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La Sardegna non produce più nulla

Posted on 14 Gennaio 201414 Gennaio 2014 By Paolo Maninchedda 4 commenti su La Sardegna non produce più nulla

normaleAbbiamo preso la decisione di contrapporci al ceto politico tradizionale della Sardegna perché è un ceto tragicamente incapace, perché non risolve i problemi, perché nasconde la miseria. Ieri abbiamo presentato le liste: tutta gente nuova, tutta gente selezionata sul versante dell’impegno, dell’onestà e della competenza. Adesso combattiamo, perché la situazione sarda è veramente drammatica.
I dati  sui consumi elettrici medi giornalieri degli ultimi mesi del 2012, confrontati con quelli degli ultimi mesi del 2013 dicono con chiarezza una cosa: in Sardegna non produciamo quasi più niente.
Tra l’agosto 2012 e l’agosto 2013 si è avuto, con la chiusura dell’Alcoa, un crollo del 23% dei consumi. Da quel momento in poi il dato “senza Alcoa”  registra una riduzione  meno accentuata…ma sempre costante verso ulteriori diminuzioni.

Ancora: la distribuzione del carico nelle diverse ore della giornata dice che non abbiamo più industria: il minimo si ha sempre alla 4/5 ora (siamo all’inizio della giornata, ore tipiche di una produzione industriale), mentre il massimo si ha intorno alle 20/21. Che significa? Significa che ormai abbiamo solo consumi domestici e non industriali.

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Politica

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Comments (4) on “La Sardegna non produce più nulla”

  1. Edmondo Costa ha detto:
    15 Gennaio 2014 alle 16:40

    Negli anni ’70 ero funzionario dell’Assessorato all’Agricoltura a Cagliari. Presso un ispettorato agrario, dove avevo chiesto di essere trasferito, rendendomi conto di tante disfunzioni, perdite inutili di tempo, ed altre cose, ho cominciato a creare soluzioni alternative. Preparavo tutto, proponevo, anche se solo per forma, al capo dell’Ispettorato, che in me, evidentemente, aveva la massima fiducia, poi mettevo immediatamente in attuazione i miei piani.
    Ricordo che, per tutti gli allevatori ed operatori zootecnici della provincia di Oristano, compresi i progettisti, ero diventato un idolo.
    I dirigenti attuali si sognano, qualche volta, di cercare di fare cose del genere
    Cosa significa essere dirigenti?
    Avere soltanto uno stipendio più alto degli altri?
    Proposte niente?
    Oppure si crea la scusa del non essere ascoltati?
    O magari del non contare niente?
    Perché i dirigenti non fanno i dirigenti?

  2. Mauro Canu ha detto:
    15 Gennaio 2014 alle 16:19

    Le capacità direzionali di cui parla Franco Sardi sono mediamente molto mediocri; assistiamo a pubblicazioni di bandi assurdi per contenuto ed impostazione politica.
    Leggete l’ultimo bando sui Pia vergognoso; non c’è alcun indirizzo strategico (chi lo può dare la Zedda? Capellacci?)
    con lo stesso strumento puoi finanziare sia una ditta individuale sia una multinazionale; complicato sino all’inverosimile nel linguaggio e nelle spiegazioni (impegnabilità un neologismo inventato dal responsabile di procedimento e poco mi importa se altri ignoranti lo usano); ridicola la nota che spiega come comportarsi per il pagamento del bollo di 16 e passa euro;gli allegati sono assolutamente inadatti al contesto sardo.
    Può darsi che sbagli ma prendere modelli McKinsey o Harvard e travasarli nella nostra realtà, forse senza neanche dominarli pienamente nei contenuti, denota scarsa intelligenza, poca conoscenza del territorio e nessuna utilità per il tessuto imprenditoriale dell’Isola. A proposito di capacità direzionali, fossi stato il direttore del centro regionale di programmazione, mi sarei vergognato per aver licenziato un simile documento. Ma le associazioni imprenditoriali dove sono?

  3. Franco Sardi ha detto:
    14 Gennaio 2014 alle 18:53

    Lo scrivo da dirigente pubblico, anzi da direttore generale: non è solo una questione di ceto politico, è anche, soprattutto?, una questione di capacità direzionale.
    Dopo troppi anni ho ormai chiarissimo che occorre sgominare l’inerzia amministrativa e furriai la dirigenza. C’è bisogno di una classe politica che ascolti veramente il mondo reale, ne colga le esigenze vere e sovverta la PA per farla funzionare.
    Cerco di essere bipartisan: erano le speranze accese dai Silvio del ’94 e dai Renato dello ’04, dove sono finite? perché si sono perse?
    Bisogna capirlo e tradurle in fatti concreti, perché l’autoriforma della PA non esiste (almeno dal mio cono visivo)

  4. Craru ha detto:
    14 Gennaio 2014 alle 17:32

    Si ma con la nomenclatura di sx forte e conservatrice come quella di dx si ha la forza per contrastarla e liberare le imprese dai nuovo borboni? dove e’ la luce?

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