Categoria: Giustizia
Procura di Oristano: tutti innocenti, nessuno escluso
A leggere le cronache si apprende che le indagini erano state delegate dall’allora procuratore a chi? al Corpo Forestale Regionale.
Quale è il compito principale del Corpo Forestale Regionale?
La difesa dagli incendi.
Di chi doveva essere verificato il comportamento dinanzi a un incendio così devastante? In primo luogo di chi coordina gli interventi antincendio, direbbe chiunque sia dotato di buon senso.
E chi, per legge, deve coordinare le forze antincendio?
Il Corpo Forestale regionale, il quale ha indagato su se stesso.
Adesso ci si domandi se l’indagine di Pg poteva avere un esito diverso da quello agli atti e cioè che la colpa di quell’incendio fu delle condizioni meteo avverse e che, anche disponendo di maggiori forze in campo, non si sarebbe riusciti a impedire il disastro.
Poteva essere diverso l’esito delle indagini?
Docche non doveva andare in galera
Prima di tutto bisogna notare che se la carcerazione aveva avuto l’onore della prima pagina a sei colonne de La Nuova Sardegna, la caduta di tutte le accuse, invece, gode oggi solo di un francobollino di richiamo. Questa è la miseria, la grande miseria della nostra informazione.
In secondo luogo va notato che l’architetto Docche, che io non conosco, è stato messo in galera a Bancali. Non è la stessa cosa di chi ha patito i domiciliari. Bancali è Bancali, soprattutto d’estate.
Adesso PM e Gip dicono: “Scusate, abbiamo sbagliato”. Sopravvive la sola accusa di bancarotta.
L’impresentabile assolto
La realtà è ricca di smentite, e l’altro ieri è arrivata l’assoluzione per Carlo Maramarco, perché il fatto non sussiste. L’impresentabile è stato assolto, la gogna è in mutande e i gognisti tacciono (…)
L’ufficiale di PG che ha sbagliato, ha pagato? Assolutamente no.
Il magistrato che non ha controllato, ha pagato? Assolutamente no.
Intercettazioni: il dominio a distanza
Avrei molto da scrivere su Mont’e Prama, ce ne rioccuperemo quando avremo voglia di illuminare il quadro (…)
In Italia non si fa la riforma della Giustizia senza conflitto con i magistrati, perché sono l’unica corporazione sopravvissuta che pretende di esercitare un immenso potere senza alcuna responsabilità per gli errori (che sono tanti e gravi) e senza alcun vero limite rispetto ai diritti altrui e agli altri poteri dello Stato (…)
Non si può parlare di intercettazioni prescindendo dalla cultura e dall’esperienza che le realizza.
Ha ragione Caiazza quando che «le intercettazioni sono consentite solo per alcuni reati, considerati di maggiore allarme sociale, ma soprattutto solo quando già sussistano “gravi indizi” (non il mero sospetto, o la ipotetica probabilità) che quei reati siano commessi; hanno una durata limitata nel tempo; le proroghe devono essere rigorosamente motivate; possono essere utilizzate solo per i reati e nello stesso procedimento rispetto al quale i giudice le ha autorizzate; sono inutilizzabili se non pertinenti e rilevanti».
Del Giudice assolto: e adesso chi paga?
Oggi sappiamo che la società e i suoi amministratori non avevano commesso alcun reato, che l’appalto era legittimo e senza alcuna truffa né nel bando né nel suo svolgimento. Non servivano gli amministratori giudiziari e non serviva pagarli così tanto. Un abbaglio che ha generato ricchezza per i fortunati nominati.
Adesso la domanda è: chi recupera queste somme? O per lo meno: chi chiede scusa? Quando finiranno la superficialità, la sicumera e la leggerezza che genera queste mostruosità?
Inchiesta Ippocrate: prosciolto Gianfranco Congiu (per la seconda volta)
Ora, giacché anche un cieco era in grado di leggere le date, c’è da chiedersi perché Gianfranco Congiu venne coinvolto nell’inchiesta. E la risposta è semplice: perché si voleva processare un partito immaginato come un’associazione a delinquere e quindi era necessario coinvolgere i consiglieri regionali del Partito. I fatti di questi anni, con la sanità pubblica di Oristano distrutta e quella privata fiorentissima, stanno dimostrando da che parte stava il Partito dei Sardi, colpito dall’azione di quei vecchi poteri che erano ieri e sono oggi i responsabili dello sfascio oristanese e che noi eravamo riusciti a ridimensionare. Fummo ingenui a non considerare che la calunnia è capace di orientare l’azione dei poteri dello Stato se riesce a insinuare un dubbio nella testa di chi ha poteri di controllo. Fummo ingenui a non intrattenere in alcun modo rapporti con le forze di polizia e con la magistratura. Fummo ingenui a ritenere di non dover andare a spiegarci con le autorità dello Stato dinanzi a aggressioni politiche e morali che invece iscrivemmo nella patologia della politica e non dello Stato.
La abbiamo pagata duramente.
Ma abbiamo la coscienza a posto. Noi non eravamo il sistema; noi eravamo gli antisistema e ci hanno travolto usando i poteri dello Stato. Un capolavoro di raffinatezza massonico-politica da studiare.
Perché Conte non è indagabile? Che dice Bonafede?
Il decreto legge 109/2018 del governo #Conte ha previsto un vero e proprio #condono edilizio di abitazioni abusive, costruite in area di #dissesto idrogeologico […]
Un Governo che propone, approva e fa approvare una norma così gravemente pericolosa, è penalmente perseguibile?
Il tema è interessante perché le più grandi malefatte in Italia sono sempre state di Stato e hanno consolidato un metodo che è opportuno descrivere per l’ennesima volta. Ciò che se realizzato da un singolo sarebbe reato, secondo il metodo ‘lavatrice di Stato’ può divenire non perseguibile se lo stesso contenuto è affidato a un’assemblea legislativa. È il metodo usato da alcuni presidenti di Regione per […]
Cosa è successo al Consiglio Superiore della Magistratura?
Sulla bocciatura del dott. Ganassi alla carica di Procuratore della Repubblica di Cagliari, vorrei offrire alle toghe un’analisi quale quella che i cronisti fanno sempre sui politici. È un esercizio letterario: è come trasferire i toni e gli stilemi dell’epica nel registro dell’ambizione lirica, posto che i magistrati pretendono che non si scriva su di…
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Oristano: finalmente si comincia a dire che i testimoni vacillano
Sono troppi i testimoni, ormai, che al processo per l’inchiesta Ippocrate dicono “non ricordo” o addirittura, come è accaduto ieri, “non ho mai detto queste cose”.
Questa è la terza volta che accade in udienza.
Finalmente i cronisti la registrano come un fatto imbarazzante.
L’odio verso di noi, e verso di me in particolare, di alcuni giornalisti non riesce a prevalere su una realtà imbarazzante.