Sono riuscito faticosamente a procurarmi i verbali d’udienza del processo in corso a Oristano contro alcuni militanti del Partito dei Sardi. Ho potuto così leggere il verbale dell’udienza del 30 maggio. Ho sbagliato. L’ho letto e mi sono sentito male.
Ne do conto per svergognare una stampa feroce, nella fattispecie l’Unione Sarda e La Nuova Sardegna che stanno creando i presupposti psicologici, da opinione pubblica, per una sonora condanna di tutti gli imputati. Ogni udienza viene valorizzata per parti delle parti e sempre e solo a favore dell’accusa. Chi conosce l’ermeneutica conosce il circolo ermeneutico e quando si creano i presupposti di un largo consenso su un esito predeterminato, l’esito arriva e sembra confermare come effetto ciò di cui è invece causa.
Purtroppo leggere tante falsità e tanta malizia fa male, molto male. Proverò piano piano a raccontare tutto, perché non reggo più le emozioni come un tempo.
Oggi vorrei mettere in evidenza quanto segue.
L’Unione Sarda del 31 maggio titolava in questo modo, riprendendo le dichiarazioni di un ex DG di Oristano che l’ha sparata veramente grossa, retrodatando la nascita del Partito dei Sardi al 2011. Ovviamente, nessuno della difesa glielo ha contestato, perché è difficile tenere a mente un processo di migliaia di pagine. L’occhiello, poi, era un capolavoro: “Processo Ippocrate, in Aula confermata la tesi dei PM sulle assunzioni pilotate all’Asl.
La Nuova Sardegna, a sua volta, la buttava giù pesante, parlando di generiche pressioni subite dai medici. Da parte di chi? Mistero, posto che non c’è un solo imputato di un tipo di reato di questo genere. Ma tant’è, è il processo delle opinioni e non dei fatti. Ma ne riparlerò esaminando le dichiarazioni dei testimoni di cui i giornali hanno parlato a loro piacimento. Oggi voglio parlare del primo testimone ad aver deposto di cui i giornali si sono guardati bene dal riportare una sola parola. Divido il tutto in tre sezioni.
IL SENTITO DIRE
La legge vieta di assumere come prova una communis opinio, eppure in questo processo, nel quale sono disponibili i dati di tutti gli assunti e licenziati della ASL di Oristano negli anni considerati, anziché discutere dei documenti che attestano provenienze e funzioni dei lavoratori, si sono chiamati decine di testimoni a dire che secondo loro c’erano molti dipendenti provenienti da Macomer, testimoni che richiesti di precisare, dicevano che lo dicevano tutti. Questa volta il testimone si è messo la mano sulla coscienza.
P.M. – Ci aveva detto questo, vediamo: “Con SEMPRONIO, come con tanti altri provenienti dalle agenzie interinali, sono tutti legati allo stesso territorio, in pratica sono tutti residenti e originari della zona di Macomer”.
TESTE – Non mi ricordo di aver detto una cosa del genere, anche perché io che dati avevo per dire questa cosa? Non sono…
P.M. – Le leggo poi la domanda, così vediamo se si ricorda.
TESTE – Sì, va bene, certo.
P.M. – Le è stato chiesto: “Vi è questa prevalenza di persone legate al territorio di Succu e Manai?”, le è stata formulata così la domanda, e lei diceva, rispondeva: “In pratica tutti o quasi tutti gli ausiliari e gli infermieri che arrivano tramite agenzia sono tutti provenienti da quella fetta di territorio, ad eccezione di CALPURNIA che mi pare sia di Marrubiu”.
TESTE – Può ripetermi l’ultimo nome?
P.M. – “Ad eccezione di CALPURNIA, che mi pare sia di Marrubiu. Questa anomalia, ossia che tutti provengono dalla zona di Macomer, è un fatto risaputo, persino le guardie giurate sono di quella zona”.
TESTE – No, io non ricordo sinceramente di aver detto una cosa del genere, anche perché durante la rilettura del verbale le domande erano incalzanti, e quindi venivo interrotta più volte, e quindi evidentemente, forse dovevo rileggere meglio il verbale, non lo so, dovevo chiedere. Le domande erano molto incalzanti durante l’interrogatorio e quindi venivo interrotta spesso nella lettura.
I VERBALI A URLA E I SENTITO DIRE
A questo punto il testimone dà conto di come si sia svolta la verbalizzazione della sua deposizione dinanzi alla Polizia Giudiziaria. Ne emerge un quadro agghiacciante e il Presidente del Tribunale ne coglie la gravità, mentre il Pm lo minimizza, prima con un scivolone lessicale, laddove qualifica come domande sulla vita personale ciò che erano – se pronunciate – chiare e gratuite illazioni, poi con un’acrobazia logica nel finale che non è quella che un logico avrebbe dedotto, perché se è attraverso la TESTE che la Procura apre le indagini su CALPURNIA e la TESTE nega di aver parlato di CALPURNIA, la conclusione è un’altra e non quella che la TESTE non ricorda o mente, posto che non ha alcun interesse a farlo. Certo è che se allora fosse stata in vigore la norma attualmente vigente che obbliga alla registrazione delle deposizioni delle persone informate sui fatti, è ragionevole che la forma delle indagini sarebbe stata differente. Resta da chiedersi: era o non era una notizia questa deposizione? Certamente sì, ma la stampa del patibolo l’ha volutamente censurata.
P.M. – Certo, ma le è stato…
TESTE – Io intendevo dire…
PRESIDENTE – Scusi eh.
P.M. – Dica.
PRESIDENTE – Scusi le domande sono incalzanti, però la lettura dovrebbe avvenire alla fine, quando non ci sono più domande.
TESTE – Sì sì, infatti…
PRESIDENTE – Quindi non c’erano più domande.
TESTE – Signor Giudice, mi scusi.
PRESIDENTE – Scusi eh… no, non ho capito, io proprio non ho capito. Allora lei dice: “Forse dovevo rileggere con più attenzione”.
TESTE – Sì.
PRESIDENTE – “Perché durante la lettura sono stata interrotta più volte da domande incalzanti”.
TESTE – Sì.
PRESIDENTE – Allora le chiedo: Ma la lettura è avvenuta alla fine, alla chiusura del verbale…
TESTE – Sì sì.
PRESIDENTE – O mentre avveniva l’interrogatorio?
TESTE – Sì sì, alla fine del verbale, continuavano le domande.
PRESIDENTE – E allora che domande? Alla fine del verbale le facevano domande?
TESTE – Sì. Alla fine della lettura del verbale mi facevano le domande.
P.M. – Scusi e sarei curioso di sapere quali domande le facevano a questo punto.
TESTE – Tipo che non stavo dicendo la verità, che ero una bugiarda.
PRESIDENTE – Che non sono domande.
TESTE – Mi interrompeva, mi interrompeva. Tipo come mai non mi ero fidanzata con Salvatore Manai, visto che il mio stato civile era separata, mi venivano dette queste cose.
P.M. – Ah. Ecco benissimo. Queste cose non le hanno scritte…
TESTE – Beh certo, non erano…
P.M. – Non so…
TESTE – Erano pour parler.
PRESIDENTE – Ascolti…
TESTE – Infatti questa cosa, signor Giudice…
PRESIDENTE – No, vabbè…
TESTE – Sì, glielo posso dire…
P.M. – Quindi lei, aspetti un attimo, perché vediamo il crinale che attraversiamo, quindi lei sta dicendo che intimidita dal fatto che le facevano domande sulla sua vita personale, senza mettere a verbale, lei ha riletto questa cosa e l’ha accettata pur di andarsene?
TESTE – No, no no.
P.M. – Quale è la…
TESTE – No, non ero intimidita, l’ho letta con disattenzione.
P.M. – L’ha letta con disattenzione?
TESTE – Signor Giudice…
PRESIDENTE – Sì, però la conseguenza è anche un’altra.
TESTE – Sì.
PRESIDENTE – A parte l’aver riletto e non averlo rilevato, che… cioè come diciamo sempre, i casi sono due: o lei oggi ci sta dicendo, si sta rimangiando cose dette oppure sta… cioè non so chi, la Guardia di Finanza?
P.M. – Sì.
PRESIDENTE – La Guardia di Finanza ha scritto cose non vere.
TESTE – Eh no…
PRESIDENTE – Cioè guardi non abbiamo alternative.
TESTE – Sì, signor Giudice.
PRESIDENTE – Cioè se lei oggi ci dice: “Io quelle cose non le ho dette”…
TESTE – Io quelle cose non le ho dette.
PRESIDENTE – Non le ha dette?
TESTE – No, io quelle cose non le ho dette. Poteva essere…
PRESIDENTE – Quindi non ha parlato di CALPURNIA, non l’ha mai nominata?
TESTE – Allora non mi ricordo di aver nominato CALPURNIA, ma non posso aver detto che…
PRESIDENTE – Che venivano da Macomer, da quel territorio?
TESTE – Che venivano… anche perché io che dati avevo?
PRESIDENTE – Perché non lo può…?
TESTE – Magari…
PRESIDENTE – Aspetti, perché non lo può aver detto?
TESTE – Perché non avevo nessun dato per dire che venivano da Macomer, non conoscevo le persone.
PRESIDENTE – Non li conosceva a sufficienza?
TESTE – Non conoscevo le persone che erano al San Martino.
PRESIDENTE – Non sapeva che uno…
TESTE – Poteva essere un pour parler del San Martino, ecco, di aver sentito dire, le chiacchiere, ma non che io…
PRESIDENTE – Sì, lei può aver riferito anche un pour parler può non avendo dei dati precisi, perché ne abbiamo di pour parler qua altri.
TESTE – Sì, non… io non mi ricordo di aver detto una cosa del genere, poi le ripeto ero comunque interrotta durante la lettura, e questo mi ha distratto molto.
P.M. – Okay. Va bene. Io capisco quella che è la cosa, ormai si è diffusa la voce e quindi si sa che i verbali della Finanza sono attaccabili. Ma forse, sicuramente è vero che si sono inventati CALPURNIA e gliel’ hanno messa lì, è stata la fonte attraverso cui siamo arrivati a CALPURNIA infatti.
TESTE – Magari…
P.M. – Quindi CALPURNIA, le indagini su CALPURNIA nascono dopo le dichiarazioni, quindi prima non ne sapevamo di CALPURNIA, quindi non se lo è inventato la Finanza.
Il TIZIO CARINO
Il PM apre l’interrogatorio con un fare, sicuramente legittimo perché diversamente il presidente lo avrebbe bloccato, ma che ha qualcosa di stonato e che negli Stati Uniti avrebbe scatenato una reazione molto forte del mondo femminista e sicuramente non sarebbe passato indenne al vaglio delle Difese.
“P.M. – Lei che lavoro svolge?
TESTE – Io sono una infermiera.
P.M. – Bene. È infermiera assunta a tempo indeterminato?
TESTE – Assunta a tempo indeterminato dal 2000.
P.M. – Dal 2000 ecco. Conosce TIZIO?
TESTE – Sì.
P.M. – Come lo ha conosciuto e che rapporti aveva.
TESTE – Allora era il mio coordinatore, perché io lavoro nella sala operatoria del San Martino, ed è stato il mio coordinatore.
P.M. – Sì. Okay. E dal punto di vista dei rapporti, diciamo, non extra lavorativi, diciamo all’interno dell’ambito del rapporto di lavoro come definisce i rapporti che ha avuto con Manai, c’erano dei buoni rapporti di collaborazione, sul lavoro andavate d’accordo?
TESTE – Rapporti professionali.
P.M. – Professionali e basta?
TESTE – Professionali. Sì.
P.M. – Non aveva rapporti amichevoli?
TESTE No.
P.M. – Nessun rapporto amichevole.(…)
P.M. – Invece CAIA la conosce?
TESTE – Sì, è una mia collega.
P.M. – E con TIZIO vi siete incontrati con CAIA?
TESTE – Mah… allora che mi ricordi io, io sono stata operata di un tumore della mammella e sono venuti a trovarmi nel momento della degenza a casa di mia madre, perché io avevo… praticamente il post operatorio lo avevo passato da mia madre a Ghilarza.
P.M. – Okay.
TESTE – Ed erano venuti in quella occasione a trovarmi a casa per…
P.M. – Okay. Quindi comunque al di là del rapporto professionale c’era anche un rapporto umano con Manai, cioè avevate un rapporto di amicizia o era un rapporto di conoscenza, come lo definirebbe?
TESTE – No no di conoscenza, sinceramente di conoscenza non di amicizia. L’amicizia è un’altra cosa.
P.M. – Okay. Benissimo. Allora diciamo che ci si frequenta anche con i conoscenti, no, ci sono tanti livelli in un rapporto umano, ora è difficile da graduare, questo lo capisco insomma, ma facciamo così la visita di Salvatore dopo la sua operazione l’ha stupita, l’ha trovato come un gesto carino perché non se lo aspettava.
TESTE – Un gesto gentile come mio coordinatore.
P.M. – Come suo coordinatore.
TESTE – Che venisse a trovarmi vista anche la mia situazione, ero stata operata al seno.
P.M. – Quindi per capire, per cercare di definire bene questi rapporti, è una situazione che lei non l’ha visto come uno che la veniva a trovare come amico ma in quanto coordinatore.
TESTE – Sì.
P.M. – Cioè detto così era quasi dei rapporti… è stato carino…
Oggi c’è un bell’articolo di Saviano sul Corriere
È una vergogna. Lavrentij Pavlovič Berija impallidire.