Nei prossimi giorni sarò impegnato in questioni universitarie. Non scriverò.
Mi preme illustrare come, secondo me, andrà finire la questione del giudizio sulla decadenza della Todde.
In termini generali dico che in questa vicenda c’è una corrente organizzata della magistratura molto impegnata a far sentire il proprio peso e quello dei suoi aderenti più potenti .
Il prossimo 2 maggio il Collegio di Garanzia revocherà il mandato all’avv. prof. Fercia.
In prima battuta delibererà di affidarlo all’Avvocatura dello Stato, la quale comunicherà di non poter assumere la difesa. A quel punto i tempi saranno così stretti che il provvedimento a carico della Todde verrà discusso dal Tribunale senza difesa.
La memoria difensiva del prof. Fercia sarà ritirata o comunque azzoppata e si cercherà di impedire che lui si costituisca autonomamente in giudizio.
La guerra contro ogni trasparenza sull’indagine penale continuerà, sfidando i giornali a svelare ciò che già sanno e a violare il segreto istruttorio.
Quando si arriverà al giudizio, sarà decisivo comprendere quanto il collegio ragionerà in termini di diritto o se sarà permeabile al gigantesco schieramento di poteri che stanno difendendo la Todde dal processo. A naso, la Todde se la caverà, come ho già detto, con la ragione della forza e non certo con la forza delle ragioni.
Non so se finirà così. Io mi aspetto che il tribunale non si pronunci sulla decadenza, che allo stato non è mai stata dichiarata, ma solo sulla sanzione pecuniaria. Sulla decadenza magari rimetterà la palla al Consiglio. Mi pare che nel caso Sumahoru abbia deciso in tal senso.
la speranza è l’ ultima a morire……
Egregio Professore,
come anche lei forse ricorderà, da quando Travaglio pubblicò, con sicumera degna di miglior causa, la “notizia” che la Procura aveva “assolto” la Todde, non ebbi più alcun dubbio.
Rimane solo da vedere quanto è tosto l’avv. prof. Fercia, ma allo stato attuale è rimasto come un davide davanti al golia dei padroni del vapore. E non sempre a davide riesce il colpaccio. Non avrà nessun aiuto, nemmeno da quelli che, all’opposizione per finta, sono silenti conniventi del percolante andazzo.
Se per ripristinare la legalità di fronte ad un fatto così eclatante come la vicenda della “rendicontazione farsa” della Todde siamo costretti ad invocare San Riccardo Fercia vuol dire che siamo davvero malmessi!!! Meno male che San Riccardo c’è!!!
Scherzi a parte è una vergogna.
Paolo fai uno sforzo e continua a combattere.
Questi non conoscono Riccardo Fercia: averci a che fare equivale a mettersi un riccio in tasca.
Per informazioni chiedere alla Facoltà di Giurisprudenza o all’ex rettore Maria Del Zompo.
Proff. si sapeva che finiva cosi, mi meraviglia il PD oramai sotto la protezione del M5S ed il caso Commissari lo sta dimostrando per non parlare della Sanità buona domenica e buon lavoro
Praticamente, per la Procura, la Todde potrebbe aver presentato anche lo scontrino della spesa della Conad, e avrebbe comunque presentato un rendiconto, per cui non si applica la disciplina della decadenza. Poco conta che difettino i requisiti formali e sostanziali prescritti dalla legge. Un modo di invitare i giudici ad aggirare e vanificare la legge, piuttosto che ad applicarla.
E come ha detto lei, professore, si staglia sullo sfondo l’ombra di una potente corrente della magistratura associata, a Cagliari storicamente più potente che nella media della Penisola, il cui collateralismo coi 5 stelle e con certe parti del PD (non tutte: altre le vedono come fumo negli occhi) nel nome del giustizialismo è ben noto.
Ma questa è solo una parte dello schema di gioco. Ci sono logiche ampiamente trasversali, anche all’interno della magistratura. Chi ricorda i termini dello scontro che era in atto ai tempi dell’inglorioso “caso Lombardini”, e prima ancora dell’ancor meno glorioso “caso Manuella”, ed è riuscito a farsi raccontare qualcosa “off the record” da qualcuno dei protagonisti, sa bene a cosa ci si riferisce.
Una cosa è certa: la legge 515 del 1993, per costante giurisprudenza e per espressa indicazione desumibile dai lavori preparatori, tutela il principio della “libertà di voto” stabilito dalla Costituzione, uno dei più sacri perché riaffermandolo, la Costituente enunciava la negazione di ogni fascismo, senza necessità di tanti proclami.
La trasparenza della propaganda elettorale e nelle relative fonti di finanziamento è essenziale per garantire che gli elettori non siano condizionati nell’espressione del proprio voto da logiche occulte e imperscrutabili. Vanificare l’applicazione rigorosa, e senza tentennamenti cavillosi, di una legge emanata apposta per garantirla in una delle fasi più turbolente dell’era repubblicana significa porsi già con un piede fuori dai principi democratici, e far rientrare dalla finestra qualche pezzetto di fascismo (come se non ne fossero rientrati già tanti …).
Che pena, il movimento che avrebbe dovuto aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno!
Sono molto delusa, perché ci avevo creduto. Davvero.
Caro Professore Maninchedda,
condivido profondamente la sua analisi lucida e coraggiosa.
Anche io ero convinto – e lo sono tuttora – che l’imponente schieramento di “poteri forti” a protezione della Todde avrebbe in qualche modo piegato l’esito della vicenda a suo favore, in un contesto che, in punta di diritto, avrebbe visto chiunque altro soccombere senza appello.
Tuttavia, analizzando gli ultimi sviluppi , emergono alcuni elementi che rendono il percorso della Todde assai più accidentato di quanto inizialmente apparisse.
In primo luogo, il ricorso alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione, presentato dalla stessa Todde e dalla maggioranza del Consiglio Regionale, appare francamente mal impostato: la competenza sul tema della decadenza è palesemente regionale, e difficilmente la Consulta potrà ignorare questo dato di fatto. Se, come sembra probabile, il ricorso verrà dichiarato inammissibile o rigettato, la strada per un ulteriore ricorso al TAR sarebbe ormai sbarrata per ragioni di tempo.
In secondo luogo, il tentativo – goffo e maldestro – di estromettere l’avv. prof. Fercia, sostituendolo con l’Avvocatura dello Stato (la quale ha già dichiarato la propria incompetenza a intervenire nella materia), si è rivelato un vero boomerang: Fercia, come riportato, sarà regolarmente presente in giudizio a tutela propria e non solo del Collegio di Garanzia Elettorale, rafforzando così la posizione difensiva in modo sostanziale.
A questo punto, Professore, credo che per la Todde non basteranno più nemmeno i poteri forti “terrestri”.
Forse, per riuscire a salvarsi da questa grottesca quanto imbarazzante vicenda, dovrebbe sperare in un intervento extraterrestre…
Infine, mi permetto di chiederle – con il massimo rispetto e ammirazione – di trovare, se possibile, qualche minuto per continuare a illuminare questa storia sulla sua rubrica.
Mai come ora è necessario un racconto autentico e indipendente degli eventi, capace di resistere alla cappa di omertà e manipolazione che in troppi cercano di calare su questa vicenda.
Questo è il risultato che auspica la maggioranza e l’opposizione. ( Poi ci si chiede perché la gente non va più a votare)
Dire che non succederà niente , è una grande provocazione per il diritto .
Sicuramente una sconfitta del diritto al di là di ogni ragionevole dubbio ma di sicuro non daranno rose e fiori per i quattro anni mancanti alla fine legislatura.
Solinas è già stato dimenticato in un solo anno.
P.s. : L’Assessore al Bilancio, ha dichiarato che la massa effettivamente manovrabile delle risorse sono trecento milioni perché gran parte di esse sono accantonamenti (cioè non impegno di spesa).