Il mese scorso è comparso nelle librerie italiane il nuovo libro di Mirella Serri (una delle storiche italiane più autonome, in termini di pensiero e di vita).
Ha un titolo che suscita invidia per quanto è bello: Nero indelebile. Le radici oscure della nuova destra italiana, Longanesi, euro 18,60.
Avrebbe potuto intitolarlo anche in altro modo, per esempio: Inside Giorgia, perché il libro è un’indagine accurata nel retrobottega culturale e sociale di Giorgia Meloni e dimostra come Fratelli d’Italia affondi le sue radici in quel mondo delle persone di destra che vengono dalla destra post-fascista, delle persone di destra-destra secondo le parole di Francesco Storace.
È un libro che, con progressione felice, toglie la maschera di liberali di destra a Fratelli d’Italia.
In questo partito di liberale non c’è nulla se non ciò che di volta in volta vien fatto dal governo Meloni sull’onda più delle circostanze politiche internazionali che delle convinzioni e degli obiettivi originari della presidente del Consiglio.
Chi ne avesse voglia può leggere delle origini nella sezione missina di Colle Oppio, o del ruolo di maestro svolto da Pino Rauti (che è stato il grande riciclatore, negli anni Settanta, delle furbizie retoriche di Julius Evola, erroneamente definito filosofo da taluni e che meglio si direbbe esoterista-sessualomane) o del tradimento operato da Giorgia ai danni del primo mentore, Gianfranco Fini, vero costruttore di un’emancipazione della destra italiana dal fascismo nella direzione di un partito conservatore, moderato, nazionale italiano (non a caso Fini venne linciato dalla forza di Silvio Berlusconi che lo avvertì subito come un temibile concorrente di Forza Italia, perché più serio e meno fregnarolo).
Il libro ha una forza e un limite.
La forza è di orientare la sua lettura attraverso il primo capitolo (come da scuola) che ha tutto l’aspetto di essere stato il vero movente alla scrittura. Vi si tratta della legge Acerbo, la legge elettorale del 1924 che assegnava la maggioranza dei 2/3 dei seggi alla forza politica che avesse vinto le lezioni superando il 25% dei consensi. La Serri istituisce un parallelo tra la legge Acerbo e la proposta di legge sul premierato attualmente in itinere in Parlamento.
Il parallelo è fondatissimo.
Anche a mio avviso ci sarà una Meloni moderata prima dell’approvazione della legge sul premierato e una Meloni fascistissima, cioè coerente con se stessa, ad approvazione avvenuta.
Il limite del libro è nel non dire, se non in forma confusa e tra le righe, qua e là in diversi capitoli, che come Mussolini non si avvantaggiò direttamente della legge Acerbo (perché votò per il partito fascista il 64% degli italiani aventi diritto), così oggi il successo della Meloni non dipende certo dalla futura legge sul premierato che, semmai, come vien giustamente scritto, è l’escamotage normativo per liberare lei da ogni inibizione costituzionale.
Il consenso della Meloni è in buona parte figlio del dissenso verso la proposta alternativa, quella rappresentata da Pd e Cinquestelle, esattamente come per Mussolini fece più la paura della rivoluzione socialista e la saturazione verso l’inconcludenza e la corruzione del vecchio mondo liberale (che, soprattutto dopo la Grande Guerra, riuscì a far sembrare ritualistici, inconcludenti e odiosi i percorsi della democrazia parlamentare) che non la forza retorica del traditore socialista.
Questa è la parte mancante, cioè l’analisi di ciò che ha fatto grande la Meloni non per suo merito, ma per demerito dei suoi avversari.
Alla famiglia tradizionale proposta dalla Meloni, cosa contrappone la Sinistra? Un vero pasticcio, una galassia di proposte confuse, intolleranti, pasticciate e vocianti che spaventano piuttosto che rassicurare.
Per il contrasto all’immigrazione clandestina, che cosa propone la Sinistra? Certo non più le misure feroci e drastiche del duo Napolitano-Minniti che, però, salvarono l’Italia (120.000 sbarchi nel 2017, 23.000 nel 2018). Ma oggi, che cosa propongono Pd e Cinquestelle? La percezione è che propongano disordine.
Per la tutela delle forze dell’ordine durante le manifestazioni pubbliche, che cosa propone la Sinistra? Non si sa, e intanto ci siamo bevuti un decreto sicurezza che forse Mattarella avrebbe dovuto legegre con maggiore attenzione.
Sull’anarchia delle periferie urbane, sul degrado delle tante movidas, sul dilagare della violenza giovanile, sulla crisi di qualsiasi autorità e sul disorientamento che oggi serpeggia nelle scuole, che cosa dice la Sinistra?
Nulla.
La Sinistra adotta come proprio il disordine, sperando di avvantaggiarsene elettoralmente.
Ecco, finché non sarà visibile un partito riformista, federalista e liberal-democratico, lontano come dalla peste dal casinismo movimentista, la Meloni avrà lunga vita e la nostra libertà progressivamente minacciata.
Mirella Serri anni fa scrisse un libro che tutti coloro che votano a sinistra dovrebbero leggere e rileggere attentamente. Faceva nomi e cognomi di tanti illustri esponenti che in questa repubblica diventarono quasi dei “maestri di democrazia” ed incensati oltre misura, ma che durante il famigerato Ventennio furono dichiaratamente fascisti e addirittura antisemiti, come un certo Fanfani che scrisse la Costituzione antifascista. Anche questo aspetto andrebbe sviscerato quando si afferma che il fascismo fu un qualcosa di estraneo agli Italiani. E chi lo volle? Il Re, forse? Ma per favore!! Per Mussolini votò gente come De Gasperi, Gronchi, De Nicola, Einaudi, Benedetto Croce, etc. Se il Re fu colpevole, questi che diedero l’ok al fascismo e quelli che flirtarono col regime per 20 anni, cosa furono allora? Lo storico del fascismo (e uomo di sinistra) Renzo De Felice scrisse chiaramente che il fascismo ebbe un enorme consenso popolare. Tutto ciò lo volle forse il Re? Neppure un bambino ci crederebbe. Gaetano Azzariti, presidente del Tribunale per la Razza, nel 1945 diventò collaboratore del Ministro della Giustizia Togliatti e negli anni 50 fu eletto presidente della Corte Costituzionale. E quante migliaia di Azzariti si potrebbero citare, tra coloro che furono accolti a braccia aperte dalla “repubblica democratica”?
Che la Meloni possa essere definita o meno fascista è una questione di lana caprina che può avere l’unica funzione di alimentare le chiacchiere al bar.
La corrispondenza a questa etichetta ha valore unicamente nella misura in cui il suo Esecutivo produca atti normativi limitativi delle libertà individuali o suscettibili di modificare gli assetti della Costituzione: personalmente non ne vedo neanche uno.
La riforma della Costituzione è stata, da D’Alema in poi passando per Renzi, l’ambizione di chi voleva griffare con la propria firma la carta fondamentale dello Stato.
Quella sonoramente bocciata col referendum del 2016, proposta e sostenuta dall’intero pd, enucleava elementi di maggiore compressione della rappresentatività democratica.
Ma su quanto siano realmente (anche se non nominalmente) fascisti i sedicenti antifascisti si dovrebbe aprire un dibattito.
Detto questo, l’estenuante e insulsa richiesta a che lei si definisca antifascista – su cui anche questo libro sembra indugiare – non ha senso per almeno 3 motivi:
1. non è così stupida da recidere le radici culturali del proprio partito e così facendo scavare un fossato tra lei e lo zoccolo duro dell’elettorato di destra, autocondannandosi al fuoco amico, all’ostracismo politico e all’irrilevanza sulla scena pubblica come successo a Fini
2. con le dichiarazioni in Parlamento sul manifesto di Ventotene ha già dato una inequivocabile risposta sulla sua matrice ideologica
3. è il solito diversivo di massa per evitare che nel dibattito pubblico e nell’agenda politica finiscano temi che, a differenza di questo gingillo per pseudointellettuali alle vongole, hanno un impatto sostanziale sulla vita delle persone: forbice tra produttività delle imprese e salari dei lavoratori, (assenza di) redistribuzione del reddito, progressiva riduzione dello Stato come strumento di regolazione dell’economia a favore del libero mercato, conseguente diminuzione del welfare, aumento della povertà anche tra i lavoratori, perdita di potere di acquisto.
Semplicemente una risposta al difensore qui (tale Enrico) del governo melon:
Caso numero 1: ragazza di una panetteria espone cartello con scritta : Buono come il pane, bello come l’antifascismo“ , che accade ? viene ripetutamente idenficata e intimorita dalla polizia.
Caso numero 2: Milano centinaia di persone con braccio alzato inneggiano al fascismo in ricordo del “camerata” restelli che accade? Nulla.
Saluti.
Egregio Enrico, forse le è sfuggito che lei qui ha sempre avuto diritto di parola e di replica. Vuole forse negarlo a me?
Ah , se per sostrato intendiamo riferirci a una Cultura Politica non vi e’ alcun dubbio sulla provenienza della Meloni e passiamo porre la etichetta di “neo fascista”. Ma nella valutazione della sua opera di governo e’ una attribuzione che non ha nessun peso e di quella “Cultura” non ne troviamo traccia. E certamente non per chissa’ quali meriti ma perche’ le condizioni.. CONDIZIONI , Storiche che non consentono quel “salto”.
Tanto e’ VERO che nell’estrema destra, in quei gruppi che ancora si richiamano alla tradizione neo fascista citare il nome di Meloni equivale a citare un nome come Renzi, ad esempio .
Diciamo pire che da Politica navigata, la Meloni fa leva su questa provenienza non diversamente dal Partito Democratico , per cercare di mantenere il proprio elettorato.
Ma e’ una posizione Falsa perche’ funzionale a essere riconosciuta solo come identita’ e non come offerta Politica.
Il problema che secondo me dovrebbe essere al centro della attenzione e’ quello della Rappresentanza Politica nei soggetti che concorrono alle Istituzioni perche’ i Poli parlano la medesima lingua.
Egregio Professore. Ha voluto personalizzato la risposta come se le critiche fossero rivolte a Lei. ma così non era. Poi con una abile mossa si è riferito solo agli spezzoni di talk show, postati solo in quanto riportanti le parole dette dalla Serri e quindi non interpretabili, attribuendogli un intento irrisorio che non avevano. mentre ha tralasciato totalmente tutto il resto e cioè che le argomentazioni adotte per imputare ad una leader politica ombre di fascismo per me non sono fondate, anzi sono campate in aria e comunque sono una rivitazione storica che per l’altra parte non viene fatta. Ma sopratutto ne lei ne l’autrice del libro rispondete alla domanda più importante. quella finalizzata ad avere un esempio di un solo atto concreto di stampo fascista fatto da questo governo.
Ma come ha avuto modo di evidenziare questo commento la ha infastidita esattamente come su quello inerente la lingua sarda ha avuto modo di darmi dell’ignorante. Senza mai ne in un casi ne nell’altro entrare nel merito. Preso atto di questo stia tranquillo che eviterò ulteriormente di darle fastidio. poi un giorno magari ci reincontreremo, come abbiamo già fatto, e le cose si chiariranno.
Buon blog
Prof. la Meloni ha ed avrà vita facile è perchè la sinistra vede solo i problemi quando non Governa basta farsi un giro per le piazze ed ascoltare la gente comune, a giugni si va a votare i referendum su leggi fatte dalla sinistra che adesso chiede di abolire dando la colpa alla Meloni perchè non interviene a modificare le loro leggi le pare normale tutto questo eppure hanno Governato per 11 anni consecutivi Monti-Letta-Renzi-Gentiloni e Conte due allora si che si viveva in un Paradiso terrestre secondo lei quando la UE interviene ed annulla le elezioni come successo in Romania perchè il popolo non vota come vogliono loro come si deve definire il consiglio europeo
Gentile Enrico, rispondo a lei per rispondere a tutti. Io sono profondamente convinto del sostrato fascista della Meloni. Il fatto che io non abbia oggi un partito da votare, cioè il fatto che non riesca a identificarmi con l’opposizione alla Meloni, non significa che debba, in ragione del bipolarismo, divenirne un fiancheggiatore. Preferisco l’isolamento in cui sono. Per lo meno è autentico e cerca di rappresentare quel liberalismo-libertarismo federalista europeo che oggi non ha una patria né in Italia né in Europa.
Detto questo, io rispetto la Serri perché è una studiosa che si è spaccata la schiena tutta la vita. Il modo in cui lei la irride, citando spezzoni di talk show, mi infastidisce non poco.
https://www.youtube.com/watch?v=WATKbPpQ4ak
https://www.la7.it/laria-che-tira/video/siparietto-tra-bocchino-e-serri-siete-ossessionati-dalla-destra-anche-tu-hai-scritto-un-libro-sulla-29-04-2025-593809
https://www.youtube.com/watch?v=8csW7uGJeTI
https://www.la7.it/dimartedi/video/serri-meloni-su-ventotene-le-interessa-ribadire-lanti-antifascismo-26-03-2025-588121
Stiamo parlando di questa intellettuale.
A me ogni tanto viene il dubbio che le intellettuali di sinistra, anti fasciste e femministe la cosa che diano di più è che ci sia una donna al comando.
Utilizzando il medesimo metodo di analisi possimo tranquillamente affermare che tutti i partiti apertamente comunisti o di estrema sinistra ed anche tutti coloro che nel PD provengono dall’ex partito comunista sono stalinisti.
Tutte le date poste come argomentazione di questo presunto post fascismo imperante (oramai è una moda letteraria. Come quando c’era Silvio Berlusconi sull’attacco al nemico politico si fondano carriere letterarie e giornalistiche. Scurati docet e anche la serri mi pare abbia costruito la sua fortuna letteraria quasi esclusivamente su fascismo e anti fascismo e femminismo) mi paioni perlomeno più lontane nel tempo di altre quale ad esempio l’inneggiare all’invasione dell’Ungheria da parte di un partito e di un Signore che poi abbiamo fatto diventare Presidente della repubblica. Anche perchè poi il PCI da Mosca ha preso le distanze solo e soltanto con E berlinguer (fine anni 70) mentre hanno rinunciato al nome Comunismo solo nel 1991 con Occhetto. Se poi il post fascismo si estrinseca nel tradimento della Meloni nei confronti di Fini be allora cadiamo nel ridicolo. I peggiori tradimenti si sono visti tra le fila della sinistra (letta renzi?) ma diciamocelo chiaramente questi giochini fanno parte della democrazia. Altro che fascismo
Detto questo fare una simile analisi con eventi risalenti anche a un secolo fa per, screditare la Presidente del Consiglio, accusandola di essere post fascista o fascista, che è nata nel 1977 veramente lo trovo al limite del ridicolo.
Ma poi qualcuno di questi intellettuali ( chi in Italia non è intellettuale?) mi cita un atto illiberale e di stampo fascista posto in essere concretamente da questo governo ? Io ancora una critica concreta in tale senso non l’ho sentita.
La cosa sconcertante è che questi signori non si rendono conto cyhe così facendo ottengono solo due risultati. Primo aumentare il consenso nei confronti del governo. secondo aumentare e l’odio nei confronti di chi è stato denocraticamente eletto (deligittimandone l’investiture), anche perchè tra gli slogan che oramai vanno più in voga nelle manifestazioni anti fasciste è quello che dice che uccidere un fascista non è un reato. Ci pensino
La Meloni non vincerà le prossime elezioni per il semplice motivo che le condizioni economiche dell’elettorato stanno peggiorando in modo vertiginoso e non sarà in grado di gestire i nuovi mezzi di comunicazione sociale in modo per lei vantaggioso a causa della pochezza dei suoi compagni di partito
Il problema per i futuri vincitori delle elezioni sarà recuperare consensi verso decisioni drastiche che il contesto internazionale ci imporrà
Mah!
Lo scrivo per mero paradosso e da, colpevole libertario: detesto tutte le rappresentazioni (Tutte) non per un apriorismo di maniera ma perche’ FALSE. Dalle origini. Poniamo che quel colore “nero” sia autentico e che quindi sia concreta la possibilita’ di una deriva (sia ben chiaro, una DERIVA c e’, e’ ancora in giri e quanto mai piu’ devastante che mai) ma va bene, prendiamo per buona la tesi “antifascistica” dei barbari nella soglia di casa; e allora? Quale e’ il contesto in cui questi “barbari” opereranno?
Il debito nazionale di tre Mila Miliardi , scomparira’ di incanto? Non si pagheranno piu’ interessi? Chi sara’ i proprio soldi per finanziarlo?
I titolari di Pensione smetteranno di ricevere quanto spetta a loro?
Le aziende smetteranno i processo di riorganizzazione interna e faranno a meno di robot e IA?
La Popolazione smettera’ di invecchiare?
Le Migrazioni da Sud saranno solo un ricordo?
La Costituzione sara’ abrogata di imperio?
Sotto questo cielo non c e’ autenticita’ che tenga ma solo finzione . Finzione di infima qualita’ sopratutto se si indossano le uniformi di fascismo e antifascismo che hanno necessita di sostenersi, reciprocamente.
Ci sono ancora Masse che vanno allo stadio ma il gioco puzza di trucco da un pezzo!
Egregio, mi astengo sulle Sue considerazioni relative alla pubblicazione che non ho letto né intendo farlo poiché, immagino, una delle tante analisi del sangue sempre rivolte verso una sola parte (personalmente ritengo che se fatte a 360° mostrerebbero che per il 90% la nostra classe politica avrebbe quantomeno la rogna). Apprezzo invece la sua analisi sulla pochezza di una sinistra che strilla un giorno sì e l’altro pure contro la minaccia per la democrazia e la libertà. Quale democrazia e quale libertà lo abbiamo visto e lo vediamo tutti i sacrosanti giorni. Se in Germania Afd viene attenzionto (ma andranno oltre) ed in Romania si annullano le elezioni perché non gradito il risultato dalla Nato, la colpa è della destra o forse della sinistra che la alimenta con politiche ne’ democratiche né liberali? Saluti.
A mio parere parlare di fascismo oggi in Italia, dove si può dire e fare di tutto anche menare le forze dell’ordine e spesso restare impuniti, è anacronistico. Vi sono sicuramente dei fanatici nostalgici di quel periodo triste della storia italiana come vi sono frange di estremisti di sinistra che spesso utilizzano, per sostenere le loro ragioni, metodi simili a quelli fascisti. Di sicuro però persistono in Italia e nel mondo metodi di governo antidemocratici, un esempio dei quali, per non andare troppo lontano, è stata la risposta da parte della nostra assemblea regionale alla proposta di legge di iniziativa popolare Pratobello 24.
Ben venga la Giorgia Meloni se la controparte somo i fascistissimi cinquetqdche dei banchi a rotelle del reddito di mandronanza e dei centri dell’impiego che non hanno collocato nessuno, nemmeno gli stessi impianti, tranne che in Sardegna dove hanno collocato in regione tutti gli amichetti.
Ben venga Giorgia Meloni che ha proposto la reimmigrazione come si apprestano a fare Francia, Svezia, Portogallo ed altri, mettendo finalmente fine al sistema di cooperative rosse e onlus che lucrano sugli sbarchi e centri di detenzione e che hanno reso le nostre città invase di mendicanti, STUPRATORI, tossici e spacciatori
Ben venga Giorgia Meloni che finalmente farà la riforma della giustizia mettendo in ordine una magistratura fascista, impunita e impunibile contro la quale il cittadino è completamente inerme.
Giorgia Meloni arriverà al 50% e oltre per merito suo e delle riforme che PDioti e compagni col cachemire, Rolex, yacht casa a Porto Cervo e veliero da 27 metri (Ikarus) che veleggia a Gaeta, Anzio e Ponza non hanno mai fatto perché sguazzano e proliferano nel caos e nella corruzione come neanche Cetto LaQualunque vaticina nei suoi gustosissimi film