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Sanità: primo passo sbagliato e comunque disatteso

Posted on 27 Marzo 201927 Marzo 2019 By Paolo Maninchedda

I giornali sardi, come di consueto, non pubblicano mai i documenti originali di cui parlano. È l’antico vizietto dei giornalisti di enfatizzare il loro ruolo di mediatori dell’informazione creando una cortina fumogena intorno alle fonti.
Pensiamo dunque di fare cosa utile pubblicando la lettera del Presidente Solinas che prescrive all’Ats di limitarsi all’ordinario. Inutile cercare l’atto sul sito della Regione: l’ultimo comunicato stampa on line è del 23 agosto 2018.
Ecco il testo della lettera.
Ciò che risulta immediatamente evidente è che un atto quasi ordinario per un nuovo Presidente della regione, cioè l’indirizzo agli enti di limitarsi all’ordinaria amministrazione, viene giustificato in premessa con una pagina intera di richiamo al DM 70/2015, cioè a una norma italiana che se applicata in Sardegna secondo gli standard che impone, chiuderebbe un numero considerevole di ospedali minori e renderebbe il servizio sanitario peggiore di quello che già è. L’esordio delle politiche sanitarie è nel segno di una totale e burocratica subordinazione a norme italiane assolutamente estranee e ingiuste rispetto alla struttura demografica della Sardegna e ai bisogni cui i servizi sanitari dovrebbero rispondere.
C’è poi una questione filologica: non capisco perché il Presidente della Regione si riferisca a se stesso come ‘Autorità di governo’ con un sintagma che sembra invidiare la titolazione talassocratica di Massimo Deiana, ‘Autorità portuale’. Mi pare che sia la prima volta che questo accade riferito al Presidente. Non ne capisco la ragione, a meno che non sia un espediente amministrativo per ovviare al problema derivante dal fatto che il Presidente è senza Giunta e che, a leggi vigenti, è ancora un organo collegiale a guidare la politica sarda. Il Presidente può legittimamente e in situazioni di urgenza emettere suoi decreti, ma sugli atti di indirizzo connessi con la materia programmatoria, cioè con competenze squisitamente consiliari, non sono sicuro delle sue competenze. Resta il fatto che definirsi Autorità di governo svela una cultura giuridico amministrativa con precise stigmate culturali che rinviano a tecniche di compilazione degli atti che non vedevo, e senza rimpiangerle, da diverso tempo.
Nello stesso giorno, però, e questo la dice lunga sul disordine amministrativo derivante dal passaggio dello Stato dalla condizione liquida a quella gassosa, il dirigente delle risorse umane dell’Ats pubblicava sul sito dell’Azienda l’attivazione delle Strutture complesse di ortopedia afferenti ai presidi unici di area omogenea. Insomma, the show must go on, perché di uno show di protervia politica è stato il valzer di nomine nelle strutture complesse dell’Ats, a dispetto di qualsiasi neonata ‘Autorità di governo’.

Politica, Sanità

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