Skip to content
  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Cookie policy
  • Login
Sardegna e Libertà

Sardegna e Libertà

  • Home
  • Politica
  • Economia
  • Cultura
  • Lavoro e impresa
  • Cronaca
  • Salute
  • Ambiente
  • Stato sardo
  • Toggle search form

Sulle intercettazioni si scopre finalmente il dolore personale. Le posizioni di Pignatone e di Soro

Posted on 8 Aprile 20178 Aprile 2017 By Paolo Maninchedda

di Paolo Maninchedda
Oggi un uomo pubblico sa che il suo telefono è una sorta di telefono pubblico, c’è poco da fare.
Non occorre essere perseguitati da alcun magistrato per essere intercettati: basta un esposto, una o più segnalazioni, una notizia sul giornale e/o una qualsiasi notitia criminis che obblighi la magistratura ad indagare.
Mettiamo nel conto che si sa tutto di tutti e ci si metta l’anima in pace.
Tuttavia ci sono aspetti che toccano i diritti fondamentali della persona che in Italia sono stati drammaticamente ignorati e ci sono aspetti culturali che vengono drammaticamente semplificati.
Ascoltare le conversazioni private di una persona è quanto di più delicato possa farsi. Si ascoltano dolori, preoccupazioni, discussioni tra genitori sui figli, si viene a conoscenza di debolezze, di fragilità, di malattie, si entra insomma dell’intimo di una persona laddove lo Stato, almeno in Occidente, non deve entrare. Eppure lo fa con la conseguenza dell’umiliazione pubblica dell’interessato, del dolore interiorizzato e non rimovibile, della vergogna per strada, spesso immotivata ma comunque dolorosamente attiva.
Leggere le parole usate su questo tema dal Procuratore della Repubblica di Roma Pignatone in una recente lucidissima lettera a Repubblica, mi ha aperto il cuore. Scorgere nell’impostazione culturale di un uomo dotato di così grande potere il pudore per l’intimità altrui e addirittura scoprire che nelle Procure d’Italia, in assenza di un’iniziativa del legislatore, ci si sta regolando per rendere significativo ai fini delle indagini solo ciò che realmente lo è, fa ben sperare sulla crescita della cultura giuridica della Repubblica Italiana e non si può che rallegrarsene almeno fino a quando non fonderemo la Repubblica di Sardegna con ben altra cultura giuridica. Il diritto non è la procedura persecutoria dello Stato; i latini dicevano che è scientia iusti ac iniusti. La giustizia ha il senso del proprio limite. Le Procure sembrano capire che la gogna mediatica derivata da atti giudiziari e successiva al loro deposito non aiuta la giustizia, consuma i vincoli civili, distrugge intimamente le persone. Bene, è un grande passo avanti, di cui però bisogna discutere di più e più nel dettaglio.
A Pignatone ha fatto eco un bellissimo intervento di Antonello Soro sul Messaggero. Antonello, da tempo e in drammatica solitudine, sta cercando di sensibilizzare il mondo politico italiano sull’incidenza della Rete sulla struttura delle libertà personali e sull’intacco che essa può determinare su sfere inviolabili della natura umana e del suo statuto civile. Una volta pubblicati in rete certi atti giudiziari, letti secondo una prospettiva giustizialista, divengono eterni, definitivi, sempre rinvenibili, incidenti sui profili pubblici ma anche curricolari delle persone. Il diritto all’oblio, soprattutto delle notizie private e/o false, non esiste; esiste il contrario, esiste la consegna definitiva della propria vita e delle proprie parole a una platea universale che giudica in base a ciò che le viene somministrato, in base a come viene alimentata la sua demoniaca sete di ferocia.
Sono temi che per noi indipendentisti che vogliamo fondare uno Stato su basi nuove hanno una grande valenza; essi riguardano il grande tema dei limiti del potere pubblico rispetto alle libertà individuali. Sono temi da riportare nelle aule universitarie; forse non fanno vincere concorsi con mediane, perpendicolari e parallelepipedi (chiedo scusa ai non addetti ai lavori, è solo un po’ di ironia sul lessico delle valutazioni universitarie), ma certamente costruiscono nuovi orizzonti di libertà.

Informazione, Persone, Politica, Privacy

Navigazione articoli

Previous Post: Su Oliena un castello di menzogne
Next Post: Su Abbanoa un petardo a scoppio ritardato e un assalto prossimo venturo

Cagliari, 27-30 aprile 2025

Racconta una storia sarda

Racconta una storia sarda

Vent’anni di Sardegna e Libertà, Nuoro, 21 luglio, ore 18:30

Racconta una storia sarda

Ultimi commenti

  • PIRAS ANTONIA su Abbanoa: il (folle) disegno occulto
  • Mike su Abbanoa: il (folle) disegno occulto
  • Mario Pudhu su Abbanoa: il (folle) disegno occulto
  • Fabio Fois su Spopolamento: e se non fosse così?
  • Paolo Maninchedda su Abbanoa: il (folle) disegno occulto
  • Paolo Maninchedda su Abbanoa: il (folle) disegno occulto
  • roberto giorgini su Abbanoa: il (folle) disegno occulto
  • Edy su Abbanoa: il (folle) disegno occulto
  • Giuseppe su Abbanoa: il (folle) disegno occulto
  • Renato Orrù su Abbanoa: il (folle) disegno occulto
  • Marco Casu su Abbanoa: il (folle) disegno occulto
  • Antonio su Abbanoa: il (folle) disegno occulto
  • Paolo Maninchedda su Abbanoa: il (folle) disegno occulto
  • Tatanu su Abbanoa: il (folle) disegno occulto
  • Marco Casu su Abbanoa: il (folle) disegno occulto

Nuove province per nuovi disoccupati eccellenti

Nuove province per nuovi disoccupati

Sardegna e Libertà si ispira culturalmente ai valori di libertà, giustizia, sostenibilità, solidarietà e non violenza, così come essi sono maturati nella migliore tradizione politica europea.

Sardegna e Libertà – Quotidiano indipendente di informazione online

Registrato il 7 novembre 2011 presso il Tribunale di Cagliari. Num. R.G. 2320/2011 – Num. Reg Stampa 8
Direttore responsabile Paolo Maninchedda

Copyright © 2022 || Sardegna e Libertà ||

Powered by PressBook Blog WordPress theme

AUTORIZZAZIONE ALL'USO DEI COOKIE. La legislazione europea in materia di privacy e protezione dei dati personali richiede il tuo consenso per l'uso dei cookie. Acconsenti? Per ulteriori informazioni visualizza la Cookie Policy.AcconsentoNoCookie policy