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Verso Tramatza 23/9: l’eterno litigio tra sardi arrabbiati e impoveriti. I giovani che scelgono la malavita

Posted on 7 Settembre 20187 Settembre 2018 By Paolo Maninchedda

L’Istat ha prodotto un interessante report sui delitti commessi in Italia. Pur trattandosi di dati aggiornati fino al 2014, sono ancora gli unici ad essere disponibili e sono stati pubblicati nel 2017.
Cominciamo a leggere.
Andate a p. 76: scoprirete che la Procura della Repubblica di Sassari è la prima in Italia per numero di procedimenti per mancato versamento dei contributi previdenziali. Le stanno dietro solo Campobasso e Catanzaro; le altre procure sono notevolemente distanti.
Mettiamo insieme questo dato con l’altro (che abbiamo divulgato nei giorni scorsi, ovviamente senza alcun richiamo dei media sardi) che ci dice che il 76% dei contenziosi giacenti presso le Commissioni tributarie provinciali sono a Sassari, e ne viene fuori un territorio del Nord Sardegna che ormai non riesce più a pagare le tasse e sta riversando la sua crisi in Tribunale e in Procura.
Quale è il clima che si respira per strada e nelle case in questo contesto? Non sarà per niente un caso se il Tribunale dei minori di Sassari (p. 77) è il terzo in Italia (dopo Caltanisetta e Campobasso) per procedimenti definiti per lesioni personali e volontarie: a Sassari i ragazzi si picchiano duramente. Tristissimo e drammatico primato.
Ma non è solo Sassari a vivere in questo eterno conflitto: la Sardegna è quarta in Italia per imputati del reato di minacce e terza per quello di ingiuria (p. 96).
Ma sono ancora i ragazzi a svelare ciò che sta accadendo realmente in Sardegna sul piano educativo (come non rilevare che l’educazione, strategico interesse nazionale dei sardi, non è iscritta all’agenda della campagna elettorale, non se ne parla).
Andate alla p. 97, tabella 5.5: la Sardegna è prima in Italia per minori imputati per questi delitti: furto, lesioni, produzione e spaccio di stupefacenti, danneggiamento, ricettazione, minaccia, ingiuria, furto in abitazione e resistenza a pubblico ufficiale. Un quadro devastante ignorato da tutti.
La diagnosi è semplice: la Sardegna, impoverita da un fisco feroce, perseguitata dallo Stato con esosità cartaginese, si sta incattivendo e con perfetto masochismo punisce se stessa delle colpe dello Stato, abbandona la responsabilità educativa e si affida al conflitto tra le persone e per le cose.
Abbiamo ragione noi: la Sardegna non ha bisogno di essere divisa dagli estremismi e dagli odi. Ha bisogno di riconoscersi e di capire come unirsi e per che cosa. Noi a Tramatza cercheremo di iniziare a costruire questa unità dal basso, contro chiunque prima voglia costruire le trincee e poi i conflitti. Noi diciamo: prima dialoghiamo e poi, nel caso, dividiamoci.

Educazione, Politica

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