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Svastiche, bestemmie e terrorismo latente. Ma stanno tutti bene

Posted on 3 Maggio 20193 Maggio 2019 By Paolo Maninchedda

Irrompono nella sede della Cgil a Nuoro e disegnano sui muri una svastica, ma sono ragazzacci. Bestemmiano prima di un pellegrinaggio, ma erano ubriachi. Si riuniscono e fanno il saluto fascista, inneggiano a Mussolini (e tutto è iniziato in Sardegna, in un funerale accademico turritano), ma è libera espressione del pensiero. A qualche centinaio di chilometri dalla Sardegna le persone si scannano in una durissima guerra civile, ma non ci riguarda. Un gruppo di conservatori americani continua in una indegna campagna diffamatoria contro il Papa, addirittura additandolo come eretico, ma tutti tacciono, tutti fanno finta di non sapere che dietro ci sono ampi settori conservatori degli Stati Uniti, irritati dalla pulizia che il Papa sta facendo nelle fila cardinalizie, imbufaliti per le posizioni del Pontefice a difesa dell’ambiente (e nel frattempo abbiamo un neo assessore dell’ambiente che anziché occuparsi della vera emergenza ambientale della Sardegna – che sono le discariche – polemizza con la Giunta precedente – in palas anzenas corrias largas – sull’antincendio), dell’Africa e dell’America Latina.
Sembra di rivivere i primi anni Settanta, la culla del terrorismo e della lotta armata. Anche allora le periferie urbane e i ceti sociali più poveri non erano animati dai partiti di governo, ma dagli estremismi di Destra e di Sinistra (il famoso “Prima gli italiani” è stato adottato da Salvini, ma il copyright è di Casapound).
Anche allora il ceto medio malpagato cominciò a vedere le nuove generazioni orientate a nutrire posizioni estreme e radicali perché i partiti di governo, in testa il Pci, non riuscivano a interpretare, con categorie post belliche tragicamente invecchiate, i nuovi bisogni di giustizia, mentre il ricordo della Resistenza, sacrosanta e tragica lotta armata contro il nazi-fascismo riprendeva a alimentare quanti volevano contrapporsi al mito del Duce (e infatti anche oggi a chi fa il saluto romano, molti rispondono con “Bella ciao”).
Anche allora i settori più avanzati della Chiesa, quelli nutriti dal senso della giustizia e della bontà, si impegnarono, pagando un prezzo altissimo, a educare che per lottare non c’è bisogno di odiare ma di testimoniare, di saper pagare di persona, mentre settori della chiesa autointerpretatisi come ‘realisti’ facevano cerimonie medievali piene di contrizione e mistero, insegnavano un catechismo lunare, e, in una parola, tiravano a campare.
Anche allora ogni manifestazione finiva in uno scontro tra manifestanti e Polizia, come sta accadendo oggi.
Anche allora i servizi di sicurezza avevano altri problemi (in particolare il terrorismo mediorientale e l’anima anarcoinsurrezionalista sempre latente in Italia, né più né meno come oggi) e si trovarono imprepaparati di fronte alla strage di Piazza Fontana.
Anche allora fascismo e antisemitismo (gli atti esplicitamente antisemiti sono aumentati in Italia del 60% in un anno) andavano a braccetto. L’associazione del disprezzo degli ebrei e dei neri è antichissima e antropologicamnete radicata in Italia (non in Sardegna, se non nelle aree urbane, ma da noi in campagna non ha mai attecchito).
Anche allora c’era un’ampia area a Destra e a Sinistra tentata dalle armi. Poi accadde ciò che tutti sappiamo: una tragica guerra civile, stragi, depistaggi, carabinieri, poliziotti e magistrati uccisi in nome del popolo, lo strazio di Moro, tutto prevedibile, tutto consocibile ma ancora prudentemente mascherato ancora oggi.
Anche allora erano solo ragazzate.

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