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Troppi fronti aperti. Noi andiamo verso la mobilitazione nazionale

Posted on 15 Maggio 201815 Maggio 2018 By Paolo Maninchedda

In un mondo ordinato, accertata l’esistenza di un problema, si procede a risolverlo.
Nel nostro mondo, invece, accertata l’esistenza di un problema, si procede a raccontarlo diversamente da com’è, a farlo passare in secondo piano e piano piano a ignorarlo, che significa a incancrenirlo.
Noi non ci stiamo.
Riepiloghiamo.
Rapporti con lo Stato. Si avvicina la stagione estiva, cioè la stagione nella quale la Sardegna può realizzare un incremento significativo di Pil. Contemporaneamente si registra l’annoso e irrisolto problema delle tariffe dei trasporti e la consueta posizione europea di non rendere contributabili le rotte redditizie nel periodo estivo. L’interesse del mercato è dichiarato prevalente sull’interesse nazionale sardo, perché questo interesse non è interpretato come nazionale, ma come segmento particolare del mercato euromediterraneo legato a un distretto amministrativo dell’Italia. Il difetto di pensiero e di coscienza nazionale dei sardi determinano un costo insostenibile per l’economia sarda.
Vicenda Aras Noi non siamo minimamente disponibili a vedere i nostri interessi nazionali espropriati dalla Coldiretti romana. Consideriamo la liquidazione dell’Aras operata dai soci morosi della società un mostro giuridico anche dentro la mostruosa polimorficità del diritto italiano: è l’unico caso a me noto di debitori che votano per la liquidazione del creditore. Ma attenzione: parrebbe che la Coldiretti romana abbia sapientemente guidato l’operazione in modo da cedere il ramo d’azienda dell’Assistenza tecnica, cioè i servizi in agricoltura e il personale, e trattenuto il laboratorio, cioè la perla tecnologica dell’Aras, pagato con risorse regionali. Noi non accettiamno queste furbizie e le combattiamo. Abbiamo chiesto attraverso mille canali che la Regione in autotutela revochi l’omologa della modifica dello Statuto Aras  e induca così alla revoca della liquidazione della società (cui ha indubbiamente concorso anche l’imposizione di alcune modalità di rendicontazione ritenute indispensabili alla autotutela dei dirigenti regionali – secondo il noto decreto 6918/2001 dell’UE / Ad culum parandum – ma non compatibili con il normale flusso di risorse necessario a una società che svolge servizi pubblici). Non si tratta di parlare con il Governo italiano, si tratta di sapere impedire uno scippo dei nostri interessi nazionali (genetica, registri, big data, ecc. ecc.).
Servizi sanitari e patronage politico Continuiamo a dire, senza alcuna paura, anche di fronte alla consueta contiguità tra alcuni settori politici e alcuni aggressivi apparati dello Stato che aprono attività ad ogni chiacchiera da ristorante che ci riguardi, che i servizi sanitari della Regione Sardegna stanno tragicamente peggiorando in modo non sopportabile.
Continuiamo a dire che le nomine dei responsabili di struttura complessa non ci convincono e che la nomina di due capi di gabinetto in ruoli apicali e la rotazione e sostituzione della gran parte dei direttori di area socio-sanitaria a neanche un anno dalla nomina ci appaiono, a dir poco, poco apprezzabili.
Continuiamo a dire che le liste d’attesa sono insopportabili e che non c’è in atto una vera strategia per abbatterle, anche per il modo sbagliato con cui si utilizzano i privati convenzionati.
Continuiamo a dire che stiamo cercando di capire il rapporto tra alcune cooperative del nord Sardegna e la nuova Ats. Siamo un po’ stanchi degli artifizi barocchi che rendono le egemonie politico-gestionali perfettamente legittime sotto il piano formale ma insopportabili sotto il profilo civile e morale.
Continuiamo a dire che non siamo disposti a farci sfiancare dagli insulti personali ogni volta che si pongono problemi.
Ottana È sempre più evidente che Ottana, cioè l’areale che va appunto dalla Barbagia di Ollollai a Sindia, che annovera il più alto costo sociale della chiusura delle fabbriche tessili e chimiche, richiede un progetto dedicato, con strutture dedicate, con bandi dedicati ecc. ecc. Esiste questa possibilità? Se sì, la si metta in campo e si proceda speditamente, nel frattempo si risolva subito il problema dei 130 operai privati della mobilità in deroga. Non Serve il riepilogo delle difficoltà; serve la capacità di mettere in campo una soluzione.
Mobilitazione nazionale Noi del Partito dei Sardi veniamo quotidianamente raggiunti da segnalazioni e da stimoli. Stiamo preparando due eventi nazionali di grande mobilitazione, sul latte e sui paesi, ma le questioni che ho elencato sono oggi sul tavolo e richiedono un forte impegno immediato. Per tutti questi motivi, ma soprattutto per le richieste di partecipazione anche – e ci fa piacere – di militanti e consiglieri regionali di altri partiti alle discussioni dei nostri organi di partito, abbiamo spostato la riunione del Direttivo Nazionale del Partito da questo venerdì 18 al venerdì 25 p.v. La seduta sarà aperta a sostenitori e simpatizzanti e servirà per decidere per l’immediato e per preparare la mobilitazione nazionale dei sardi.

Lavoro, Politica, Sanità

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