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L’Italia della Lega: tasse e manette. Due parole a Moirano

Posted on 19 Dicembre 201819 Dicembre 2018 By Paolo Maninchedda

L’accordo raggiunto tra l’Italia e l’Unione Europea lascerà profonde cicatrici sulla schiena dei sardi.
Per far tornare i conti della finanziaria 2019, il governo della Lega ha triplicato gli interessi legali per gli omessi pagamenti dei tributi (passano dallo 0,3 allo 0,8%). Così è facilissimo far tornare i conti: promesse in campagna elettorale e tasse indirette quando si è al governo.
Ricordiamoci sempre che la Sardegna è la Regione d’Italia più vessata dall’Agenzia delle Entrate, cioè la regione dove avvengono più accertamenti rispetto alla popolazione residente.
Chi vuole votare Lega se lo ricordi: aumento del 300% degli interessi sui tributi non versati.
Chi decide se quelli versati sono corretti? L’Agenzia delle Entrate.
Quanto paga di interessi l’Agenzia delle Entrate se deve qualcosa a un contribuente? Il 2%.
Quanto paga il contribuente se versa in ritardo i tributi? Il 30% in più, ridotto al 15% se paga entro 90 giorni.
Nel frattempo è diventato legge il cosiddetto decreto Spazzacorrotti che contiene l’ignominia della abolizione sostanziale della prescrizione con la sentenza di primo grado. Poco importa che non scatti subito, perché un conto è dirlo e un conto è farlo (la Lega ha legato questa follia a un’altra riforma che non si farà mai); conta che nell’ordinamento giuridico italiano, unico caso in Europa, come ha dimostrato la relazione della Sesta Commissione del Csm, la prescrizione (che nell’80% dei casi scatta nel corso delle indagini preliminari, cioè nella fase in cui i Pm sono egemoni) è bloccata. Lo Stato, la forza dello Stato, in Italia ha generato il processo eterno. Una cosa grave, ingiusta, poliziesca e malvagia cui occorre ribellarsi. Proporrò al partito di candidare due o tre persone che sono state perseguitate ingiustatamente dalla Giustizia in Sardegna per fare come faceva Pannella: rendere evidente l’ingiustizia e le sue vittime per suscitare quell’indignazione che spesso fa trovare il coraggio della rivoluzione.
Due parole a Moirano: se io fossi stato Presidente della Regione e Lei fosse andato a dire di fronte alla Corte dei Conti cose diverse da quelle comunicate all’opinione pubblica, Lei non avrebbe avuto neanche il tempo di fare la valigia. Lei, chiamato a mostrare la sua competenza, sta mostrando solo la sua furbizia. Ma io non sono il Presidente e lei ha a che fare con altre autorità interessate solo al piccolo cabotaggio delle siringhe. Ma lo sappia, c’è chi riesce a vedere il suo profilo volpino sotto la maschera benpensante.

Fisco, Politica, Sanità

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