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Sardegna, deserto d’Italia

Posted on 16 Aprile 201417 Aprile 2014 By CG 5 commenti su Sardegna, deserto d’Italia

1304601551145_img_0110_chia_In Consiglio regionale l’esponente del Partito dei Sardi Piermario Manca è intervenuto nel dibattito sulle 5 mozioni presentate da maggioranza e opposizione per contrastare il rischio che lo Stato, per contenere le spese, smantelli l’apparato di pubblica sicurezza nell’isola.

“Presidente, colleghi. Io vorrei partire un po’ dalla dotta e anche esaustiva relazione che ha fatto l’onorevole Pittalis, perché da quella si evince come, a ricaduta su tutto il territorio, ci sono dei fatti che colpiscono le popolazioni. Ci sono dei singoli fatti che colpiscono i comuni, Pula, quindi Elmas e quant’altro. Ma quello che vorrei mettere in evidenza, cari colleghi, è anche il tipo di impostazione che vogliamo dare.

È evidente che lo Stato in questo caso non sta arretrando, lo Stato è assente. Lo Stato, di fatto, permettetemi questo tipo di termine, è quasi delinquenziale nei confronti della Sardegna.

Perché dico questo? Ma, signori, quasi ci vergogniamo di dire all’interno di quest’Aula, quasi fosse avulsa dalle situazioni esterne, che la criminalità è altissima. Credo che, se ricordo bene, solamente nel nuorese ci sono stati dall’inizio dell’anno in quelle zone 5 omicidi. Riferito a una popolazione abbastanza modesta è un numero considerevole.

Benissimo. E lo Stato come risponde a un aumento di criminalità? Demolendo le poche strutture che ci sono. E’ il paradosso questo!

Ma, signori, non possiamo solamente interpretare questo fenomeno. Questo è un fenomeno generalizzato. Abbiamo una serie di fatti concatenati a queste situazioni.

La scuola, ma signori, la scuola. Aumenta la dispersione, diminuisce il numero dei laureati, il numero di persone che vanno a scuola. Lo Stato come risponde? Sempre allo stesso modo: “Cerchiamo di creare il deserto, eliminiamo le scuole, oppure facciamo una razionalizzazione che non va bene per questo territorio, per la nostra Isola”.

Ma potrei continuare, potrei continuare con gli incendi, come giustamente ha messo in evidenza un altro sindaco. Aumentano gli incendi e invece di potenziare i mezzi, è il paradosso questo, lo Stato cosa dice? Quasi che non siamo suoi figli, crea il deserto, elimina le poche strutture che ci sono.

Ma se continuiamo così, signori, questa specialità che ci contraddistingue, questa specialità che abbiamo difeso la settimana scorsa, non esiste più. Stiamo arrivando veramente a costruire una Sardegna, una ciambella: non esisterà più il problema delle zone interne, esisterà il deserto. Avremo solamente in questo caso le zone esterne, le zone costiere; ma questa non è la Sardegna.

Signori, se ci vogliamo salvare, ci salviamo tutti assieme, sia le zone interne, sia le zone esterne. Quindi, quello che vi chiedo è non solo di accettare queste mozioni e farle proprie, ma di essere più incisivi, perché quello che si sta delineando non è un arretramento dello Stato, è un’assenza totale dello Stato che non vuole riconoscere le peculiarità di quest’Isola.

Quindi, io chiedo non solo di unificare e di avere quindi l’assenso unanime a queste mozioni, ma di dare un’interpretazione più ampia, che è quella dell’assenza dello Stato. Noi non ci possiamo, cari consiglieri e colleghi, sostituire allo Stato. Lo Stato ha dei doveri. Non si deve sognare nessun comune di sostituirsi allo Stato. Lo Stato deve portare avanti le sue politiche e noi dobbiamo portare le nostre politiche verso le nostre popolazioni, a tutela delle nostre popolazioni. Grazie”.

Il dibattito si è concluso con l’approvazione di un ordine del giorno unitario per il mantenimento, semmai rafforzandoli, dei presidi di carabinieri, polizia e vigili del fuoco.

Il testo dell’ordine del giorno approvato

 

Politica Tags:carabinieri, Consiglio, Partito dei Sardi, Piermario Manca, polizia, Regione, Sardegna, stato, vigili del fuoco

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Comments (5) on “Sardegna, deserto d’Italia”

  1. Arrosciu ha detto:
    17 Aprile 2014 alle 20:47

    E della chiusura degli uffici del giudice di pace?
    Tutto tace!
    Razionalizzare,non chiudere tutto.
    Il deserto avanza.
    Meditate gente, meditate.
    Saluri e bona Pasca a tuttusu.

  2. Michele ha detto:
    17 Aprile 2014 alle 16:17

    Diciamo che lo Stato è presente solo quando vuole. Quando deve chiedere tasse/imposte/accise é puntualissimo.

  3. Cosimo ha detto:
    17 Aprile 2014 alle 15:49

    Certo bisogna farne di strada per diventare così coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni. (FABER)
    Patto di STUPIDITA? confermato stato di INSTABILITA? confermato. Questo fare non è “quasi delinquenziale” si può dire senza diplomazia. Lo stato è delinquenziale nei confronti dell’isola. Lo stato ha la fissa di smantellare i pochi presidi rispetto al territorio, oggi unico stato al mondo che indirettamente, denuncia il problema della vastità di territorio… eppure si registra il paradosso, nei primi mesi dell’anno e non solo, un’escalation di crimini e non sto li a fare paragoni col passato. Sta maturando in me la convinzione che “lo stato che non c’è” parafrasando una nota canzone ”l’isola che non c’è” non ci vuole ma non sa come dircelo. Per restare invece nel nostro orticello… siamo infetti da una classe politica becera,che importuna i Sardi un giorno si e l’altro pure, zone franche, referendum, tutta robaccia inconcludente che a oggi non porterà da nessuna parte semplicemente perchè, la prima viene data in pasto in maniera sconclusionata sia alla carta stampata e alle TV (armi di distrazione di massa) facendo perno sull’ignoranza di tanti, invece che spiegare la complessa progettualità del dove zona franca e perchè!!!nelle stanze che dovevano e devono essere dell’ingegno e dell’impegno che cosa partoriscono?. Un aborto annunciato. Sono questi i primi nemici, sono la pancia del cavallo di troia..oggi chi è all’opposizione non ci è andato per caso, quando all’ultimo momento l’ex presidente ha voluto cavalcare la demagogica equazione –zona franca = uguale panacea– non avendo mostrine di cui fregiarsi per poter succedere a se stesso. Veramente classe dirigente mediocre e fanfarona– A voler mettere in ordine le cose potremo applicare la non trascurabile conclusione: lo stato italia non ci vuole…vuole solo trovare il modo di guadagnarci…venderci al migliore offerente…Nelle difficoltà, quest’arlecchino di nazione, la già fatto..è recidivo, ha svenduto e rinnegato i suoi figli. La storia si ripete in diversi modi e in diverse forme, non è guerra con polvere da sparo e baionette..ma è guerra in economia, e guerra di finanza,le stanze dei bottoni sono nelle banche,i generali nelle agenzie di reting.. — —–Meditate gente meditate-

  4. Pietro ha detto:
    17 Aprile 2014 alle 11:49

    Credo che questo signore stia confondendo il Nuorese con l’Ogliastra (provincia dell’Ogliastra ) ,dove sono avvenuti tali omicidi. Come si evince dalle statistiche del Sole24Ore,le province della Sardegna centrale, Nuorese, Oristanese, hanno un tasso di criminalità molto basso (quella di Oristano il più basso d’Italia), mentre Cagliari, Sassari e Olbia sono sprofondate in fondo alla classifica. Per quanto riguarda le zone interne c’è effettivamente un abbandono totale a cui si aggiunge il depredamento delle città costiere, vedi Olbia con Tempio,a cui vuole sottrarre tutto: dai tribunali alle scuole e anche la sede vescovile. Bisogna invece creare un contrappeso nei territori interni per evitarne lo spopolamento fatto proprio dei presidi istituzionali e magari trasferendo proprio al centro della Sardegna, la sede del suo capoluogo e relativi uffici, onde porre fine all’isolamento che la causa di quelle poche magagne dei territori interni.

  5. Marco ha detto:
    17 Aprile 2014 alle 11:16

    Se Mura ha ritenuto di dover denunciare la maggiore arroganza e aggressività della criminalità organizzata, lo si deve al fatto che il problema esiste e ormai è percepito come grave e drammatico.
    Nelle zone interne sono sempre maggiori i legami economici fra cosche e famiglie sarde mentre, nella costa dilagano figure senza nome, senza identità alcuna e disposte a tutto. In ogni caso, stante la cultura tribale e la struttura dei nuclei di appartenenza, fanno capo ad alcuni dominus di riferimento, che decidono cosa e come farla.
    I sardi percepiscono, con grave e rassegnato distacco, questo rapidissimo cambiamento in atto, mentre gli organi di controllo che fanno sempre capo a italiani non vogliono intervenire, ottemperando a un ben preciso disegno tendente a mettere in condizioni di diluire ed annullare il “recalcitrante popolo sardo” per favorire l’invasione dell’isola con italiani e altri stranieri a loro convenienti.
    Non è fantapolitica: è la realtà quotidiana.

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