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Tutto è possibile in Regione. Ep. 2: Stessa pratica agricola, stipendio diverso

Posted on 23 Novembre 201926 Novembre 2019 By Paolo Maninchedda 2 commenti su Tutto è possibile in Regione. Ep. 2: Stessa pratica agricola, stipendio diverso

Il secondo episodio della prima serie Tutto è possibile in Regione ha sempre come spunto il Disegno di legge in discussione in Commissione Bilancio intitolato “Quarta variazione al bilancio 2019-2021 e disposizioni varie “. Anche oggi ci occupiamo delle “Varie” che sono le più utili a tratteggiare la qualità poltica del governo della Regione Sardegna.

Oggi la puntata della serie è dedicata al comma 17 dell’art. 8. Eccolo qui.

Esso prevede che per soccorrere Argea nello smaltimento delle pratiche pregresse – che non sono 90000, ma forse un terzo – si crei una task force (semper fidelis) composta da personale della Regione e/o della amministrazione pubblica, che andrà a operare dove? Non in Argea, ma in Presidenza. La logica va a pallino, ma il pallino è saldamente in mano alla Giunta.

Dopo di che si prevede di pagare questo personale con un’indennità aggiuntiva allo stipendio percepito che viene quantificata nella relazione illustrativa in 58.000 euro annui a persona se esterna all’amministrazione regionale (gli interni godranno invece dell’incentivazione dei dirigenti). Ovviamente, i 58.000 verranno corrisposti a coloro che raggiungeranno il 100% degli obiettivi, gli altri andranno a percepire tra il 75% e il 90% a seconda del risultato conseguito e chi non raggiungerà almeno il 75% non percepirà nulla. Quindi la forbice delle indennità corrisposte oscillerà tra i 43.500 aggiuntivi e i 58.000.

Ora occorre sapere che non si parla di 10 o 20 o 50 indennità, ma si parla di poter arrivare fino a un massimo di 200. Cioè si immagina di poter costituire una task force fino a 200 persone.

Nel frattempo si stanzia per il 2019 (un mese) 320.000 euro (circa 5 persone) e 3.500.000 per il 2020 (circa 60 persone).

Sono operazioni che parlano da sole, quindi non serve neanche commentare. Tuttavia, non si può non notare che il meccanismo immaginato ha qualcosa di paradossale, di favolistico, di pinocchiesco.

Si immagina Argea, organismo pagatore della Sardegna, che manda le pratiche inevase alla task force, dove non vi sono persone abilitate a corroborare e autorizzare pagamenti, perché per far questo occorre essere strutturati in Argea. La task force cosa fa? Dovrebbe istruire le pratiche (come? Mistero.) e poi rimandarle ad Argea che dovrebbe procedere alla loro liquidazione. Posto che si riesca a farlo (mi pare impossibile, ma tutto è possibile in regione e in questa Italia), accadrebbe la cosa paradossale che chi autorizza il pagamento continuerebbe a prendere il suo solito stipendio, chi istruisce, invece, percepirebbe il suo stipendio ordinario e l’indennità aggiuntiva di cui sopra. Un capolavoro amministrativo.

Amministrazione, Politica

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Comments (2) on “Tutto è possibile in Regione. Ep. 2: Stessa pratica agricola, stipendio diverso”

  1. Ignazio Cabua ha detto:
    23 Novembre 2019 alle 09:30

    Buongiorno
    Tutti veri i fatti dell’articolo.
    Tutte condivisibili le opinioni.
    Si consideri che i tecnici ed i funzionari Argea continueranno ad istruire pratiche a fianco di tecnici e funzionari Laore che per la medesima attività riceveranno un’indennità economica.
    La situazione di Argea non può essere affrontata con una “misura tampone” peraltro evidentemente sperequativa verso il personale.
    È l’attività istruttoria specifica che viene svolta in Argea che andrebbe valorizzata, proprio per la sua specificità. Ossia andrebbe valorizzata la figura professionale che si occupa di queste delicate attività (trattasi di maneggio di denaro pubblico, da circa 10mila euro a qualche milione). Come si può valorizzare una figura professionale all’interno di un contratto di lavoro pubblico? Riconoscendo le peculiarità di quella funzione ed attribuendogli un’indennità economica che allo stato attuale non esiste. In tal modo ci sarebbero probabilmente le liste d’attesa per far parte di Argea piuttosto che le liste di coloro i quali vorrebbero cambiare attività.
    Grazie

  2. Mario Pudhu ha detto:
    23 Novembre 2019 alle 08:07

    Candho si narat “dare occupazione” e “lavoro” za est cun resone!
    E custa “task force” (at a cherrer nàrrere “intasca forze” o solu “tascaforse”?) at a èssere chi, mai istraca, a prus de fàghere unu triballu “ordinario”, ndhe faghet cada die un’àteru “straordinario” triballendhe a su dópiu (e mai istraca)! E totu sos miràculos zustu chi siant pagados.
    De su restu aite custa “maggioranza” a postu un’esércitu de 660 (seschentossessanta) candhidados?
    Ma de custas cosas ite ndh’ischit sa zente sempre afelonada disisperada pro si campare ma eternamente isperendhe e pedindhe in debbadas un’azudu o assumancu unu segamentu de ancas in mancu e fuindhe, si apenas apenas ischit inue est ma no ite est custu lampu de RAS o totu su prus ischit chi est “la cuccagna”?
    Ite faghimus? Abbarramus ammammalucados trassidos incantados coment’e atontados paralizados o faghimus che a su pastoriu chi, eternamente isputzidu ca solu a lu pessare tenet fragu de ledàmine animale, candho no ndhe podet prus de su fele e de su disisperu “iscópiat” e s’istrópiat?

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