Come di consueto, in Sardegna si parla di una tragedia alla volta, così che il quadro del male non venga mai illustrato né visto da alcuno.
Per quel poco che vale la mia personale valutazione, credo che a Cagliari le cosche calabresi siano impercettibilmente, ma profondamente, penetrate nel governo dell’offerta turistica di alta gamma e nel controllo indiretto di importanti infrastrutture, che Alghero stia pericolosamente scivolando sotto l’influenza della Camorra e che Olbia sia la capitale di un meccanismo di grandi dimensioni di riciclaggio di denaro sporco, con annesso cospicuo traffico di droga.
Ovviamente vi sarà chi mi dirà che devo provare ciò che dico, anche se questo sforzo dovrebbe essere richiesto più ai grandi organi di informazione che non a un singolo, per di più sempre più solitario, quale sono io.
Però accetto in parte la sfida, nel senso che racconterò una storia in forma letteraria e non giornalistica perché, come sanno i miei lettori, rifuggo dalla magistratura e dalla Polizia Giudiziaria, considero la Guardia di Finanza un corpo problematico per la giustizia, e mi fido solo dei Carabinieri.
L’omicidio della signora Pinna è un evento che svelerà una cosa nota a tutti: in Gallura gira un mare di cocaina.
La cocaina va, quasi come un corredo, dove c’è molto denaro o dove c’è molta gente o dove si verificano entrambe le cose, ma soprattutto dove, se si hanno buoni soldi, nessuno fa troppe domande e dove, dunque, tutto sembra possibile…
Il primo dato da rilevare è che l’inchiesta sull’omicidio è condotta dai Carabinieri. Non è un fattore neutro. In Gallura ci sono tante caserme della Guardia di Finanza, ma anche tanti ufficiali e sottufficiali della Gdf che sono passati dai ruoli dello Stato ai ruoli privati, vedendo cambiare la qualità e il tenore della loro esistenza. Come pure tante stazioni di Polizia, alcune anche dentro i porti, cosa rara, che però non sembrano essere impegnate in servizi che vadano oltre la prevenzione dalle risse.
In Gallura ci sono enti pubblici con statuti che permettono loro di agire come privati e, come tali, di acquistare, vendere, intervenire nelle aste giudiziarie, salvare fallimenti ecc. ecc.
In Gallura ci sono sindaci impuniti che fanno i padroncini e sindaci onesti che vengono processati da magistrati in deficit di intelligenza.
In Gallura ci sono imprese che hanno saputo costruirsi un ruolo da monopolisti: se, per esempio (e siamo nella finzione letteraria), io avessi bisogno di una penna, in Gallura troverei un solo fornitore di penne per tutti, non dieci fornitori. Potrei spiegare come si fa a costruire un monopolio territoriale, ma sarebbe lungo, lascio l’argomento a un’altra puntata.
In questo contesto, la cocaina è vista come un elemento facilitatore della motivazione di vivere senza regole, come un additivo naturale.
Veniamo a come si pulisce il denaro in Costa.
Siamo agli inizi degli anni Duemila.
Il signor Contu (sto raccontando una vicenda che è agli atti di una Procura della Repubblica) vende barche e gli si presenta, vestito benissimo e accompagnato dalla famiglia, il signor Fox (nome di fantasia). Il signor Fox adocchia una bella barca a vela e la blocca, dicendo che verserà la caparra. Passano i giorni e i soldi non si vedono. Il signor Contu diffida Fox a pagare o a disimpegnarsi. A quel punto Fox gli porta 150.000 euro in contanti e Contu, contento come una pasqua, blocca la barca e versa i soldi in banca. Passano i giorni e Contu, a quanto egli riferisce al magistrato, si avvede che Fox non ha proprio la fedina penale pulitissima e che, peggio, fa parte di una cosca calabrese. A quel punto tergiversa sulla vendita, ma non rende il denaro. Alla domanda del magistrato sul perché avesse accettato un pagamento in contanti, Contu sorride e replica che quando lavorava in “costa” aveva visto mance da 4.000 euro e in un’occasione aveva visto comprare un gioiello in contanti con una valigetta piena di soldi; non solo i contanti non erano per lui un segnale d’allarme, ma erano piuttosto una confermata consuetudine di giusta appartenenza al sistema. Così fan tutti.
Continuerò a raccontare la Gallura dagli atti giudiziari che, guarda caso, non sono di procure sarde, ma per oggi credo che basti.

Buonasera professore concordo su tutto ciò che ha scritto sul marcio della gallura soprattutto degli ultimi venti anni,io sono gallurese ma vivo in Anglona dove anche qui sta prendendo piede l’uso della cocaina o bamba come la vogliono definire e,delle tragedie che spinge a fare.Sono molto triste per la morte della povera ragazza di Castelsardo,e dispiaciuta per i genitori dell’assassino per quello che stanno vivendo,ma sono soprattutto dispiaciuta per la totale assenza di pietà verso questa ragazza da parte degli enti che organizzano eventi festaioli in particolar modo l’evento che si svolgerà questa sera 28 settembre ad Arzachena,che non è stato annullato.L’indifferenza,la mancanza di pietà e rispetto verso la povera ragazza ma anche per i genitori di Ragnedda che sono di Arzachena.Gli eventi portano soldi è vero e quindi non si può rinunciare.Si fanno manifestazioni altisonanti pro Palestina,ma si dimentica di mantenere saldi i primordiali valori per privilegiare sempre e solo il dio denaro.Non esiste più la vecchia gallura che ho conosciuto,ha ragione lei è tutto marcio purtroppo.Buona serata
Prof, sarebbe interessante una sua riflessione sugli appalti n.u grande lavatrice di danaro di aziende in odore di Mafia, le do una notizia fresca fresca ad Alghero se ne sono appena aggiudicata una da centodiciotto milioni di euro con un magheggio da mago silvan e indovina chi? Il solito noto prestigiatore con i tentacoli..
La gravità della situazione è tale da rendere incomprensibili gli inviti alla “prudenza”. Non siamo più in una fase di infiltrazioni, ma da tempo in un sistema ormai consolidato e strutturale in espansione continua. L’articolo è come l’acqua nel deserto e merita attenzione. La massima attenzione.
Senta, lei è il secondo che oggi mi invita a prudenza, la stessa che la Gdf non ha avuto con me indagandomi per nulla per tre anni per reati inesistenti e con apprezzamenti gratuiti nei documenti di indagine; la stessa che la Gdf non ha avuto con me attribuendomi, con una leggerezza degna della superficialità di chi è troppo sicuro di sé, una firma da me mai apposta che mi costò un avviso di garanzia da assessore regionale e l’inizio di una aritmia cardiaca che ancora mi perseguita; la stessa che la Gdf non ha avuto con imprenditori sardi indagati e arrestati e poi prosciolti con tante scuse e con costi aziendali milionari. Io rispetto tutti, ma vedete di non rompere troppo i cabasisi con la vostra supponenza.
Buongiorno professore. La inviterei a non generalizzare quando menzione la Guardia di Finanza. Rischia di offendere i tanti appartenenti ed ex appartenenti al Corpo che hanno speso gran parte della loro esistenza a combattere con ogni mezzo il crimine organizzato che in Sardegna, come in tutte le altre regioni, è ormai penetrato nel tessuto socioeconomico. In tema di contrasto al traffico di droga poi, non credo che la Guardia di Finanza non abbia fatto e non stia facendo la sua parte; prova ne sono le complesse indagini concluse con condanne definitive, i tanti sequestri di droga operati e relative confische di beni. In questo campo infine, avendo avuto esperienze con polizie di altre nazioni, le posso assicurare che la nostra Polizia Giudiziaria ha una marcia in più e non ha nulla da invidiare ai colleghi del resto d’Europa (se non i mezzi a disposizione). Cordialmente.
Caro professore, la seguo con molto interesse, già dagli articoli precedenti inerenti queste tristi vicende di cui la sua vox clamantis in deserto ci porta a conoscenza.
L’articolo odierno ha ricondotto la mia memoria ad un libro del 1986 di Friedrich Dürrenmatt titolato Giustizia, di cui riporto : “…ancora una volta voglio scandagliare scrupolosamente le possibilità che forse ancora restano alla giustizia…”
Ecco, vorrei che la sua caparbietà unita alla sua dialettica ed al suo senso di giustizia in un modo o nell’altro diano fastidio, creino scompiglio laddove sono convinti di dormire sonni sereni magari determinando anche un risveglio delle coscienze generalizzato!
il malaffare non è solo in Gallura anche il Sud non scherza le cosche Calabresi, Campane ,Siciliane e Pugliesi in Sardegna ci sono da anni e anni, ricordiamoci che negli anni 80 hanno mandato in Sardegna il fior fiore delle mafie portandosi i famigliari e molti sono rimasti non c’è da meravigliarsi di certi traffici
Un appunto , spero piccolo, che mi permetto fare e’ una opportuna distinzione: esiste un alta Gallura , dell’interno, e quella della costa in cui le cose descritte , ..esistono. ACcadono ecco. Non e’ molto ne’ tanto meno, consolatorio ..eppero’ si vive ancora in un clima vivibile.
Si sta comunque attenti a quello che avviene intorno e ci si parla. Sui Carabinieri non posso che dire un gran bene; qui sono molto bravi e questo e’ Garanzia che tranquillizza.
Riflessione interessante caro Professore. Sarebbe tuttavia importante estendere questa analisi anche ad altre realtà della nostra Isola. Ad esempio un Comune come Quartu, che negli ultimi anni ha dentro di sè una giostra invisibile di movimenti immobiliari e intrecci con la politica su cui in pochi vogliono ficcare il naso (nel centro storico ad esempio continuano le riqualificaziuoni di vecchie case fattiscienti ad opera di impresari di provenienza partenopea, e per cosa poi? Formalmente per allestire dei B&B!).
Strano a dirsi, Professore (lei del resto conosce bene questo Comune e anche chi negli ultimi temi ne è a capo) ma si palesa sempre più un intreccio singolare fra piccoli affarini locali e pentoloni da maneggiare. Non poche settimane fa, tanto per fare un esempio, pezzi grossi della Massoneria Cagliaritana sono scesi proprio a Quartu a onorare il commiato di un noto cittadino del comune dell’hinterland, con tanto di sfilata pubblica, baci e abbracci – tutti nell’ombra della Piazza adiacente i giardinetti – con figure importanti del potere regionale, dal Sindaco di Cagliari al Sindaco di Quartu, fino al Presidente del Coni. Insomma, bisognerebbe che il terzo comune della Sardegna sia aggiunto alla sua lista di comuni da attenzionare, perché l’impressione è che Quartu stia diventando sempre più una piattaforma di “relazioni” e “flussi” a stampella di Cagliari. Una semplice osserazione.
Antò, ma vuoi mettere l’orgoglio del popolo sardo! Ajò…
Come mai sardi locali non fanno gli imprenditori e attendono calabresi, campani, lombardi, veneti ecc?
Egr. Prof.
In questa isola sempre più felice per i delinquenti di tutte le specie( visto che parliamo di animali), pochi minuti fa, parlando di Dermatite Contagiosa dei Bovini (LSD), definivo la nostra isola un Far West dove una trentina di incoscienti, fuorilegge alle norme sanitarie vigenti, non consentono l’abbattimento dei capi presenti nelle loro aziende sede dei focolai in atto e tengono in pugno le decisioni sul futuro prossimo di un intero comparto zootecnico,che dovrà soggiacere alle rigide direttive europee che prevedono severe sanzioni,ad es. sulla movimentazione dei capi fuori regione anche per il 99,9% delle aziende zootecniche che non avendo contratto il virus esotico e, avendo sottoposto i loro capi a vaccinazione profilattica,potrebbero, entro breve tempo , commercializzare liberamente i loro bovini. E mi chiedevo? Ma la colpa grave è solo dei 31 irresponsabili fuorilegge, o ci sono anche doveri non assolti da parte degli sceriffi (autorità politiche, sanitarie e forze dell’ordine) che queste norme di legge non le fanno rispettare?
Temo che quanto da lei descritto abbia tante analogie con quanto da me riferito e che questa nostra terra,,per diventare felice abbia ancora tanta strada da percorrere pe essere quello che il 99 9% dei sardi auspicano !
Anche se sempre più spesso penso che abbia ragione Bennato quando allegramente canticchia: questa è l’isola che non c’è!
Buona giornata.
Gentilissimo, io non denigro nessuno, almeno consapevolmente. La invito, però, a fare un elenco di quanti finanzieri sono passati dai ruoli dello Stato a quelli privati. Per il resto, abbiamo evidentemente esperienze diverse della competenza e dell’efficienza del Corpo, ma le assicuro che non ho mai dubitato che anche nella Gdf abbiano prestato servizio persone onestissime, come immagino sia lei.
Buongiorno, egregio professore, non la conosco e lei non conosce me, proprio per questo da ex finanziere la ringrazio della fiducia e della considerazione del corpo della Guardia di Finanza, visto che ritiene di sapere tante cose che tutti fanno finta di non sapere, una persona colta come lei dovrebbe sapere che i vari traffici di droga, di soldi di dubbia provenienza ecc. vengono stroncati da lunghe e laboriose indagini proprio dalla Guardia di Finanza, ma visto che lei è a conoscenza di tante cose si rivolga ai Carabinieri ma eviti di denigrare gli altri corpi di polizia.
Buongiorno Professore,,….in riferimento a Olbia e dintorni oltre a una miriade di napoletani (rilevano di tutto….ingrosso di bibite, bar, immobili, ecc) c’è un invasione di cinesi con capannoni di migliaia di metri quadri…sempre vuoti non di merce ma di clienti