Skip to content
  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Cookie policy
  • Login
Sardegna e Libertà

Sardegna e Libertà

  • Home
  • Politica
  • Economia
  • Cultura
  • Lavoro e impresa
  • Cronaca
  • Salute
  • Ambiente
  • Stato sardo
  • Toggle search form

Generale Vezzoli, due parole sulla Guardia di Finanza

Posted on 22 Dicembre 202019 Aprile 2022 By Paolo Maninchedda 9 commenti su Generale Vezzoli, due parole sulla Guardia di Finanza

Oggi L’Unione Sarda dedica una pagina intera all’addio alla Sardegna del generale della Guardia di Finanza Vezzoli, comandante della zona di Cagliari.

Non so a quanti interessi un cambio al vertice della Guardia di Finanza in Sardegna; a me sì e credo a tanti altri. Ma ciò che mi ha fatto specie della marziale intervista (ma non è in realtà un’intervista, è un monologo con capoversi) è il resoconto eroico dell’attività svolta.

Faccio un esempio. Afferma il generale che durante il suo mandato sarebbero stati scoperti 232 evasori fiscali, con oltre 160 milioni di euro tra evasione, elusione e frodi tributarie.

Le statistiche dicono che la metà di queste persone, la metà dico, alla fine del percorso dinanzi a commissioni varie e tribunali sparsi risulterà non avere evaso o eluso una bella cipolla di niente. Perché il generale esibisce l’ipotesi di reato come reato? Perché può farlo, nonostante sia sommamente ingiusto.

Il generale esalta la somma competenza delle fiamme Gialle. E qui, come dire, mi è partita la tastiera.

Vorrei ricordare al generale, senza alcuna offesa perché parlo da persona ferita, spiata per anni in attesa di reato non compiuto, che è proprio la competenza osannata che pare poco o nulla praticata.
Mi piace ricordare l’atto redatto dal finanziere che anni fa mi addebitò una firma e una carica non mie e mi fece arrivare un avviso di garanzia da assessore regionale in carica, annunciato per una settimana nelle prime pagine dell’Unione Sarda; ma potrei citarne altri, accumulati in questi mesi di lotta per la Giustizia giusta, in uno dei quali, per esempio, si dà per acquisita una prova testimoniale di diffusione delle domande di un concorso pubblico durante il concorso, mentre nella stessa testimonianza si cita la gradutoria finale del concorso stesso (e dunque le domande erano state trascritte a concorso svolto).
O il caso di un testimone che afferma di aver fotografato una prova e richiesto della foto e del cellulare lo consegna rotto e inservibile. E la prova? Ammessa, anzi, addirittura richiamata nell’ordinanza di custodia cautelare.

Non parliamo poi di intercettazioni con palesi notizie di reato non perseguite per non disturbare il testimone utile alla causa dell’accusa. Accade così di ascoltare fior di delinquenti farsi i fattacci loro e fior di persone oneste doversi affidare agli ansiolitici.

Ecco, il generale, andando via, sappia e conosca che c’è almeno una via lastricata dal sangue degli errori della Guardia di Finanza che nessuno paga, perché la cosa scandalosa è che poi coloro che li commettono facciano anche carriera proprio in ragione di quegli errori.

Faccia buon viaggio, generale, il suo ottimismo la preserva dal ricordo del male elargito ai deboli e le dà la fallace sensazione di aver solo servito il bene. È la fortuna dei potenti, finché lo sono.

Fisco, Politica

Navigazione articoli

Previous Post: Bitti: è bastata una settimana di oblio e i milioni sono diventati 5
Next Post: Inchiesta Ippocrate: la stampa e l’induzione implicita al patteggiamento

Comments (9) on “Generale Vezzoli, due parole sulla Guardia di Finanza”

  1. Paolo Maninchedda ha detto:
    6 Gennaio 2021 alle 22:05

    EGREGIO SIGNORE,
    IL SUO COMMENTO ERA FINITO NELLO SPAM. PROSSIMI GIORNI PUBBLICHERO’ E DISSENTIRO’. Grazie comunque per il coraggio e la nettezza: molti suoi colleghi non sanno più neanche cosa significhino.

  2. Massimo ha detto:
    6 Gennaio 2021 alle 21:07

    Caro professor Maninchedda,
    chi Le scrive questo commento è un appartenente alla Guardia di Finanza che, oramai da 25 anni, svolge con orgoglio, dedizione e passione il suo lavoro. Uno dei tanti, anzi tantissimi.
    Nel Suo articolo Lei parla dei numeri dati dal Generale Vezzoli e li ridimensiona secondo quello che dicono le statistiche o che è, o almeno sarebbe, il “pensiero comune”. Divide i numeri tra accertato ed effettivamente riscosso. Anzi, addirittura, è certo del comportamento fiscalmente corretto della stragrande maggioranza di questi “tartassati” da una amministrazione burbera e cialtrona.
    Ma Lei non è il classico uomo comune. Quello che si informa alla TV o sui giornali di gossip. Lei non è uno che segue pedissequamente le statistiche. Lei è un noto docente universitario, una persona troppo colta e intelligente per farlo e dovrebbe sapere che, se tanti verbali elevati dalla Guardia di Finanza vanno a finire in facili archiviazioni, non è certo colpa della professionalità dei finanzieri, bensì del borbonico e cavilloso sistema tributario italiano.
    Stia certo che, tra quei numerosi “graziati” da “commissioni varie e tribunali sparsi”, vi è un sottobosco di “furbetti della dichiarazione” che possono permettersi il lusso evadere e, se colti con le mani nel sacco, di pagare fior di commercialisti, avvocati e tributaristi che sanno bene su quale cavillo appoggiare le proprie tesi discolpatorie, mentre il sistema non tutela chi ha dovuto evadere tasse e contributi per una effettiva sussistenza. La legge non permette ai finanzieri di scegliere se perseguire un poveraccio o un grande evasore.
    Come padre di famiglia Le confesso che ogni anno vi è uno o più docenti dei miei figli che starebbero meglio in una biblioteca, piuttosto che dietro una cattedra. La statistica dice che gli studenti italiani sono tra i meno preparati d’Europa. Eppure dal mio punto di vista privilegiato di padre di due studenti mi rifiuto di generalizzare. So bene che per ogni docente “incapace” c’è una moltitudine di grandi professionisti del sapere. Si ricordi che fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce.
    Per quanto riguarda la Sua personale esperienza, Le posso assicurare che, come operatore di polizia, il mio compito è esclusivamente quello di riportare alla Autorità Giudiziaria quelle situazioni degne di maggiore attenzione e se, come è successo, Lei è risultato del tutto estraneo alle indagini, sta semplicemente a significare che il “sistema giudiziario”, fatto di garanzie e procedure standardizzate, ha funzionato. L’avviso di garanzia che Lei ha ricevuto fa appunto parte di questo sistema garantista che L’ha semplicemente avvisata delle indagini a Suo carico affinchè Lei si potesse difendere adeguatamente.
    È facile sparare sulle istituzioni dello Stato, specialmente quando si è stati “toccati” dal loro lavoro. Certo, anche la Guardia di Finanza ha i suoi limiti, che altro non sono che “limiti umani”. È molto semplice commettere errori, specialmente in questo settore connotato da innumerevoli leggi, decreti e circolari che non basterebbe una vita ad elencare.
    Vorrei aggiungere che è vero che “nessuno paga” per quei, mi consenta, pochi errori che la Guardia di Finanza può commettere. Sicuramente Lei sa che lo stipendio deve essere commisurato anche alle responsabilità che uno deve assumersi e mi sembra alquanto sproporzionato che il suo “finanziere”, che anni fà Le addebitò una firma e una carica non Sue, dovesse rispondere di una così grande responsabilità per uno stipendio di soli 1.600 euro mensili. Come sarebbe sproporzionato addebitare il fallimento scolastico degli studenti ai loro docenti.
    Sperando che le mie parole abbiano fatto un po’ di luce in questo buio articolo, auguro a Lei e alla Sua famiglia un buon Natale ed un sereno inizio anno
    Ci provo ancora

  3. Massimo ha detto:
    6 Gennaio 2021 alle 21:05

    Dopo 15 giorni ancora non è stato pubblicato il mio commento. Inizio a pensare che il monologo sia una pratica diffusa….

  4. Felice Corda ha detto:
    22 Dicembre 2020 alle 10:40

    Peccato che non dica quanto di quei 160 milioni dichiarati sono stati incassati dallo Stato. Peccato che non dica di quanto cresce percentualmente la presunta evasione in sanzioni, interessi ecc. e via dicendo. Solo fuffa.

  5. Pietro ha detto:
    22 Dicembre 2020 alle 10:23

    Questi sono intelligenti per decreto legge…
    Per far capire loro, che non lo sono.
    ….magari, di decreto, ne serve un altro.

  6. Mario ha detto:
    22 Dicembre 2020 alle 09:53

    … si che depent andhare immacolati, sinono promozioni e medàllias de apicare in petorras no ndhe podent mustrare.
    E “sardi venales” de ciceroniana memória sigant a crepare, nessi de fele si no de àteru puru, “chi se ne frega?!”
    Missione compiuta.

  7. Franco Sardi ha detto:
    22 Dicembre 2020 alle 09:53

    Paolo, grazue per quanto hai scritto. Credo di capirlo fino in fondo, perché mi fa rivivere un decennio in cui indagini condotte da quel Corpo e finite nel nulla, anzi con riconoscimento della “specchiata” correttezza di persone e uffici in sede giudiziaria, mi hanno fatto perdere i capelli, letteralmente, ma, soprattutto, cambiato il rapporto con la vita e col prossimo. E questo fin quando vivrò.
    Grazie per avermi dato l’occasione di estetnarlo per la prima volta.

  8. Mar ha detto:
    22 Dicembre 2020 alle 09:25

    Chi ha potere opera così. Mai visto un manager, un preside, un parroco, un capocantiere che ammette i propri errori? Io no. Il male che fanno lo patiscono altri.
    Ma chi avrà segnalato alla Guardia di Finanza? Questo è un punto non da poco.
    Con grande comprensione per chi è oggetto di invidia.

  9. Alfio Uda ha detto:
    22 Dicembre 2020 alle 08:31

    🤬🤬🤬

Comments are closed.

Cagliari, 27-30 aprile 2025

Racconta una storia sarda

Racconta una storia sarda

Vent’anni di Sardegna e Libertà, Nuoro, 21 luglio, ore 18:30

Racconta una storia sarda

Ultimi commenti

  • Marco Casu su Un papa credente
  • pit-hard su Un papa credente
  • M su Un papa credente
  • Antonio su Un papa credente
  • Giorgio su Un papa credente
  • Marco Casu su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Mario Pudhu su Un papa credente
  • Sera su Un papa credente
  • Marco Casu su Un papa credente
  • Paolo Maninchedda su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Paolo Maninchedda su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Cosimo su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Tatanu su Caso Becciu: il documento Parolin
  • Roberto G. su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • valerio cuccuru su Il buco nero della magistratura cagliaritana

Nuove province per nuovi disoccupati eccellenti

Nuove province per nuovi disoccupati

Sardegna e Libertà si ispira culturalmente ai valori di libertà, giustizia, sostenibilità, solidarietà e non violenza, così come essi sono maturati nella migliore tradizione politica europea.

Sardegna e Libertà – Quotidiano indipendente di informazione online

Registrato il 7 novembre 2011 presso il Tribunale di Cagliari. Num. R.G. 2320/2011 – Num. Reg Stampa 8
Direttore responsabile Paolo Maninchedda

Copyright © 2022 || Sardegna e Libertà ||

Powered by PressBook Blog WordPress theme