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Autorità portuale: manca un documento

Posted on 27 Settembre 202527 Settembre 2025 By Paolo Maninchedda 7 commenti su Autorità portuale: manca un documento

Mi sto convincendo che la nomina dell’ing. Bagalà non è stata un normalissimo avvicendamento ai vertici di un’istituzione.
Magari sono io che vedo ciò che non c’è, che mi faccio condizionare dall’aver studiato i romanzaggi di Tom Clancy, però c’è qualcosa intorno a questa nomina che non mi torna, oltre alla fretta con cui la Todde l’ha confermata.
Ma al di là dei dubbi romanzati, c’è una falla reale.
Se si entra nel sito di Amministrazione trasparente dell’Autorità portuale, non si trova la dichiarazione firmata di assenza di motivi di incompatibilità e di inconferibilità che il dott. Bagalà ha sicuramente firmato, posto che viene citata nel decreto di nomina commissariale del Ministero dei Trasporti .
Dov’è la dichiarazione firmata dall’ing. Bagalà?

La questione non sembrerebbe essere di lana caprina, posto che al Porto si mormora della presenza di un parente prossimo del nominato Bagalà nell’elenco dei “lavoratori in esubero delle imprese che operano ai sensi dell’articolo 16 della legge 28 gennaio 1994, n. 84, ivi compresi i lavoratori in esubero delle imprese titolari di concessione ai sensi dell’articolo 18 della citata legge n. 84 del 1994, che oggi risultano iscritti nei ruoli della società Karlport, agenzia di lavoro portuale, interamente controllata dall’Autorità portuale. In sostanza, se fosse vero, Bagalà al momento della firma dell’aSsenza di motivi di incompatibilità e di inconferibilità, avrebbe avuto un parente stretto iscritto negli elenchi di una società interamente controllata dall’Autorità portuale, cioè avrebbe avuto almeno una questione da segnalare e, probabilmente, una questione di incompatibilità. Sembrerebbe, poi, che dopo una decina di giorni dalla nomina, il parente si sarebbe dimesso dai ruoli della Karlport. La cosa non sarebbe irrilevante, perché toglierebbe valore colposo alla firma apposta dall’ingegnere sulla dichiarazione suddetta.
Tutto questo può essere una banalissima diceria portuale e, nel caso, ce ne scusiamo con il dott. Bagalà, ma per noi è impossibile verificarne la fondatezza perché le variazioni storiche degli elenchi dei lavoratori iscritti nella Karlport non sono pubbliche.
Infine, non se la prenda il dott. Bagalà, al quale auguriamo ogni bene; la mia non è una lotta di resistenza a lui, di cui tutti mi dicono un gran bene, ma al potere e ai poteri ‘turistici’ che a me pare lo abbiano espresso. Niente di personale, dunque, solo resistenza, pura resistenza.

Amministrazione, Politica, Vetrina

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Comments (7) on “Autorità portuale: manca un documento”

  1. Oriente al tramonto ha detto:
    27 Settembre 2025 alle 23:05

    Prof Maninchedda
    Commento il suo articolo. Con un intervento. Tra mito e realtà. Con ipotesi. Basate su contesti. Inventati. O realmente accaduti. Veda Lei. Giudichino i lettori.
    Immagini di essere un lanciatore di reti. Immagini di andare a pesca. Con la sua barca. In mare. O in uno stagno. Di Cabras. Sant’Antioco. Santa Giusta, Santa Gilla. TUTTE SANTE. Scelga Lei.
    Immagini di tirar su le reti. Troverà i granchi che ha preso. Su cattivo consiglio di qualcuno. Le chiedo di chiudere gli occhi. Si impegni di più. Si affidi alla sua anima.
    Chiuda gli occhi.
    Immagini di fare un nuovo lancio. Ecco le vere prede. Nella rete. Troverà il vecchio Re. Gran fumatore di sigari. Con lui, vassalle e vassalli. Oneste e fieri. Religiose e trasparenti, Sante e franchi. Si dice si vedano con il vecchio Re. Di nascosto. Tra le cabine di uno stabilimento balneare. Fronte Sella del Diavolo. Si dice esistano foto. Forse video. Forse audio. Si vedrà. Il Tempo è Galante.
    Si dice che tramino. Da tempo. E che non abbiano intenzione di smettere. Contro il Papa straniero. Che da tempo combattono. Con l’aiuto. Di tante Dite. Ancora sul telaio. Sono pronti a fare tanti casini. Con la c maiuscola. Come i dati trapelati. Coperti da privacy. Roba da Agenzia. Investigativa.

    Attenzione! Potrebbe emergere che i sistemi deviati. Esistano. In Sardegna. Autoctoni.
    Senza bisogno. Di scomodare la punta. Dello Stivale.
    E magari qualcuno osserva. I mandanti. I colletti bianchi.

    Con la Rete pronta.

    In attesa della grande pescata. Indimenticabile. Da foto. Sui giornali.

    Tanti onnipotenti sono caduti. Malamente, Avverrà ancora.

  2. Paolo Maninchedda ha detto:
    27 Settembre 2025 alle 13:40

    Egregio Cabua, l’immagine fa riferimento ai clan individuati dalla Commissione d’Inchiesta e dichiarati attivi a Gioia Tauro negli anni indicati dal Nostro da almeno due sentenze. Il Nostro ha dichiarato quegli anni entusismanti dinanzi a una commissione parlamentare. Posso, oppure no, dire che non lo erano e mostrare che non lo erano?
    Seconda questione: ho elencato le cantonate prese da Salvini in questa tornata per dire che un minimo di confronto da parte della Regione Sardegna col nominato sarebbe stato opportuno, tanto più che questi, sempre dinanzi alla Commissione parlamentare ha detto di voler procedere a un nuovo Piano di programmazione senza spiegare perché vorrebbe azzerare quello già adottato. Grazie mille per la lezione di rispetto fatta a prescindere dal merito dichiarato, dai documenti esibiti, dalle argoemntazioni addotte.

  3. Ignazio Cabua ha detto:
    27 Settembre 2025 alle 10:20

    Credo di dover replicare al commento di Paolo Maninchedda riguardante il mio ingiustificato risentimento.
    Non è questione di insinuazioni, diffamazioni o altro. Le mie osservazioni riguardavano, come ben precisato, l’articolo del 25 settembre.
    L’articolo riguarda la nomina di un Commissario presso un importante istituzione pubblica.
    In cima all’articolo una cartina della regione di provenienza del neo Commissario con la descrizione delle famiglie mafiose che insistono quel territorio.
    Mi interrogo: è un articolo su cosa? Che legame insiste sull’immagine proposta e i contenuti dell’articolo.
    Si parla delle nomine proposte dal ministro, evidenziando la mediocrità delle scelte.
    Come lettore mi interrogo sul perché devono essere sottolineate le caratteristiche dei vari soggetti nominati se si sta parlando del Commissario di Cagliari.
    Nessun cenno su attività pregressa della precedente Autorità.
    La questione di oggi è un’altra ma ribadisco, non condivido il modo di proporre la notizia del 25 settembre e in tutta sincerità, il risentimento afferisce alla sfera soggettiva dell’individuo. Tutti siamo chiamati a rispettare le peculiarità proprie di ciascun individuo.
    E’ la cultura del rispetto. Il sentimento di reazione che suscitano le nostre azioni o affermazioni negli altri è sempre diverso, in funzione delle caratteristiche proprie dell’individuo. Quindi la stessa azione può suscitare reazioni diverse. Il mio risentimento, in termini sinceri, nasce dal non aver compreso il messaggio di quell’articolo. Se fossi calabrese, non avrei avuto risentimento, mi sarei offeso nel vedere quella cartina tematica associata ad un articolo che parlava della importante nomina conferita ad un mio conterraneo.
    Molto cordialmente

  4. Avv. Secci ha detto:
    27 Settembre 2025 alle 10:18

    In Risposta a IGNAZIO CABUA: l’immagine in questione è inserita nella RELAZIONE
    della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) del semestre gennaio – giugno 2023, La lettura del documento potrebbe aiutarla a trovare le risposte che cerca: https://direzioneinvestigativaantimafia.interno.gov.it/wp-content/uploads/2024/06/Rel-Sem-I-2023.pdf

  5. Paolo Maninchedda ha detto:
    27 Settembre 2025 alle 09:27

    Egregio Ignazio,
    a differenza di ciò che ha fatto l’inchiesta Ippocrate, io non insinuo un bel nulla. Su Gioia Tauro, non solo la Commissione parlamentare antimafia ha illustrato comportamenti discutibili proprio della società dove lavorava il Nostro, ma lo stesso Gratteri l’altro giorno in televisione ha denunciato il ‘modello Gioia Tauro’, che invece il Nostro definisce esaltante. Mi pare lecito dissentire e segnalare, perché se quel modello è dichiarato ‘esaltante’, per me è motivo di grave dissenso.
    Sull’articolo di oggi: manca un documento che per legge deve essere pubblicato. Dov’è l’insinuazione? Lei vede l’insinuazione e non si interroga sulla censura da parte di due siti istituzionali su un documento previsto per legge? Contento lei, contenti tutti. Io no.
    Secondo: io sono un giornalista regolarmente iscritto all’albo. Ho fatto domande al porto e mi hanno risposto. Ne do conto in forma dubitativa. Se venisse pubblicato lo storico dei lavoratori della Karlport tutto potrebbe essere verificato.
    Terzo: a differenza di Ippocrate io non ho mai detto una sola bugia su questo sito e non ho mai insinuato nulla, come non insinuo oggi. Ho sempre dichiarato, come ho fatto oggi. Il sito ha vent’anni di vita e neanche una sola condanna per diffamazione. Qualcosa vorrà dire.
    Risentimento: mai parola fu più giusta quanto un pessimo sentimento, il suo, ingiustificato.

  6. Lidia ha detto:
    27 Settembre 2025 alle 09:11

    Aspettiamo fiduciosi il documento in questione.

  7. Ignazio Cabua ha detto:
    27 Settembre 2025 alle 08:41

    Dal modello IPPOCRATE a Sardegna e Libertà: quando le esperienze insegnano (male)
    Dall’avvio dell’inchiesta IPPOCRATE, Sardegna e Libertà ha analizzato la vicenda in termini approfonditi, dedicando significative riflessioni sui tanti aspetti che fungono da corollario ad una vicenda giudiziaria.
    I danni cagionati dalla vox populi, l’azione dei media tramite la divulgazione di contenuti tendenti al condizionamento del pensiero dell’opinione pubblica. Tutti elementi analizzati e ben considerati per far comprendere quanto ne risulti dannoso l’effetto per il soggetto che li riceve.
    La lettura dell’articolo pubblicato da Sardegna e Libertà, riguardo la recente nomina del Commissario dell’Autorità portuale della Sardegna (25 settembre, Porto di Cagliari: attenzione al modello Gioia Tauro) mi ha offerto degli spunti di riflessione riguardo proprio quali obiettivi si proponga la divulgazione di commenti sulle vicende pubbliche.
    In primis, come leggere questo titolo?
    Attenzione verso la possibilità di mutuare determinati comportamenti virtuosi di quella gestione? (Gioia Tauro è l’unica realtà portuale di quella tipologia che sta dignitosamente sopravvivendo in Italia. Le altre sono solo delle zavorre per l’economia pubblica).
    Oppure, attenzione nel senso che dobbiamo difenderci da un qualche pericolo?
    Il fatto che l’articolo informi di un’inchiesta giudiziaria svolta presso le attività economiche insistenti in quel porto e che tale inchiesta si sia concretizzata e conclusa con serie di arresti, dovrebbe in realtà rassicurarci riguardo alla costante opera di controllo delle Istituzioni preposte.
    Non è una novità il fatto che le strutture aggreganti tante realtà economiche costituiscano una forte attrattiva per la criminalità organizzata: così pare sia presso il grandissimo mercato ortofrutticolo all’ingrosso di Torino e presso il polo agro-alimentare di Fondi.
    Tuttavia, non è neppure immaginabile che qualsiasi professionista che abbia maturato esperienze professionali in quelle realtà sia, come dire, macchiato da un peccato originale. Allo stesso modo non è minimamente ipotizzabile che tutti gli operatori, i quali a vario titolo intervengono in quella realtà, siano consapevolmente coinvolti con le organizzazioni criminali che di fatto parrebbero insistere come un cancro in quelle strutture.
    Seguo Sardegna e Libertà dalla prima data di pubblicazione. Oggi, in ossequio al mio senso critico, non posso esimermi di considerare discutibili determinati modi di fare informazione, soprattutto quando ricalcano modelli fortemente stigmatizzati in tanti articoli precedenti. Stigmatizzazioni che ho spesso condiviso.
    In effetti è proprio per questo motivo che l’articolo riguardante la recente nomina dell’Autorità portuale della Sardegna mi ha sorpreso non poco: mi pare la sintesi di tutti quei modi di fare, sempre evidenziati come negativi e riconducibili a obiettivi occulti della comunicazione di massa.
    L’immagine a dimensioni cubitali in cima all’articolo evidenzia una cartina della regione Calabria con indicazione della geografia delle organizzazioni criminali purtroppo presenti in quella realtà territoriale. E’ un articolo sulla criminalità organizzata?
    La lettura dell’articolo solo al termine dello stesso analizza quanto espresso nel titolo. La prima parte è spesa per illustrare l’ennesima generica pochezza delle scelte del ministro Salvini, quasi a voler attribuire alla scelta relativa alla Sardegna un disvalore di base: poiché il ministro sceglie una persona che in Commissione parlamentare argomenta su temi superficiali o almeno decontestualizzati (la patente nautica), ovvero se la scelta del ministro è anche su persone non proprio adatte al ruolo, di conseguenza anche la scelta per la Sardegna sarebbe viziata di mediocrità.
    Mi permetto di non condividere. Come il professor Paolo Manichedda ben sa, tali nomine sono frutto di operazioni di programmazione che probabilmente si svolgono a livello ben superiore rispetto all’attività del ministro. Quindi potrebbe ipotizzarsi con ragionevole dose di certezza che non vi è alcun legame tra le nomine. Spiace evidenziare aspetti di gestione del paese Italia che non contribuiscono certamente al suo sviluppo.
    Riguardo la nomina di Cagliari, non sussistendo motivi concreti di critica sulle competenze del Commissario nominato, viene sostanzialmente messo in pratica il modello IPPOCRATE: si insinua, si adombra, si dubita e ci si basa esclusivamente sugli aspetti giudiziari connessi all’economia di quella struttura portuale in cui il neo Commissario ha maturato parte della sua esperienza.
    L’analisi non è completa: mette in evidenza solo una minima parte del curriculum del dottor Bagalà.
    In commissione Parlamentare, se si ha modo di visionare tutta la registrazione dell’audizione, si potrà constatare che il neo Commissario dell’Autorità Portuale attribuisce una certa valenza alle esperienze in porti significativamente e oggettivamente importanti situati fuori dal territorio italiano.
    Prendo atto che viene citato l’unico personaggio politico “che ha alzato la voce contro una nomina per lo meno discutibile”. Peccato che non venga citato quale sviluppo del sistema trasporti (porti compresi) avrebbe prodotto l’unico personaggio politico che si è espresso, considerando il fatto che ha guidato a suo tempo l’Assessorato regionale ai trasporti e ha guidato l’isola dallo scranno più alto: i risultati sono davanti agli occhi di tutti.
    Non comprendo inoltre il giudizio negativo perentorio riguardo la volontà del neo Commissario di voler entrare nel merito del Piano di Pianificazione Strategica e di Sistema adottato.
    Il Piano dev’essere presumibilmente un’opera granitica, in considerazione del fatto che l’Autorità uscente ha impiegato circa sette anni per produrlo. Sulla precedente gestione l’articolo non esprime una parola: sette anni di cosa?
    L’epilogo della precedente gestione dice tanto: l’attività della precedente AdG si conclude il 14 agosto con un ricorso contro la decorrenza dell’insediamento del neo Commissario che sarebbe dovuto avvenire 31 agosto. Il giudizio sulla rilevanza del ricorso è riservato a chi legge.
    Apprezzo e rispetto Paolo Maninchedda e ho sempre attenzione verso le riflessioni quotidiane che ci propone. Tuttavia, non posso condividere articoli come questo. Non posso condividere l’equazione che connette il nostro luogo di nascita a determinati modelli comportamentali o stereotipi propri di quel territorio.
    I sardi non sono pastori (che poi per me non sarebbe un’offesa ma per gli italiani si).
    I musulmani non sono terroristi.
    Potrei continuare l’elenco per affermare che esiste un termine sintetico che definisce questi atteggiamenti. Già dai primi livelli di istruzione ci insegnano che il fiore nasce anche dal cemento. Almeno, a me è stato insegnato così e negli anni ho continuato a vedere nei marciapiedi tanti fiori sbocciare.
    Infine, non si può tacere sul commento riservato all’azienda dove opera il neo Commissario. Stiamo parlando di un’eccellenza a livello mondiale: Oscar come migliore azienda del mondo, in quel settore, 10 anni senza soluzione di continuità. Non mi pare che abbiano proiettato fango sulla Sardegna. Non mi pare che stiano producendo inquinamento o diseconomia. Gli investimenti che stanno realizzando arricchiranno sicuramente gli investitori piuttosto che i lavoratori. Ciò è nella logica più naturale degli affari ad alto livello.
    Non voglio ambire al ruolo di difensore d’ufficio del neo Commissario. Non era l’obiettivo di questo intervento.
    La lettura, in un certo qual modo, mi ha provocato risentimento.
    Credo dovremmo guardare ai risultati concreti che un operatore giovane potrà produrre.
    Proviene da valide e documentate esperienze dirette di gestione di faccende portuali, piuttosto che provenire dal mondo politico o da quello accademico, entrambi nei fatti rivelatisi fallimentari. Siamo semplicemente ad un giro di boa; siamo di fronte ad un’ipotesi di sviluppo diversa. I numeri potranno consentire le analisi. Per ora siamo esattamente nel punto in cui ci ha lasciato la precedente Autorità: all’anno zero.
    Molti saluti
    Ignazio s’Antigu

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