La scelta del Collegio di Garanzia regionale (presieduto dal Presidente della Corte d’Appello di Cagliari facente funzioni e composto anche da altre tre magistrati) di revocare l’avvocato Fercia e di lasciare l’ordinanza di decadenza della presidente Todde senza difesa in tutti i gradi di Giudizio, non è una notizia qualsiasi.
È l’evento più tragico e grave degli ultimi dieci anni della storia politica della Sardegna e accade dopo una serie di eventi che dovrebbero portare a rivoltare come un guanto il Palazzo di Giustizia di Cagliari.
Li elenco:
– nella scorsa legislatura, la Procura ha aperto un fascicolo contro il Presidente della Regione, puntando a sequestrarne il pc, il quale, però, viene rubato da ignoti qualche ora o qualche giorno prima della perquisizione. Colpevoli sconosciuti e, a quanto si vede, impuniti;
– due magistrati della Procura di Cagliari divengono oggetto di dossieraggio falso e anonimo, operato con la manipolazione di documenti però sensibili, sulla piattaforma Telegram. La Procura di Roma apre un’inchiesta. Colpevoli sconosciuti e, a quanto si vede, impuniti;
– in questa legislatura viene violato l’Ufficio del Collegio di Garanzia Elettorale presso la Corte d’Appello di Cagliari, proprio mentre questo sta discutendo la delicata vicenda della decadenza della presidente Todde. Colpevoli sconosciuti e, a quanto si vede, impuniti;
– alcuni componenti del Collegio di Garanzia Elettorale della Sardegna che aveva votato l’ordinanza di decadenza della Presidente Todde sono stati sostituiti o perché trasferiti o perché andati in pensione (come la ex presidente, la dott.ssa Cucca). I nuovi componenti non ravvisano vizi nell’ordinanza precedente, non la revocano, ma decidono di revocare, in tutti i gradi di giudizio, il difensore. Chiaramente, il vantaggio di questa scelta (il famoso cui prodest?) è tutto per la presidente Todde. L’ordinanza si troverà in giudizio come il corpo di Polizia Stradale nelle udienze dinanzi al Giudice di Pace: senza difensore. Un decisione con molti effetti e nessun motivo.
Quando ieri è rimbalzata la notizia della revoca di Fercia, questo ultimo supremo atto di arroganza istituzionale, da Roma è rimbalzata la notizia che vi sarebbero indagini in corso su Cagliari aperte in ragione di esposti opportunamente presentati e sottoscritti. Non so se a muoversi sarà prima il Ministero di Grazia e Giustizia o la Procura di Roma o se si muoveranno insieme, fatto è che ieri nella capitale ne sapevano più di quanto non se ne sapesse a Cagliari, segno di una misura colma e informata.
Dinanzi a eventi così gravi, di tale portata da indurre a rivedere quanto io ed altri abbiamo scritto sull’indagine della DIA denominata Monte Nuovo (quella per intenderci che svelò la cordialità tra pregiudicati e uomini delle istituzioni), i quotidiani sardi di oggi danno sì la notizia della revoca del prof. Fercia, ma lo fanno con malcelato stupore, attenuandone entrambi (nei titoli e nel rilievo nella pagina) la portata, trattandola come una stranezza di secondo livello, sovrapponendo questioni comuni a questa che è la più grave ed esplicita connessione mai vista prima tra lo scontro politico sardo e gli organi di garanzia presieduti da magistrati.
Oggi il titolo avrebbe dovuto dire che il Collegio di Garanzia in carica ha disarmato in giudizio l’ordinanza di decadenza, cioè che i difensori della Todde non avranno contraddittorio. Invece no, i titoli sono burocratici, i titoli grondano di paura, paura del potere della magistratura che, in questo caso, ha mostrato un volto terribile e inatteso (per alcuni, non per me).
Un tempo i magistrati ricercavano reati e mascalzoni, ora la partita tra loro sembrerebbe un’altra. «Voi ci consentite di salvare i nostri e noi vi consentiamo di salvare i vostri». Viva la democrazia e viva la giustizia!
L’indipendenza della magistratura è stata già distrutta dalle correnti della magistratura. L’unica loro indipendenza rimasta in piedi, salvo poche eccezioni, sembra essere quella dai reati.
Personalmente lo dedico a tutti coloro che manifestano contro il governo nazionale, sostenendo che la democrazia è in pericolo, che c’è un pericolo fascismo, che non si può più manifestare, salvo poi prendersi la libertà di mettere a ferro e fuoco le piazze, bruciare macchine, sfasciare vetrine, pestare le forze dell’ordine, ma c’è un pericolo bavaglio… siamo un paese ingessato dalla corruzione dai più bassi ai più alti livelli, quella più evidente, sfacciata e sempre impunita. Mi fa schifo accendere la TV e ascoltare una parte politica, della quale fa parte il campo largo sardo, ergersi paladini della democrazia e dell’onestà e ancora più schifo cittadini che si accodano come un gregge e ancora non si rendono conto che sono solo presi in giro. La todde in un anno ne ha collezionato veramente tante e gravissime, tanto da fare impallidire solinas…l unico intento di conte e todde in Sardegna è crearsi un bacino elettorale per le prossime politiche, il quale altrimenti farebbero sparire i 5 stelle e i sogni di conte di fare il premier, quindi hanno dato il via all occupazione e alle mance, per il resto non vedo mezzo problema risolto, problemi sempre più grandi. Soru e la parte pulita del PD ci videro benissimo. Viva l onestà e la legge è uguale per tutti i nullatenenti…
niente di nuovo all’orizzonte tutto come previsto, chissà se in queste decisioni c’entri la riforma sulla separazione delle carriere che il Governo vuole fare , al posto della Todde c’era Truzzu molto probabilmente era all’Hotel ” Ettore Scalas ” di Uta
Ragionamento da dilettante: se il (nuovo) Collegio di Garanzia ha revocato i mandati all’ avvocato che li aveva ricevuti da quello composto diversamente, i casi sono due.
1) proceduralmente il nuovo Collegio ritiene di poter stare in giudizio senza difensore e vediamo come e se si difende davanti ai magistrati del giudicante che comunque potrebbero dargli ragione, sulla revoca del mandato già conferito (cosa che potrebbe essere non fossaltro che la revoca in teoria poteva essere anche fatta dal vecchio Collegio in seguito a diverse valutazioni). Poi i magistrati del giudicante ovviamente decideranno nel merito e cioè se l’ammenda e la decadenza comminate dal vecchio Collegio siano o meno legittime.
2) se, invece, il nuovo Collegio non può stare senza difesa i magistrati del giudicante penso che si asterranno dal merito della decadenza e della ammenda comminate e imporranno al nuovo Collegio di munirsi di un difensore.
Se poi sia nel primo che nel secondo caso le decisioni prese dai magistrati del giudicante possono essere(?) impugnate, dal collegio dei 5garbuglicavillosi o altri, penso che siamo di fronte a
UNUCASINUMANNU
Questa vergognosa che ci governa, non può andare via. Con chi ha fatto accordi?
Qualche mese fa, i supporters della presidente avevano gridato allo scandalo perché nel collegio di garanzia ci sarebbero stati dei componenti con familiari in odore di conflitto di interesse, illazione davvero ridicola che onestamente faceva ridere i polli. Siamo sicuri che stavolta tra i componenti non ci sia nessuno che si sarebbe dovuto astenere per opportunità quantomeno?
Leggere quanto accaduto con la revoca dell’avv. prof. Riccardo Fercia da parte del Collegio di Garanzia elettorale lascia sinceramente sgomenti. Non solo per la gravità del gesto in sé — che priva di qualsiasi difesa un atto giuridico di fondamentale importanza come l’ordinanza di decadenza — ma per ciò che rappresenta simbolicamente e politicamente: un atto di sopruso, di arbitraria cancellazione del contraddittorio, il fondamento di ogni giustizia.
La revoca dell’avvocato Fercia non è solo un’azione tecnica: è la manifestazione plastica di un sistema che agisce per tutelare se stesso, che mostra una magistratura chiusa, autoreferenziale, incapace di accettare critiche e pronta a piegare le regole pur di preservare la propria aura d’intoccabilità.
E la cosa più inquietante è che proprio coloro che si erano presentati come i paladini della trasparenza, della giustizia, della “legalità”, oggi appaiono come i primi beneficiari — se non complici — di questa degenerazione. I grillini, che urlavano “onestà, onestà, onestà” nelle piazze, oggi sembrano perfettamente integrati e protetti da quello stesso potere opaco che promettevano di abbattere.
Qui non si parla più di una semplice battaglia politica. Qui si tocca il cuore stesso della democrazia. Se un atto può essere lasciato senza difesa per scelta politica o per interessi di parte, allora siamo davvero davanti a un pericolo sistemico. E sì, c’è da avere paura. Perché quando viene meno la garanzia del diritto, crolla tutto il resto.
E chi ha ancora voce, chi ha ancora coscienza, ha il dovere di denunciare, di combattere e di non piegarsi. Prima che sia troppo tardi.
Lo spirito della P2 è vivo e vegeto! Politica, magistratura e stampa tutti insieme per condizionare, coordinare e gestire… evidentemente adesso fa comodo manovrare la Todde e la tengono in vita ai loro fini. Professore comprenderò perfettamente se non dovesse farlo ma l’attacco eversivo alla democrazia è tale che ritengo necessario reagire con forza. Solo lei ha l’autorità morale e politica per denunciare pubblicamente ciò che accade. Lei e l’avv. Fercia convocate una conferenza stampa in Parlamento, chiedete di presentare interrogazioni parlamentari. Fate casino! Poi magari si scoprirà (dubito…) che il Collegio di Garanzia ha sbagliato, che ha tratto conclusioni errate però questa gestione opaca (per usare un eufemismo) di quanto accaduto impone il massimo rigore possibile.
Lo stupor per questi fatti è oramai sopito perché l’illegalità e la strafottenza di alcuni individui è divenuta, ahinoi, un fatto quotidiano. “La rabbia e l’orgoglio si sono uniti ed hanno partorito un figlio robusto: “lo sdegno”, così nelle parole di Oriana Fallaci, le più giuste a commentare siffatti avvenimenti. Questi cosiddetti potentati sono diventati “barones de sa tirannia”, così come si canta nell’inno della Sardegna. Buona giornata
Diranno che è il solito abuso della destra al governo, ormai il grillismo ha contagiato inesorabilmente la politica, soprattutto da quando m5s ha sapientemente usato l’apriscatole per trovare la strada del potere
Arroganza e insipenza sono una miscela esplosiva che rischia di deflagrare in tutta quella(cosidetta) sinistra sarda
Non cambierà mai niente, perché in Sardegna non esiste una vera società civile, anche se si cerca di autoconvincersi del contrario. Nel teatrino dei potenti, si scannano tra di loro per marcare il territorio o stabilire chi è il “maschio alfa”, ma nelle basse sfere del “popolino” a nessuno importa niente degli alti principi, di giustizia, di equità, di imparzialità e quanti altri luoghi comuni si possono rimediare nei discorsi rituali del Capo dello Stato, che così vengono vilipesi. Basta che a loro arrivi qualche briciola.
Chi può, soprattutto i giovani, farebbe meglio ad emigrare. Come stanno facendo da tempo le eccellenze della sanità sarda, e lo faranno sempre di più, visto l'”esempio” dato col vergognoso caso del dott. Massimiliano Tuveri.
Come cantava circa quarant’anni fa Edoardo Bennato:
“Sono loro, quelli più potenti
voi che non contate voi dovete stare attenti
a volte protestate, vi fate il sangue amaro
ma quelli sono maghi, vi leggono il pensiero.
Per questo ogni anno quando arriva Carnevale
tirano fuori dal cilindro la scheda elettorale
e chiusi in una cabina voi come ultima illusione
mettete una croce a caso dove più vi pare.”.
Buondì Prof!
Mi ha sempre inorgoglita leggere all’ingresso della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari che avevo scelto per il percorso di studi il brocardo: “Unicuique suum tribuere”.
Spero intervenga il Ministero perché è una vergogna assoluta.
Pieno supporto a Riccardo Fercia, collega di studi e persona integerrima.
Il DIRITTO in cui da giurista credo fermamente, non può ridursi a questo (Lucia Chessa stamattina mette una immagine di una partita di calcio che si svolge senza portiere e difensore nella squadra avversaria, credo che renda molto l’idea).
Ciò che nessuno dice è che se dovesse esserci un provvedimento del tribunale positivo per la todde, tale provvedimento non avrebbe modo di essere impugnato tenuto conto che tutti i costituiti in giudizio sono a favore della todde e l unico contrario, fercia, costituendo in adiuvandum, non può impugnare… un modo subdolo per aiutare, e, se si sono spinti a tanto, non vedo difficoltà a che il presidente del collegio del tribunale possa anche essere stato avvicinato per indirizzare la decisione… una vergogna
E il sogno realtà diverrà.
E vissero felici e contenti .
Un collegio giudicante decide sugli atti
Poco importa se si ribadisce con memorie difensive la bontà della decisione
È un processo sui documenti e quelli sono a prescindere sulle ulteriori deduzioni
Smonteranno tutto.
La legge non è uguale per tutti. PUNTO