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Magistratura sarda: processi a teorema. Parte seconda

Posted on 4 Luglio 20194 Luglio 2019 By Paolo Maninchedda

Nella stessa ordinanza del Tribunale di Nuoro di cui abbiamo parlato ieri, con la quale il cantiere del termovalorizzatore di Tossilo è stato dissequestrato e un funzionario della Asl di Nuoro (indagato per falso ideologico) sostanzialmente prosciolto dalle accuse, si racconta un episodio che rivela l’incidenza nell’indagine condotta dalla Procura di Oristano di un pregiudizio che ha animato tutto l’impianto accusatorio poi smontato dal Tribunale.
Durante la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, l’Unione dei Comuni del Marghine ritenne opportuno chiedere alla Asl di Nuoro le indagini epidemiologiche svolte nel proprio territorio prima dell’avvio della procedura di valutazione di impatto ambientale. Il fatto che la procedura di valutazione inizi dopo (nel 2014) lo svolgimento della analisi epidemiologiche, esclude che esse possano essere state realizzate e manipolate in funzione del rewamping, ma questa banale considerazione logica (ripresa in modo potente dal Giudice) non ha sfiorato neanche di striscio l’ipotesi accusatoria della Procura.
L’Unione dei Comuni del Marghine, dopo avere acquisite le indagini, le ha trasmesse al Servizio Valutazioni Ambientali della Regione.
La Procura di Oristano ha mosso due rilievi.
Il primo lo ha rivolto proprio al funzionario Asl, asserendo che nell’aggiornare i dati epidemiologici dei quadrienni 2000-2003 e 2006-2009 per il triennio 2011-2013, egli avrebbe cambiato i parametri di indagine, passando dall’accertamento delle condizioni di salute delle popolazioni all’indice di mortalità per tumore.
Il Giudice afferma perentoriamente che sia la prima indagine che il successivo aggiornamento non accertano mai le condizioni di salute con riferimento all’insorgenza delle malattie, ma solo le principali cause di morte riguardanti la popolazione.
Quindi, l’addebito mosso al funzionario Asl di aver cambiato i criteri di indagine è palesemente infondato e il giudice scrive che è “sorprendente” che sia sta mosso contro l’indagato.
Ma allora la domanda è: se un PM muove un’accusa palesemente infondata, il massimo che può accadere è che un Tribunale si “sorprenda”? Non accade altro? Lo stesso PM può continuare a muovere accuse sorprendenti con tutti i cittadini che sorprendentemente si sorprendono di prenderla sempre sulla schiena?
Il secondo rilievo della Procura di Oristano è mosso contro l’Unione dei Comuni del Marghine che “inspiegabilmente”, secondo la Procura, ha inviato i dati epidemiologici richiesti alla Asl al Servizio regionale che istruiva la pratica di valutazione ambientale, svolgendo un ruolo attivo evidentemente non gradito dalla Procura.
Il Giudice rileva invece che l’Unione dei Comuni del Marghine aveva titolo a rivolgersi al Servizio regionale e a interloquirvi almeno quanto, se non di più, trattandosi di un’unione tra Comuni, cioè tra istituti di rilevanza costituzionale, delle diverse associazioni che hanno inviato documenti e osservazioni al Servizio regionale e di cui l’indagine fornisce ‘copiosa documentazione’.
Legando questa pretesa ‘inspiegabilità’ con le digressioni sui moventi che avrebbero indotto il funzionario della Asl a fare le indagini epidemiologiche (secondo la Procura, per compiacere ‘politici locali’) e controllando un po’ di date si capisce perfettamente quali ambienti politici locali venissero sospettati, a loro insaputa e in barba alle loro convinzioni e agli atti che le certificano, di tenere più al lavoro che alla salute pubblica. Tutto un grande castello di sospetti e inspiegabilità animato da un grande quanto infondato pregiudizio.
Ma la domanda è: perché se un PM trova inspiegabile ciò che non gli garba e un giudice invece spiega che l’errore è nell’azione del PM, non succede assolutamente nulla? Chi giudica l’incapacità del PM di darsi ragione di ragioni evidenti? Nessuno? Amen.

Giustizia, Politica

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