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Votiamo tutti. Cabadderis contra barones

Posted on 24 Ottobre 201824 Ottobre 2018 By Paolo Maninchedda

La Sardegna sarà, con le Primarias – Primarie Nazionali Sarde, l’unico territorio della Repubblica italiana dove per la prima volta si sperimenterà un voto on line aperto a tutti. Non un voto riservato agli iscritti di questo o quel partito, ma a tutti. Sappiamo bene che questo espone al rischio del voto di persone ostili al progetto che vogliano intossicarne il risultato, ma è anche vero che se qualcuno sollecita altri a partecipare, poi è un po’ difficile richiamarlo per dare il voto elettorale per una coalizione o un candidato diverso da ciò che è uscito dalle primarie. Il voto strettamente controllato è della malavita, non delle relazioni politiche.
Le Primarias così organizzate fanno paura ai maestri del voto controllato, ai dipendenti dalla politica, cioè a quelli che devono fare politica per campare perché non hanno un mestiere cui tornare in caso di sconfitta. Fanno paura agli ultimi padrini sopravissuti, ai circoli dell’equivoco vincolati dall’omertà reciproca indotta dalla conoscenza delle reciproche debolezze.
Le Primarias così organizzate fanno paura ai subordinati al proconsole della Lega che fa cavalieri, duchi e marchesi sul campo di battaglia, perché alle Primarias non si tratta di mettersi in fila a chiedere la grazia, ma di mettersi a correre per testare la propria credibilità.
Le Primarias così organizzate sono il luogo vero di una nuova cavalleria sarda politica che rompa gli ultimi residui feudali, molto annidati all’ombra della cinta muraria della capitale del regno perché vivono di privilegi, e sono il luogo dove dunque rompere baronaggi ormai stantii.
Due parole al Pd che ancora non sembra più il partito che si voleva mettere in discussione dopo le elezioni politiche italiane, ma ha ripreso a concepirsi come il partito che vuole occupare il centro del tavolo pur non potendolo più fare. Due domande di politica, non di chiacchiera.
Che cosa intenderebbe fare il Pd dell’Ats? Noi, se vincessimo le elezioni, la raderemmo al suolo, smonteremmo strutture e egemonie che si sono annidate sotto la gestione Moirano. Il Pd che intende fare?
Seconda domanda: quali sono i rapporti reali tra il Pd e la magistratura, o meglio: cosa pensa il Pd degli effetti politici di alcune attività della magistratura? Sono curioso, perché sono personalmente infastidito da una persecuzione inconcludente che dura da anni, da archiviazioni frettolose su segnalazioni gravi che si contrappongono ad accuse stupide prese subito per importanti. Cosa pensa il Pd della giustizia giusta? Sono due domande semplici, cui non è certamente obbligatorio rispondere, ma sarebbe gradito per capire se il vento di freschezza e di libertà che si respira tra le fila della sinistra del Nord Sardegna ha raggiunto Cagliari oppure no.

Elezioni, Politica

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