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Covid: gli errori che vengono da lontano

Posted on 19 Novembre 202024 Novembre 2020 By Paolo Maninchedda 4 commenti su Covid: gli errori che vengono da lontano

Ho un amico in gravi condizioni per il Covid.
È stato per giorni e giorni in un pronto soccorso sardo, senza poter accedere a un reparto di terapia intensiva. Adesso versa in condizioni molto gravi. Ovviamente di queste cose, gravi, i magistrati del salotto che decide chi deve andare nell’inferno delle indagini e chi nel paradiso della vita normale, non si occupano. Non c’è gloria, non c’è fama nel lavoro ordinario di un magistrato volto a capire perché si può morire parcheggiati in un Pronto Soccorso di un ospedale che fa acqua da tutte le parti.
Non c’è gloria e c’è lavoro non semplice, lavoro minuzioso, che non consente l’elaborazione di teoremi, la costruzione di padrini, di marionette, di collusi. Non c’è trippa per le conferenze stampa.

E dunque, si muoia.

Ho cercato invece di capire.

Il Mater Olbia, interpellato, fino a ieri aveva una procedura complessa che, di fatto, lo portava a scegliersi i pazienti. Posso aver capito male, ma mi pare che sia così o sia stato così. Forse si è modificata la procedura per un intervento dell’Ats, ma non ho carte che lo attestino.

Il Santissima Trinità aveva il letto per il mio amico, ma non aveva gli anestesisti per assisterlo.
E qui la memoria si è fatta sentire

Perché scoprire la terribile carenza di anestesisti mi ha riportato ai mesi del 2017 e del 2018 durante i quali il Partito dei Sardi, già monitorato dalla magistratura peggio di quanto si sarebbe fatto con un organizzazione criminale (ovviamente nessun altro partito è stato monitorato per le assunzioni temporanee nelle Asl né per altre amene attività parapolitiche comunque sotto gli occhi di tutti), denunciava l’errore dell’allora assessore alla Sanità nella programmazione delle assunzioni degli anestesisti e nell’utilizzo di quelli esistenti. Come pure sollevamo il grave problema dei diabetici, abbandonati a se stessi.

Ovviamente, l’assessore e il Presidente fecero spallucce. Oggi ne paghiamo le drammatiche conseguenze.

Questo è un vero problema politico: l’incapacità frequente quando si amministra il potere di prestare attenzione a ciò che è ragionevole e non solo a ciò che è forte o è comodo o è funzionale alla propria parte politica o piccola fazione personale.

Oggi la Giunta Solinas ha sul Covid responsabilità gigantesche; ma ne ha meno sulla questione degli anestesisti che oggi incide in modo drammatico. Come ne ha molte meno per una sanità pensata sugli ospedali e sulla centralizzazione delle decisioni e dei servizi (secondo il solito copione coloniale del ricopiare i modelli vincenti, senza considerare che questi sono risultati tali perché maturati e collaudati in altri contesti) e non bene organizzata sul territorio, come sarebbe stato naturale in una regione con un milione e mezzo di abitanti distribuiti su un territorio di 24.000 chilometri quadrati o poco più.

A che serve ricordarlo? A sperare che non si ripeta, a sperare che il calcolo politico e il fastidio personale verso una forza politica emergente e verso una persona avvertita come ingombrante non portino mai più nessuno a impedire di predisporre ciò che la realtà richiede che sia predisposto.

Covid 19, Politica

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Comments (4) on “Covid: gli errori che vengono da lontano”

  1. Mar ha detto:
    19 Novembre 2020 alle 21:31

    Spesso non si capisce che gli algoritmi, come si ama dire, tutte le decisioni prese si ripercuotono su molte vite. Il senso della politica invece è nel servizio alla comunità. Sono morte persone che conoscevo, fondamentalmente sane. Ai medici si sta chiedendo di essere eroi e di lavorare sino allo sfinimento. La politica sbagliata ha portaro a questo. Perché chiudere ospedali esistenti, anche piccoli, che avevano ragion di essere nella natura degli insediamenti e negli scarsi collegamenti fra zone diverse della Sardegna.

  2. Antonio ha detto:
    19 Novembre 2020 alle 11:04

    Caro Paolo,
    a proposito di manovre spostamenti, accorpamenti e decisioni improprie, perché nessuno parla dell’Oncologico? Aldilà delle uscite giornalpropagandistiche legate ai disservizi, stimolate di volta in volta dal manovratore di turno (pubblico e privato), oggi accade che il reparto di oncologia dell’Oncologico Businco è un reparto Covid. Questa è una notizia, non i presunti disservizi, le code infinite e le boutade giornalistiche smentibili semplicemente approfondendo (non parlo di inchieste, basterebbe leggere fino a pagina 2).
    Da ormai due settimane. Ci sono pazienti positivi, i medici e gli infermieri contagiati (pure il primario a casa malato), ma soprattutto nessuno se ne occupa e i pazienti non vengono presi dagli ospedali Covid del territorio. Stanno cadendo come mosche dentro e, ancora peggio, stanno contagiando i pazienti che visitano ogni giorno l’ospedale per le chemioterapie e tenendo fuori persone in gravi condizioni che non possono essere ricoverate perché il reparto è infetto.
    Mi domando: è normale? Si doveva arrivare a trasformare in reparto covid un luogo di accoglienza di immunodepressi? Perché nessuno ne parla? Non sarà che vista la presenza di due autorevoli direttori dell’oncologico Businco nel tavolo scientifico dell’Ares, si cerca di tenere sottotraccia la cosa?

  3. Pietro ha detto:
    19 Novembre 2020 alle 10:37

    A un fanatico gli puoi dire “…eppur si muove..” indicando il cannocchiale…ma pur di non ammettere lo sbaglio andrà via o dirà che l’attrezzo non funziona.
    Quella riforma sanitaria, venne fatta con gli occhi del fanatico appunto, ben indottrinato dalle bolle della trimurtide editoriale (Stampa, Corriere, Repubblica), il funzionamento empirico non interessava.
    L’importante era riprodurre la formula ideologica, per ricevere i complimenti e le belle parole dalla gente che piace e conta.
    I risultati (a noi il cannocchiale non serve) li vediamo oggi in tutta la loro miseria.
    Ma alla gente che piace e conta bisognerà che qualcuno, … ..gli presenti il conto…. I lettori dei quotidiani già lo stanno facendo, …gli altri nulla da dire ?
    Ma una minima riflessione su questi 20 anni passati tra citazioni della London Scool of Econonomics e ammiccamenti al modello reazionario della società Americana lo si farà o no …non chiedo l’abiura ma almeno di ridiscutere le carte in tavola quelle sopra sono palesemente truccate…
    Ultimamente hanno avuto l’impudicizia di far passare la vice di Joe Biden come una progressista illuminata da utilizzare a mo’ di esempio… quando ad un analisi più attenta si tratta di una Pier Camillo Davigo all’ipercubo.
    Mi chiedo sconsolato….se mai impareranno.

  4. Alfio ha detto:
    19 Novembre 2020 alle 07:01

    Fino a quando non sarà colpito personalmente qualcuno dei responsabili non si verrà a capo di questa situazione.
    Non si augura il male a nessuno ma questa è la triste realtà.

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