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L’insulina dov’è? Governare è decidere. Grazie a Luciano Uras

Posted on 15 Febbraio 201815 Febbraio 2018 By Paolo Maninchedda

Oggi La Nuova pubblica l’inserto sulle 500 aziende che funzionano in Sardegna.
Tra le altre cose si legge che, dopo la Saras, la prima azienda in Sardegna è Abbanoa.
Recentemente, in un’intervista, mi hanno rinfacciato che si tratterebbe dell’azienda più odiata in Sardegna.
Sarà. Però io l’ho trovata dinanzi al tribunale fallimentare; l’ho trovata attaccata da tutti e, con questo pretesto, non pagata da molti, col tasso di morosità più alto in Italia e generato non dalle persone normali ma da ricchi e ricchissimi, spesso residenti occasionalmente in Sardegna e che ne parlano e ne scrivono solo d’estate.
L’ho trovata con le banche addosso e sul collo che l’avevano iscritta alla Centrale rischi, non volevano più farle credito e, però, volevano la sua cassa e il suo circolante.
Oggi Abbanoa non è più di fronte al tribunale fallimentare; l’inchiesta giudiziaria che aveva ipotizzato tutti i reati del mondo fuorché il divieto di sosta, è stata archiviata; i conti sono in ordine e lentamente si sta recuperando la montagna di crediti generati da una morosità che ogni anno consentiva al 30% dei sardi di farsi pagare l’acqua dall’altro 70%.
Quando un giudice sospese dall’incarico il direttore generale, fui io a tener duro e a non azzerare i vertici aziendali.
Quando larghi settori della politica sarda pretendevano di gestire assunzioni, trasferimenti, proroghe e promozioni, fui io a mandare al diavolo tutti.
Oggi i risultati si vedono: i 3000 posti di lavoro, tra diretti e indiretti, sono salvi; gli investimenti sono ripresi (seppure con una lentezza estenuante); i rapporti con i clienti migliorano, lentamente, troppo lentamente, ma migliorano; i conti sono convincenti non solo per i Sardi, ma soprattutto per i Fondi di investimento internazionali che non capiscono perché non consentiamo , per esempio alla banca dello Stato italiano, la Cassa Depositi e prestiti, di entrare nel capitale e efficientare l’azienda. Come pure i Fondi, cioè i governanti non eletti dell’Italia, non capiscono perché non abbiamo fatto una società di multiservizi con dentro Acqua, energia e rifiuti, in modo da guidare la Sardegna verso un ciclo ecocompatibile, con una riduzione sensibile delle emissioni, delle combustioni e dello spreco d’acqua. Magari la faremo al prossima legislatura.
Cito Abbanoa per dire che governare è un duro, durissimo mestiere, ma che chi si candida a farlo deve saper fare e deve fare.
Io credo che in sanità siano stati fatti degli errori politici gravi, di concezione e di gestione. Niente di irrimediabile, ma occorre fare in fretta.
Se manca l’insulina; se mancano le garze; se i medici sottovoce dicono, perché impauriti, che i servizi stanno peggiorando a vista d’occhio, significa che le politiche di contenimento dei costi e di efficientamento dei servizi non stanno funzionando. Occorre ammetterlo, capirlo e correggere la rotta.
L’Azienda Unica è un macrocospico errore e va corretto e io sono sicuro che se l’imperatore Moirano mantiene la linea della esplicitazione della verità che sta cercando di tenere, non potrà che dichiarare ufficialmente che non può comprimere i costi, che non ci riesce in queste condizioni.
Governare significa trasformare la realtà, correggere il proprio errore, provvedere agli altri, essere animati da un vero slancio amorevole verso gli altri. L’orgoglio è nemico degli uomini di governo.
Un grande grazie a Luciano Uras per essere intervenuto oggi sulle colonne dell’Unione a parlare di Giustizia: ho perso amici per la mia battaglia sulla Giustizia-Giusta, ma mi pare che ne sto guadagnando altri. Tiriamo su la testa: via la paura, parliamone.

Acqua, Politica, Sanità

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