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Reddito di cittadinanza e latte di fuoco: come difendersi dalle notizie del giorno prima

Posted on 7 Marzo 20197 Marzo 2019 By Paolo Maninchedda

Oggi i quotidiani sardi ripetono la loro proposta quotidiana di notizie vecchie. Le aperture dei due quotidiani sardi sono sull’assalto alla cisterna di latte avvenuta a Irgoli ieri alle 8.50 (divenuta la notizia di tutti i notiziari per tutto il giorno) e sul reddito di cittadinanza che la Rai, che è pubblicizzata da giorni su tutti i Tg nazionali italiani, con interviste e durate equamente divise tra i due partiti di maggioranza (Lega=legge sulla legittima difesa; 5 Stelle = Reddito di cittadinanza) e Pd (opposizione a tutto, il Paese va in rovina).
Se l’opinione pubblica sarda si formasse sui media isolani, si formerebbe su un sottoprodotto dei media italiani, cioè su un surrogato ripetitivo delle linee editoriali prevalenti nei tg di varia ispirazione.
Cosa si capisce da ciò che raccontano i giornali e i tg locali sulla questione del latte?
Si capisce che i giornalisti, o molti di loro, non fanno più il normale esercizio di capire i fatti indipendentemente dalle dichiarazioni dei protagonisti; non esercitano più la memoria per verificare ciò che è stato detto prima con ciò che è accaduto dopo. Faccio un esempio: è poi così vero che durante le manifestazioni sul latte nel corso della campagna elettorale la violenza non avesse fatto capolino? Se la risposta è sì, un giornalista dovrebbe andare a ricordare le dichiarazioni delle autorità in occasione di questi eventi e compararle con quelle attuali. Invece no: ogni giorno dura un giorno e il lettore vive come in quel film in cui tutta la vita dura sempre e solo un giorno, poi si muore e si ricomincia senza ricordare nulla.
Altro esempio: quanto si è realmente informati sulla formazione del prezzo, non solo del latte ma di tutte le materie prime del settore primario? La questione è decisiva per capire sia la qualità alimentare della Sardegna sia i processi di accumulazione di capitale in atto nell’Isola e i quasi equivalenti processi di impoverimento non degli operai, ma dei produttori. Attualmente in campo c’è la realizzazione delle proposte che avevamo fatto noi – proroga del Piano dell’offerta (unica cosa realmente fatta dal Ministro Centinaio, cioè un atto amministrativo a costo zero); ritiro delle eccedenze (e fino ad ora i soldi li ha messi solo la Regione e sono soldi che di fatto proteggerebbero l’indebitamento del Consorzio per la realizzazione del piano di lunga stagionatura); negoziato sul nuovo Piano dell’offerta (su cui nessuno sta lavorando con la dovuta alacrità). Ma delle proposte fatte dagli altri con scopi manipolatori non si parla, e soprattutto della natura paraculante e pericolosa delle proposte dei prezzi del latte decisi non dalla regolazione del mercato ma dalal faciloneria irresponsabile della politica.
Sul reddito di cittadinanza, poi, come mai nessuno parla del Reis, istituto regionale previgente e più efficiente? Forse perché si deve accreditare che lo Stato paternamente vede e provvede alla povera e derelitta Sardegna?
Bisognerebbe veramente fare controinformazione in Sardegna, cercare di sottrarsi alla manipolazione quotidiana della ripetizione pigra delle cose dette dal potere e dallo Stato. Chi ne ha le forze, lo faccia. Sarebbe e farebbe un grande servizio alla libertà.

Agricoltura, Politica

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