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Il Pd, Michela, i gelati e gli Apaches

Posted on 12 Febbraio 201412 Febbraio 2014 By Paolo Maninchedda 5 commenti su Il Pd, Michela, i gelati e gli Apaches

maredi Paolo Maninchedda
L’ho spiegato a Olbia, ma ovviamente i giornali non c’erano. È il paradosso dei due gelatai, utilizzato in molte scuole per spiegare perché due concorrenti alla fine tendono ad offrire lo stesso prodotto e a competere più sulla prossimità al cliente che sulla qualità del prodotto stesso.
Due gelatai si accordano per dividersi il mercato di una spiaggia lunga un chilometro. Convengono di dividerla in due parti e di collocarsi ciascuno nel punto che segna la metà della propria parte. Quindi, inizialmente, si collocano a cinquecento metri di distanza l’uno dall’altro. Poi accade che ciascun gelataio, una volta conquistato il proprio mercato (cioè i frequentatori della propria metà di spiaggia) tenda a avvicinarsi all’altra metà, per rendere più facile l’acquisto ai membri del mercato concorrente. Avvicinandosi oggi, avvicinandosi domani, i due gelatai finiscono per trovarsi nella stessa posizione, esattamente a metà della spiaggia.
Quale è il mercato comune tra la Murgia e il Pd? Quello della sinistra più o meno radicale.
Che cosa fa il Pd? Svela con questo video che la Murgia vende il prodotto della sinistra, anzi, certifica che ne era una concessionaria in franchising, sebbene oggi abbia cambiato l’etichetta.
Che fa la Murgia? Se ne frega, perché deve vendere i suoi gelati a tutti i costi.
Che fa Cappellacci? Si siede in veranda e gode: la sua spiaggia è immacolata e intonsa. Ma non si è accorto che sulle alture, alle sue spalle, ci siamo noi, gli apaches sovranisti che non mangiamo e non vendiamo gelati e che abbiamo uno stregone che ha spostato il mare e cambiato il gioco.

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Comments (5) on “Il Pd, Michela, i gelati e gli Apaches”

  1. Enrico Cadeddu Macomer ha detto:
    18 Febbraio 2014 alle 17:19

    Paolo, profetico quanto concreto.
    Michela Murgia? Meglio che provi con il “cocco bello, cocco fresco”… i gelati non fanno per lei.

  2. Filomena ha detto:
    15 Febbraio 2014 alle 08:28

    Della qualità del gelato, ne vogliamo parlare? Nonostante la Murgia sia convinta di avere una buona ricetta, dubito che riesca nell’ impresa, visto che usa ingredienti di scarsa qualità. Altro errore è quello di puntare ad una produzione industriale ancor prima di avere aver fatto un’ indagine di mercato. Meglio volare basso.

  3. Angelo ha detto:
    12 Febbraio 2014 alle 16:07

    La vedo bene,la Murgia, nei panni della gelataia. Con quell’aria materna e bonaria, quell’aspetto che ben si addice a chi propone cose dal gusto facilmente e immediatamente accattivante, quell’aria rassicurante di chi le golosità le ha assaggiate, prima di andare a venderle. E poi le gelataie non iniziano mai la mattina presto… mai visto una gelataia in piedi alle 7.30 del mattino?
    Cappellazzi siede in veranda e si gode l’arietta fresca che viene dalle pale eoliche, che quando gireranno veramente veloci spazzeranno via voi piccoli indiani delle riserve apaches… sempre che invece delle pale non comincino a girare ammennicoli con una “l” in più…

  4. Marras Raimondo ha detto:
    12 Febbraio 2014 alle 11:06

    Ma sopratutto non vendiamo fumo speriamo tanto che finalmente i sardi tutto questo l abbiano capito.

  5. Sergio ha detto:
    12 Febbraio 2014 alle 09:21

    Caro Paolo,
    dipende tutto dall’asimmetria informativa di chi sta in spiaggia e compra il gelato.
    Si può anche dire che non è un mercato del gelato efficiente…
    Un caro saluto

    Sergio

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