ciò che l’articolo afferma. La ringrazio. Dare poi dell’ignorante all’avversario è tipico della propaganda russa, ma l’autore documenta ogni sua affermazione rinviando a fonti e siti, lei rinvia solo a se stesso. Quanto poi alla “propaganda occidentale”, non so Lei, ma io sto con l’Occidente, che non coincide con le sue espressioni estreme di Destra, ma con una lunga tradizione liberale e democratica che voi non apprezzate.

  6. Paolo Maninchedda ha detto:
    23 Ottobre 2025 alle 18:31

    Egregio Enrico,
    lei contesta le fonti avendo come argomento principale la sua convinzione e l’assimilazione delle fonti ufficiali anche dell’Unione Europea addirittura alle fonti di Hamas. Buon per lei, rispetto le sue convinzioni, ma io sto con l’UE e considero un grave errore concorrere alla propaganda russa, specie se si tace che è propaganda. Non è vero che ogni fonte è uguale alle altre. Questo è il relativismo negativo, che in nome del diritto alla diversità di opinioni, rende uguali tutte le cose, quando non lo sono.

  7. Enrico ha detto:
    23 Ottobre 2025 alle 18:23

    Buonasera professore,
    non condivido il taglio dell’articolo. Etichettare come propaganda filo-putiniana in Sardegna, libere manifestazioni del pensiero che non si uniformano al politicamente corretto che vuole Putin il mostro e Zelensky il martire citando quali fonti l’ONU (OHCHR) e Human right watch (che sono di dubbia credibilità in quanto in odore di finanziamenti dell’Open society foundation) non mi sembra corretto. Molti si sono bevuti le asserire stragi di civili a Gaza ad opera dell’esercito israeliano, avendo quali uniche fonti i sodali di Hamas (ivi inclusi membri dell’ ONU ecc.). Chiunque provi a svegliare le coscienze, tentando di dare una rappresentazione dei fatti più aderente alla realtà, viene demolito. Tutti fanno propaganda! Ben venga anche quella russa! Più elementi si hanno per valutare, meglio è!

  8. Samuele Mereu ha detto:
    23 Ottobre 2025 alle 17:11

    Molto triste, quando si apre bocca (in questo caso scrive), senza sapere nulla,
    Prima di scrivere e lanciare odio per evitare figure da ignorante , deve sapere che per entrare in una sede di questa associazione, se il regolamento lo prevede bisogna aderire. Io c’ero e non sono stati presi i nomi senza che la persona all’ingresso spiegasse chiaramente che per poter stare all’interno del teatro, bisognava aderire alla associazione che lo gestisce, con tanto di consenso sulla privacy, diversamente il sistema blocca l’iscrizione.
    Nessun filo russo, anzi era giusto ascoltare il film documentario per capire fino a quanto la propaganda occidentale mente a i propri cittadini.
    Dopo l’era dei covidioti, in tanti abbiamo incominciato a pensare con la nostra testa, visto le miriadi di frottole che hanno ruotato da tempo nei media italiani.
    L’autore di questo articolo, ha perso completamente la mia stima, ennesima delusione.

    PS : è da tempo che vengono buttati miliardi di euro di soldi pubblici, però guarda caso non sempre viene denunciato il fatto.
    Almeno in questo film documentario in tanti ci siamo fatti un idea e i soldi non sono andati ai soliti nomi.

  9. Antonio ha detto:
    23 Ottobre 2025 alle 16:11

    come mai nessuno è intervenuto e non interviene essendoci le famose Sanzioni o queste non rientrano nei provvedimenti

  10. Mocci Piero ha detto:
    23 Ottobre 2025 alle 13:18

    Lettereralmente basito, nel leggere che gli organi preposti non sono intervenuti, parlo di chi ha erogato contributi, dei servizi segreti, prefettura e quant’altro. O viviamo in uno stato connivente oppure uno stato allo sfacelo, ovvero in Italia si può fare cio’ che si vuole . Lo sanno bene i poteri forti.

  11. Renato Orrù ha detto:
    23 Ottobre 2025 alle 10:56

    … meno male che la galassia Indy di casa nostra non si fa impastare da questa propaganda russVietica ….

  12. medardo di terralba ha detto:
    23 Ottobre 2025 alle 09:08

    Paolo, questi sono pericolosi! Ti hackerano il sito e pubblicano foto fake di te che balli la lambada con Desi in abiti castigati

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