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Una Procura bicefala

Posted on 25 Aprile 202525 Aprile 2025 By Paolo Maninchedda 16 commenti su Una Procura bicefala

I lettori perdoneranno la mia verbosità, ma ho bisogno di fare tre premesse.

Prima Oggi è il 25 aprile, Festa della Liberazione dal fascismo e dai Nazisti.
Personalmente mi sono occupato del fascismo in tre occasioni:
1) quando ho studiato per l’esame di Storia contemporanea e il mio professore mi fece leggere De Felice, all’epoca in cui i “compagni” sputavano per terra al solo sentirne il nome (come anche storcevano il naso quando si nominava De Rosa). Oggi De Felice ha fatto fare tanti soldi a Scurati che ha ‘romanzato’ le sue fatiche;
2) quando ho cercato di capire perché mio nonno venne ridotto alla fame in quel de La Maddalena dai cognati fascistissimi (e ancora il quadro non mi torna); 3) quando mi sono occupato di Gramsci.
In tutte tre le circostanze, potei constatare come accanto e a supporto del fascismo dovuto alle leggi fascistissime e alla struttura del potere  che ne derivò, vi fu anche il potentissimo il fascismo delle relazioni e dei tribunali.

Seconda Il vizietto di far politica nei tribunali non è mai venuto meno in Sardegna e altrove. D’altra parte, Sigismondo Arquer era un “fiscale” e anche Angioy era un procuratore, perseguiti entrambi dai loro ‘colleghi’ appena il vento politico girò.
Se poi andiamo a vedere perché l’avv. Marongiu finì in carcere, nel caso Manuella, riusciamo a spiegarcelo solo analizzando la società cagliaritana del tempo, non sfogliando il codice. Personalmente sono ancora in attesa che mi si spieghi perché un agente di PG, senza che vi fosse alcuna ragione oggettiva per farlo, mi attribuì una sigla in calce a un documento che mai avevo firmato e mi fece avvisare dal magistrato per il reato di peculato.
Infine, per citare un altro esempio, ancora nessuno, in nessun grado di giudizio, ha analizzato i tempi con cui sono state aperte e chiuse alcune indagini su reati contro la Pubblica Amministrazione, che hanno prodotto da un lato massicce prescrizioni e, dall’altro, pesanti condanne. Come pure ancora nessuno ha indagato sul perché in primo grado un imputato è stato condannato per violenza sessuale in base a una perizia di un medico che medico non era e che è poi sparito nel nulla in secondo grado.
Insomma, in Sardegna, più si tiene tutto sotto il tappeto, più la puzza dei tribunali sale.
Dati i rapporti a livello nazionale dei Cinquestelle con le correnti organizzate della magistratura, che sono veri e propri partiti di magistrati, la politica dei magistrati, anche a livello periferico, si capisce solo avendo chiaro chi sono gli aderenti alle diverse parti [Area (sinistra), Magistratura Indipendente, Unicost (moderati), Autonomia&Indipendenza (Davigo)]. Ribaltare questa mappa sui protagonisti del duello giudiziario in corso sulal decadenza della presidente Todde è illuminante.

Terza Sul processo in corso sulla decadenza della presidente della Regione è in atto una legittima attività per difendere la Todde dal processo, piuttosto che nel processo.
È iniziata con un’azione di delegettimazione della presidente della Corte d’Appello, la quale, da ciò che ha scritto ieri L’Unione, ha aspettato di andare in pensione per presentare diverse querele per diffamazione.
È continuata con la scelta del Consiglio regionale di ricorrere contro lo Stato dinanzi alla Corte Costituzionale e con la dichiarata e votata volontà della Giunta per le elezioni del Consiglio regionale di aspettare l’esito di ogni giudizio prima di dichiarare la decadenza della Todde.
Ha avuto un’accelerazione incredibile dopo l’andata in pensione della presidente della Corte d’Appello, nonché presidente del Collegio di Garanzia elettorale.
Infatti, dopo questo evento e dopo la sostituzione di alcuni altri magistrati nel Collegio, si è saputo che il Collegio stesso intende cambiare l’avvocato difensore per nominare l’Avvocato dello Stato, il quale però ha già notificato l’impossibilità ad accedere a questo incarico.
A lato di ciò, sono coperte da una cappa di silenzio alcune notizie importanti:
1) è stata o non è stata aperta un’azione penale contro la presidente Todde in ragione degli atti presentati a giustificazione delle spese elettorali?
Chi è il difensore della presidente Todde e perché si nasconde?
È stata o non è stata presentata, per conto della presidente Todde, una richiesta ex art. 335 del Codice di Procedura Penale   per conoscere se ella è iscritta oppure no al registro degli indagati?
La Procura ha risposto? Io dico di sì, ma anche su questo atto incombe una cappa di minaccioso silenzio.
Perché?
Credo che questa presidiata e studiata cortina di fumo, la quale, sia chiaro, è pienamente legittima ma è altrettanto stridente per una militante del ‘partito dell’onestà’, sia servita da un lato a far sì che la memoria della Procura depositata ieri nel processo sulla decadenza deflagrasse prima di ogni altra notizia, dall’altro a rendere invisibile il filo che lega la strategia difensiva in sede penale con le iniziative in corso per rimuovere il difensore del Collegio di Garanzia.
Adesso possiamo entrare nel merito della memoria depositata ieri dall’Ufficio affari civili della Procura di Cagliari nel processo per la decadenza.
Anticipo la conclusione: è una memoria contraddittoria e molto pesante in sede penale per la Todde. Spiego il perché.

Tesi e antitesi La Procura ritiene che il tribunale sia competente rispetto alla causa iscritta (però chiede l’annullamento dell’ordinanza nella parte in cui dichiarerebbe una decadenza in realtà mai dichiarata perché sono solo stati trasmessi gli atti al Consiglio Regionale per quanto di competenza); concorda con il Collegio di Garanzia sul fatto che la presidente non abbia superato il tetto delle spese elettorali; poi entra nel merito della decadenza e argomenta che la Todde ha presentato un rendiconto di spese e pertanto non ricadrebbe nella fattispecie (mancato deposito) sanzionata con la decadenza dalla legge.
Certo, la presidente Todde ha depositato, e chi può negarlo? Ma la domanda è: se la presidente Todde ha depositato una dichiarazione falsa, è o non è come se non avesse depositato?
A questa domanda la Procura risponde dando torto alla Todde:
“La parte ricorrente [cioè la Todde] sostiene che in capo alla candidata Todde neppure gravasse l’obbligo diretto di rendicontazione dei contributi raccolti e delle spese affrontate (e, pertanto, a cascata, gli obblighi correlati della previa nomina di un mandatario, di accensione di conto dedicato e così via) poiché tutti i finanziamenti erano stati ricevuti e le spese della campagna elettorale erano state affrontate dal Comitato Elettorale 5 Stelle che aveva sostenuto la canidatura di Todde alla presidenza delal Regione. (…) Sul punto gli scriventi [cioè, la Procura] ritengono tuttavia che un comitato elettorale non possa essere considerato “partito” o “formazione politica della cui lista la candidata ha fatto parte” ai sensi della norma citata. Conseguentemente la candidata presidente Alessandra Todde avrebbe dovuto attenersi agli obblighi di rendicontazione in proprio di cui al comma 6 dell’art. 7 della legge 515/1993″. E dunque aveva ragione il Collegio di Garanzia elettorale quando aveva affermato che la Todde aveva usato il Comitato come schermo della sua reale attività?
Sarò tonto, ma la Procura afferma da un lato che la Todde ha violato l’art.7 della 515, quello che prevede come sanzione la decadenza, dall’altro non tira le somme sul valore della rendicontazione del Comitato presentata come propria. Se io presentassi come mia una cosa non mia, cosa farebbe un magistrato, la considererebbe un falso oppure no?
Ebbene, questo è lo stato della Giustizia in Sardegna

 

 

 

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Comments (16) on “Una Procura bicefala”

  1. Paolo Maninchedda ha detto:
    30 Aprile 2025 alle 18:05

    Egregio D’Agostino, mi complimento per la trasparenza e dissento profondamente nel merito. Tuttavia, giacché risponderle sarebbe lunghissimo (come sulla questione della lingua rispetto alla quale è scarsamente informato), mi limito a dare spazio ai suoi dissensi. La prego, però, di non ingolfare eccessivamente questo sito.

  2. Francesco D'Agostino ha detto:
    30 Aprile 2025 alle 14:59

    Egregio dott. Maninchedda, se le dà fastidio essere qualche volta contraddetto lo dica chiaramente. Per quanto concerne l’identificazione di coloro che intervengono nella discussione non ho problemi:
    il mio nickname (effedi) equivale a Francesco D’Agostino. Mi consenta, comunque, di farle una domanda: in quale passaggio i miei interventi sono “così ciechi e prevenuti”?
    Su questo suo articolo c’è un solo mio commento, nel quale ho esaminato alcuni aspetti giuridici della questione da lei posta. Ho detto che lei “ha preso una cantonata” riguardo all’attività del P.M. ed a conforto di quanto da me sostenuto le ho riportato il testo dell’art. 335. Lei ha probabilmente confuso l’attività che questo svolge in ambito civile con quella penale ed io l’ho fatto notare. Mi scusi se glielo domando: lei ha competenze in materia giuridica?
    Mi sono permesso di dire “Mi pare che il prof. sia entrato in questioni con le quali non ha grande dimestichezza, nelle quali anche gli avvocati esperti si muovono con una certa prudenza”. Che cosa ravvisa di così offensivo nei suoi confronti da ipotizzare la mia esclusione dalle discussioni su questo sito?
    Rispondo anche all’intervento di Marco Casu, che, comunque, con tono equilibrato ha esposto la sua posizione (la mia risposta può essere letta anche a commento dell’intervento di Aequitas). Gli chiedo quale significato si deve attribuire alle sue parole sul tema da me affrontato (“Lasci perdere poi la questione penale per le false dichiarazioni, quello è un altro paio di maniche”). Gli domando se nell’articolo del prof. Maninchedda era stata posta o meno una questione sotto il profilo penale (le trascrivo il testo, tanto per evitare fraintendimenti: “… sono coperte da una cappa di silenzio alcune notizie importanti: 1) è stata o non è stata aperta un’azione penale contro la presidente Todde in ragione degli atti presentati a giustificazione delle spese elettorali? Chi è il difensore della presidente Todde e perché si nasconde? È stata o non è stata presentata, per conto della presidente Todde, una richiesta ex art. 335 del Codice di Procedura Penale per conoscere se ella è iscritta oppure no al registro degli indagati? La Procura ha risposto? Io dico di sì, ma anche su questo atto incombe una cappa di minaccioso silenzio”).
    Devo dire che l’iscrizione nel registro degli indagati è un atto riservato della Procura della Repubblica (leggo da un sito internet: “il Pubblico Ministero non appena perviene al suo ufficio una notizia di reato provvede ad iscriverla su un apposito registro c.d. delle notizie di reato tenuto presso la sua segreteria senza che vi sia alcuna comunicazione all’interessato (il cd avviso di garanzia è notificato solo e solamente quando vi è da compiere un’attività alla quale può partecipare anche l’indagato altrimenti lo stesso non è informato della sua veste di persona sottoposta ad indagini)”. Tragga le sue conclusioni al riguardo.
    Sia detto per chiarezza che non ho nessun interesse a difendere acriticamente Todde.

  3. Roberto G. ha detto:
    27 Aprile 2025 alle 20:31

    Non riesco a capire la necessità di esternare frasi come ” morto un papa se ne fa un altro”.
    Equilibrio e rispetto. Che bisogno c’è di esternare disprezzo, di frasi senza senso e fuori contesto?

  4. luca ha detto:
    26 Aprile 2025 alle 21:42

    Aequitas, sottoscrivo. Piccolo e annoso problemino:siamo patria germinata da i nipotini e affini di : azzeccagarbugli,marchese del grillo, fascisti, parvenue,il tutto condito da mafie varie con colletti inamidati o non,massonerie eccetera eccetera ,la direi con prof. Maninchedda “ chiedo all iNps quanto mi manca per la pensione” sempre che,nel frattempo,non ci siano adeguamenti ricongiungimenti o quote da raggiungere e sorvolare …ps morto un papa se ne fa un altro.

  5. Ginick ha detto:
    26 Aprile 2025 alle 18:51

    Egr. Prof.
    Plaudo alla linearità, alla chiarezza e alle rigorose conclusioni consequenziali di Aequitas, in netto contrasto col discorso di effedi che dopo un lungo e tortuoso percorso arriva alle volute dubbiose conclusioni in modo da trarre in inganno il giudizio del cittadino medio, non certo analizzando le disposizioni di legge che regolano l’ argomento e che in modo semplice e logico sono state espresse da Aequitas a supporto di quanto da Lei assunto nel Suo “pezzo”.
    E la Giustizia, silente, osserva tutte le subdole manovre isolane che si cercano di compiere in suo nome, Dove arriveremo?
    Cordialità

  6. Aequitas ha detto:
    26 Aprile 2025 alle 13:10

    Leggendo il commento di @effedi, non posso esimermi dal rispondergli, vista l’assurdità delle posizioni sostenute.

    Anzitutto, l’obiezione centrale che muovi a Maninchedda, cioè che il PM in sede civile avrebbe avuto solo un ruolo marginale, è semplicemente fuori bersaglio. Qui non si sta parlando di un processo penale contro Todde, ma dell’accertamento di una violazione amministrativa con conseguenze politiche ben previste dalla legge: precisamente, la decadenza ex lege per la violazione della normativa nazionale (L. 515/1993) ratificata dalla normativa regionale.

    Se anche volessimo giocare sul piano che proponi, ti sfugge – o fingi di ignorare – che la violazione dell’art. 7 della L. 515/1993 (obbligo di rendicontazione autonoma delle spese) costituisce una fattispecie tipizzata che prevede la decadenza automatica da parte dell’organo competente, senza bisogno di alcuna sentenza penale. Ed è esattamente ciò che è avvenuto: il Collegio di Garanzia, organo regionale previsto dalla legge, ha dichiarato la violazione e ha trasmesso l’atto al Consiglio Regionale per l’esecuzione.

    Quindi, da manuale di diritto amministrativo e non solo, la Todde ha violato una legge nazionale che prevede sanzioni automatiche. Il Collegio di Garanzia ha esercitato la sua funzione giurisdizionale amministrativa, e la decadenza è un effetto automatico della violazione accertata. Fine della storia. Il Consiglio Regionale doveva limitarsi a ratificare la decadenza, non a contestarla in Corte Costituzionale con un ricorso surreale.

    Sostenere che i PM abbiano “assolto” Todde in sede civile è semplicemente ridicolo:
    i PM non sono giudici, ma parti del processo. E, come ben evidenzia Maninchedda (e come dovrebbe sapere perfino uno studente al primo anno di giurisprudenza), le memorie del PM non sono né sentenze né verdetti vincolanti. Sono semplici opinioni, magari autorevoli, ma pur sempre opinioni di parte.

    Quanto poi alla tua confusa esposizione sull’art. 335 c.p.p., direi che ti sei imbarcato in un terreno che conosci poco: qui non si parla di iscrizione al registro degli indagati, ma di un procedimento civile-amministrativo finalizzato alla verifica della regolarità delle spese elettorali, dove la decadenza è sanzione amministrativa, non penale. Non c’è bisogno di alcuna iscrizione nel registro delle notizie di reato per comminare la decadenza.

    Per non parlare poi della ironica esaltazione delle “manifestazioni di giubilo” della Todde:
    se c’è qualcosa di tragicomico in tutta questa vicenda è proprio il fatto che, in barba alla palese violazione della legge, si tenti di ribaltare la realtà invocando inesistenti “assoluzioni” da parte di chi non è giudice, contestando chi invece ha agito nel pieno rispetto della normativa.

    Infine, il tentativo di rimuovere il difensore del Collegio di Garanzia e sostituirlo con un avvocato “amico” della Todde (addirittura “la moglie” del difensore di parte avversa!) è talmente scandaloso che sì, sembra davvero roba da “Oggi le comiche”. Altro che diritto amministrativo, altro che diritto penale: siamo al diritto farsesco.

    In conclusione, concordo integralmente con il prof. Maninchedda:
    la Todde ha violato la legge, il Collegio di Garanzia ha agito correttamente, il Consiglio Regionale sta invece operando in grave contrasto con il diritto. E chi cerca di difendere questa situazione lo fa con arrampicate giuridiche tanto disperate quanto imbarazzanti.

  7. Marco Casu ha detto:
    26 Aprile 2025 alle 09:31

    Non me ne voglia Effedi se le scrivo che non ha perfettamente inteso l’articolo , nella sua parte finale ,denominata(non a caso) Tesi e Antitesi.
    Mi permetto dare la mia interpretazione, che ovviamente Paolo Maninchedda potrà respingere.
    Qui si avverte la impossibilità di un superamento della contraddizione perché una Parte, La Procura, ammette che un qualcosa che è stato dichiarato non risponde a verità ma allo stesso tempo, assume le conclusioni della parte ricorrente: revoca della sanzione della Decadenza.
    Questa è la singolarità di detta posizione , assume la sua Antitesi ma la contraddizione permane. Nessuna sintesi nessun superamento (tanto è vero che chiede la rideterminazione della sanzione pecuniaria che significa ammettere che dichiarazione non vera vi è stata.
    Lasci perdere poi la questione penale per le false dichiarazioni, quello è un altro paio di maniche.

  8. Francesco porcu ha detto:
    25 Aprile 2025 alle 21:12

    Ecchi sarebbe questo cabbu di scienza che si firma effebi?

  9. Paolo Maninchedda ha detto:
    25 Aprile 2025 alle 19:31

    Egregio Effedì, la fretta di volermi contraddire la porta a non leggere con attenzione. Io non ho mischiato ciò che lei confonde. Ho posto la questione penale in premessa, come dato contestuale. Infine, o si firma per esteso, data la frequenza dei suoi interventi così ciechi e prevenuti o i suoi commenti non verranno più pubblicati. Per esteso e col suo nome vero, che io conosco perfettamente, ma i lettori no.

  10. Marius ha detto:
    25 Aprile 2025 alle 19:00

    Dei fascisti non ci siamo mai liberati. Hanno solo cambiato bandiera. E molti stanno nella cosiddetta sinistra.

  11. effedi ha detto:
    25 Aprile 2025 alle 18:44

    Sento il bisogno di intervenire su questo argomento per dire la mia sull’articolo del prof. Maninchedda, in particolare sulla terza parte e sulle conclusioni (Tesi ed Antitesi).
    Devo partire da un aspetto tecnico della questione, relativo a ciò che egli dice in relazione alla “memoria depositata ieri dall’Ufficio affari civili della Procura di Cagliari nel processo per la decadenza. Anticipo la conclusione: è una memoria contraddittoria e molto pesante in sede penale per la Todde”).
    Anch’io anticipo la conclusione: il prof. Maninchedda ha preso una cantonata, confondendo l’attività, marginale, svolta dal P.M. in sede civile con la funzione che gli attribuisce il codice di procedura penale, ripeto PENALE, dettando l’art. 335, che il prof. Maninchedda pure richiama. Questo stabilisce nel primo comma che “Il pubblico ministero iscrive immediatamente, nell’apposito registro custodito presso l’ufficio, ogni notizia di reato che gli perviene o che ha acquisito di propria iniziativa, contenente la rappresentazione di un fatto, determinato e non inverosimile, riconducibile in ipotesi a una fattispecie incriminatrice. Nell’iscrizione sono indicate, ove risultino, le circostanze di tempo e di luogo del fatto”. Nel comma successivo (1-bis) la norma prevede che “Il pubblico ministero provvede all’iscrizione del nome della persona alla quale il reato e’ attribuito non appena risultino, contestualmente all’iscrizione della notizia di reato o successivamente, indizi a suo carico…”.
    Dice il prof. Maninchedda che “Certo, la presidente Todde ha depositato, e chi può negarlo? Ma la domanda è: se la presidente Todde ha depositato una dichiarazione falsa, è o non è come se non avesse depositato?”. La questione, ovviamente, non riguarda il caso esaminato dalla Procura in sede civile e, ovviamente, stando all’ipotesi prospettata, non riguarda nemmeno la questione sotto il profilo penale di cui si discute.
    Mi pare che il prof. sia entrato in questioni con le quali non ha grande dimestichezza, nelle quali anche gli avvocati esperti si muovono con una certa prudenza.
    Una ultima considerazione, che potevo risparmiarmi per via della sua ovvietà, ma che, a commento dell’articolo considerato, mi pare necessaria: il P.M. non è il giudice, ma una parte del processo. Le sentenze sono pronunciate dal giudice a conclusione del processo.
    Comunque, una lettura non frettolosa delle conclusioni formulate dal P.M. nell’atto del 24 aprile avrebbe fornito un quadro esaustivo, ancorché non definitivo, della questione esaminata.

  12. Stefano Locci ha detto:
    25 Aprile 2025 alle 14:06

    Elementare Watson. Peraltro, Egregio, ammiro la Sua capacità di analisi su questioni di giustizia; capacità tipica – mi perdoni per la indelicatezza – di chi, essendosi trovato a fronteggiare un sistema giudiziario come il nostro, ha dovuto studiare, ammarolla, la materia giurisprudenziale. Pena morte certa. Saluti e Buon 25 Aprile.

  13. Antonio ha detto:
    25 Aprile 2025 alle 11:29

    Chiedono l’annullamento dell’ordinanza che non esiste perchè il consiglio Regionale non si è espresso si capisce che la vogliono salvare “ e con la dichiarata e votata volontà della Giunta per le elezioni del Consiglio regionale di aspettare l’esito di ogni giudizio prima di dichiarare la decadenza della Todde. “ cosi finiscono la legislatura

  14. Simone ha detto:
    25 Aprile 2025 alle 10:32

    La domanda e’: ci sara’ un Giudice a Berlino? Riuscira’ in un clima cosi’ avvelenato il Giudice a non farsi condizionare?
    A prescindere da quella che sara’ la risposta la “RESISTENZA” di Fercia e di persone come lei danno speranza.

  15. G.F ha detto:
    25 Aprile 2025 alle 10:10

    “Ce ne sarà per noi liberazione, ce ne sarà per noi, ce ne sarà”
    “La libertà è un sogno che si avvera, è un canto che risuona nel cuore”.
    “Insieme, con forza, per un nuovo giorno, per un futuro di pace e di giustizia”.
    “Alza la bandiera, alza la voce, per la libertà e la democrazia”.

  16. Carla ha detto:
    25 Aprile 2025 alle 09:12

    E ora il via alle retorica delle celebrazioni del 25 aprile da parte di chi fa un uso improprio della libertà conquistata e usa tale ricorrenza solo come legittimazione politica utilizzando pratiche che spesso si discostano dai principi cui quella lotta si ispirava tra cui quello della giustizia uguale per tutti.. Possiamo con onestà pensare che quei principi vengano ancora oggi tutelati e difesi o vilipesi?

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