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Calenda e Noè

Posted on 26 Luglio 202212 Febbraio 2024 By Paolo Maninchedda 3 commenti su Calenda e Noè

A leggere i quotidiani non solo sardi si ricava una sensazione: Calenda imbarca.
Mi spiego meglio.
Ormai le elezioni politiche sono solo residualmente incardinate sui candidati (che continuano ad avere un loro peso rispetto al successo elettorale, ma inferiore rispetto al passato); nella sostanza sono elezioni di simboli. L’elettore sceglie la parte, non gli eletti, i quali sono invece selezionati dai partiti e collocati in posizione utile per arrivare in Parlamento.
Detto questo, è più semplice capire che cosa sta succedendo ad Azione.

È nato come neo-partito repubblicano, una sorta di gamba laica progressista, e come tale è stato sostenuto da Confindustria e dal Corriere della Sera. Un posizionamento politico a destra del Pd e a sinistra della Destra italiana. Il tentativo è stato quello di far rinascere l’azionismo di Gobetti e schierarlo contro il populismo di Destra, ma anche contro il conservatorismo burocratico del Pd. In concreto, della cultura azionista non c’è nulla, ma, almeno inizialmente, c’è stata molta selettività sulle competenze degli aderenti. Calenda è riuscito a far credere al partito dei capaci.

Ora che le elezioni si avvicinano, ecco spuntare dai boschi e dalle valli gli animali da diluvio, quelli che stanno in tana fino al momento di capire quale è la scialuppa di salvataggio. Il Pd sarà anche pieno di persone con l’orecchio sul terreno per capire da dove arriva la cavalleria vincente, ma questi animali da diluvio sono più fastidiosi dei cinici di sinistra. Questi vestono l’abito giusto al momento giusto, sono i teorici dell’opportunismo come filosofia necessaria alla sopravvivenza. Non fanno mai una battaglia per un principio; non fanno mai una battaglia per difendere un valore; non sanno perdere per resistere; sono discendenti delle prime specie accorse al richiamo dell’arca. Sono i centristi del centro, che più centrati e equilibristi non si può.

Ora mi chiedo come faccia Calenda-Noè a imbarcare tutta questa gente e poi storcere il naso su Renzi (che però ha incontrato) o a escludere patti di desistenza con i Cinquestelle, cioè ad escludere l’unica strada per vincere nei collegi maggioritari.
Inoltre, l’improvvisa tentazione non selettiva di Calenda, sta aprendo una falla nelle posizioni elettoralmente utili, e cioè quella dell’azionismo di Sinistra del sindaco di Milano Sala, che potrebbe essere catalizzante di un mondo più socialista del Pd ma meno comunista di Fratoianni, di un mondo movimentista più legato ai diritti civili e all’ambiente, una sinistra realmente di sinistra, ma democratica, che sarebbe una spina nel fianco per il neocentrismo calendiamo.

Torno a ripetere: la strada per fermare la Destra italiana non è la furbizia, è l’accordo politico, con candidature desistenti nei collegi uninominali di personalità nelle quali un ampio segmento dell’elettorato possa riconoscersi.
L’abuso di elettore, cioè la tendenza a ridurre le sue opzioni per costringerlo a votare anche con la molletta sul naso, porta all’astensionismo. Non è il tempo della furbizia. Di furbi ce ne sono già troppi in giro. Noè deve deporre il piffero e continuare a esigere dai suoi candidati un livello alto e credibile di competenza e di militanza civica.

Elezioni, Vetrina

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Comments (3) on “Calenda e Noè”

  1. Stefano ha detto:
    22 Agosto 2022 alle 20:42

    Non ho ancora avuto modo di apprendere in quali modi l’immunitas plebis abbia sempre aperto la porta alla tirannide e Le sarei grato se potesse suggerirmi una o anche più letture a riguardo.

    Per contro, trovo che la democrazia apra la porta alla dittatura della maggioranza e tra dittatura e tirannide non rilevo sostanziali differenze.

  2. Paolo Maninchedda ha detto:
    27 Luglio 2022 alle 18:48

    Gentilissimo Stefano, mai creduto all’immunitas plebis che ha sempre aperto la porta alla tirannide. Io sono un parlamentarista convinto e penso che le immunità parlamentari siano una conquista di civiltà. Quanto agli italioti, il problema è la consapevolezza di sé dei sardi. problema antico, profondo e complesso.

  3. Stefano ha detto:
    27 Luglio 2022 alle 16:16

    Egregio Professore, io trovo che più che preoccuparsi di come fermare la destra italiana, occorra liberarsi degli italo-italioti-italianisti di sinistra, destra, centro, sopra, sotto, etc., tirare lo sciacquone sulle immunità pirlamentari (absit iniuria verbi) italo-italiote-italianiste e ripristinare l’immunitas plebis.

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