L’assessore del Turismo, Franco Cuccureddu, ha annunciato la sua prima e originale conquista da quando dirige la politica delle vacanze della Regione: il collegamento aereo con volo diretto Olbia – New York.
Tre partenze ogni settimana, da maggio a ottobre del prossimo anno.
La compagnia è l’americana Delta Airlines, considerata la seconda compagnia aerea al mondo.
“Un salto nella storia”, così ha scritto la Nuova Sardegna . “Un punto di svolta”, l’ha chiamato il l’amministratore delegato della società di gestione aeroportuale di Olbia.
Non sappiamo quanto costino alle casse della Regione il salto nella storia e il punto di svolta, mentre possiamo quantificare l’utilità che questo volo transoceanico avrà per i viaggiatori sardi, assettati di aerei e di destinazioni: zero.
Proviamo a volare in America Prendiamo due date a caso e proviamo ad immaginare un viaggio negli Usa, partendo dall’aeroporto di Olbia.
Il sito on-line della Delta Airlines non lascia spazio ai fraintendimenti: è possibile consultarlo anche in lingua italiana e in euro.
Partenza sabato 30 maggio 2026 da Olbia, direzione New York. Senza scalo. Ecco cosa appare:
Andata

Se scegliamo la tariffa minima, il riepilogo è il seguente: totale Andata e Ritorno: 1.551,31 euro:

Adesso proviamo a volare con Ita, nelle stesse date, da Roma Fiumicino:
Andata:

Ritorno:

Dunque, se scegliamo la tariffa minima andiamo a spendere in totale, Andata e Ritorno 741,39 euro:

L’aeroporto di partenza e arrivo è quello di Roma-Fiumicino, perché la gara per il collegamento tra gli aeroporti dell’isola e lo scalo della capitale in continuità territoriale non è stata ancora fatta e dunque non si può conoscere quale sarà la compagnia che nel maggio 2026 effettuerà i voli da e per Fiumicino. Ma il costo del collegamento, è già noto. Infatti, secondo quanto ha scritto la Regione nel bando (che dovrebbe essere pubblicato nella Gazzetta Europea entro la fine del mese in corso) volare tra la Sardegna e Roma costerà 30 euro a tratta, più le tasse, e cioè circa 55 euro.
Quindi il totale del costo del viaggio Olbia-New York con Ita, ha un costo complessivo di 851,93 (110 euro per Olbia-Roma, andata e ritorno, più 741, 39 per Roma-New York, andata e ritorno).
La differenza di costo del viaggio con Delta invece che con Ita, è di 699,92 euro (1.551,31 meno 741.39 meno 110). Mancano 75,77 euro per dire che il volo con la Delta costa esattamente il doppio di quello con Ita, considerando anche il collegamento in continuità tra uno dei tre aeroporti sardi e lo scalo di Fiumicino.
Il tutto serve per capire che il volo diretto Olbia – New York non è affatto conveniente per i sardi ed è finalizzato solamente al traffico turistico, a quello americano in particolare, definito come alto spendente e quindi considerato un mercato ricco per gli operatori della ricettività del lusso. Tradotto: per gli alberghi della Costa Smeralda, per di più in regime di fatto monopolistico (un’azienda ha diritto a provare ad essere l’unica a fare una determinata cosa, ma un’istituzione ha il dovere di impedire che nascano i monopoli).
La svolta della Regione non è dunque nel volo transoceanico, ma proprio nella scelta di utilizzare i denari di tutti i sardi per una promozione turistica di lusso assolutamente non conveniente per i Sardi. È una navetta per gli ospiti degli hotel americani e galluresi, non un collegamento per la “Sardegna”.
Fino ad oggi, Easy Jet, piuttosto che Transavia o altre low cost, hanno avuto i benefici dei sostegni alla promozione territoriale e turistica della Regione per incentivare l’arrivo degli stranieri in Sardegna, ma al contempo hanno consentito anche a tanti sardi di volare in Francia, piuttosto che ad Amsterdam o a Londra.
Il precedente dell’Olbia-New York è dunque oltremodo pericoloso, non fosse altro perché se si dovessero ipotizzare collegamenti aerei ad esclusivo interesse degli operatori turistici, sostenuti con i fondi regionali del turismo, per i sardi si concretizzerebbe la beffa oltre al danno. Cioè, non ci sarebbero aerei e quelli che ci saranno, non verrebbero utilizzati perché troppo onerosi.
Il volo pindarico dell’assessore Cuccureddu è tutto qui. Ma è a peso d’oro e non a gratis. Bon voyage, o meglio, have a good trip.


Sacrosanta la continuità territoriale per residenti e lavoratori della Sardegna ma perché non riconoscerla anche ai proprietari di seconde case ? Contrariamente all’ “over tourism” galoppante del “mordi e fuggi”, chi ha deciso di investire i propri risparmi in una casa in Sardegna genera un indotto ad artigiani, maestranze e commercianti per interi decenni, paga le tasse patrimoniali locali su superficie e rifiuti (IMU e TARI) e entra di fatto nella comunità locale per rimanerci a lungo sviluppando relazioni ed iniziative economiche e sociali . A fronte di ciò nel corso degli anni il costo dei voli (e non solo) è sempre cresciuto fino ad arrivare a oltre 700 euro per una tratta Milano-Cagliari andata e ritorno in giornate feriali in questi giorni di settembre….questo rispetto a i circa 140 euro per chi gode della continuità territoriale. Risultato: un’intera comunità di proprietari di case, in modo crescente pensionati, che vorrebbero restare a casa loro più a lungo e più spesso in Sardegna sono costretti a rinunciare a malincuore e forzatamente a questa opzione lasciando le case vuote: i “cold beds” sardi aumentano a dismisura , il valore del patrimonio immobiliare turistico ’si deprime,
l’ indotto economico crolla, le stagioni turistiche si accorciano sempre di più, la dinamica economica globale arretra … perché queste scelte così miopi e contrarie ai migliori interessi di tutta la Sardegna ?! Basterebbe un po’ di visione strategica e lungimiranza per correggere il tiro ed evitare l’errore di privilegiare la quantità a breve rispetto alla qualità a lungo termine…
Che al viaggiatore sardo non porti alcun vantaggio è più che certo, come anche per gran parte delle località, eccetto l’unica in condizioni di poter attrarre la fascia alta nordamericana, ovvero la Costa Smeralda. Non dimenticando che prima dell’Aga Khan in tanti non sapevano collocare la Sardegna nel mappamondo.
Giuro, dopo questa mi taccio. Il pilastro dell’economia, il settore che mantiene tutti noi, il nostro petrolio, che contribuisce alla nostra ricchezza etc etc, beh vale il 7% del PIL. Giá, il miserrimo 7 che artificiosamente è elevato al 12- 13% ipotizzando che tutti quelli che vanno in ristorante siano turisti (semplifico così si capisce meglio). E il fantasmagorico 7% è raggiunto da un fiume di denaro pubblico elargito ogni anno. Non ci credete? Beh, basta leggere i giornali e controllare il sito della Regione, Solo negli ultimi sei mesi: avviso FSE So.la.re. 22 milioni di euro per aiutare le imprese del solo settore turistico a pagare gli stipendi (assumere). Ancora contratti di investimento 42 milioni di euro, gran parte dei quali per le strutture turistico ricettive, fondi Fesr. Avete capito bene? Sono una marea di soldi NOSTRI dati a chi dice che loro producono ricchezza! Ma niente niente il movimento MAGA è arrivato anche qui? E certo, MAGANDUMAI
Quanti commenti oggi…accidenti! Ci mancava anche l’I.A…..!!
Io so solo che quando sentii annunciare dall” Assessore Cuccureddu questo volo come GRANDE evento catartico nella desolante desolazione della cosiddetta INDUSTRIA turistica (cfr. significato di E.S.I.T.) sarda, feci il mio commento e ridacchiai di gusto. Non si conoscevano i prezzi ma le sensazioni erano più o meno queste: o che gatta ci covasse o che fosse un’iniziativa tutta figlia dell’apologia del turismo dei Grandi Eventi o meglio del settore economico schiavizzato dal conteggio dei numeri, meglio se attivi (più arrivi, meno arrivi, più presenze, meno presenze). L’unico settore di cui si continua con caparbietà ad ignorare tutti i costi, Soprattutto quelli pubblici. Sebbene di essi sia ormai edotta, per fortuna, anche AI e non solo gli studenti di alcuni Istituti Tecnici Turistici. Roba di cui l’ Assessore del Turismo, mi par di capire, non vuole proprio sentir parlare (esattamente come il sindaco di Olbia e Uniolbia; https://www.uniolbia.it/eventi/turismo-in-sardegna-aumentano-arrivi-calano-presenze). E neppure, da quanto mi par di capire, il signor Alberto P., col quale mi troverei persino in parziale accordo, se solo per un attimo rinunciasse al cappio al collo della VISIBILITÀ INTERNAZIONALE DELLA SARDEGNA. Ma come? Siamo proprio sicuri che sia ancora questo il nocciolo della questione dopo 71 anni dal primo volo su Alghero? Quale visibilità? La visibilità delle marmellate turistiche tutte identiche a se stesse? La visibilità (fuorviante) di Sardegna…un mare di spiagge ? O delle spiagge in cui si regolano gli accessi l?
Oppure c’è che l’elenco dei COSTI PUBBLICI fatto dal sign.Vinicio non trova ospitalità in nessuno dei bilanci stagionali del turismo declinati alla maniera fossile e pre pleistocenica col refrain presenze_arrivi_permanenze? Facciamo meglio e prima con sole cuore_amore!!
Dopo 70 anni di modello fossile parliamo ancora di prospettiva?…quella dei grandi eventi, Rally compresi?? …. quella del turismo 4 mesi e poi tanto arriva d’estate l’Autunno spalla in Baronia o quella del 30% di case sfitte ad Alghero e del 500% in due o tre dei comuni galluresi?
Signor Assessore, le riconosco molta più competenza di quelli che l’hanno preceduta ma questa del collegamento Olbia_New York sembra anche a me una cosa che non apporterà nulla di significativo né al turismo né alla comunità sarda e semmai dovesse generare reddito, sarà certamente localizzato nei MONTI DI MOLA.
da
Egr.Prof.
solo chi non conosce i sardi può proporre loro un viaggio negli USA al doppio di quanto si potrebbe pagare con una scelta oculata. Perché i sardi sono dei noti spendaccioni,spreconi di quanto guadagnato senza alcuna fatica, anche se ben sanno, che nel soggiorno americano avranno la possibilità di spendere assai poco, visto il basso costo della vita, sia per alloggi sotto i ponti del Potomac o dell’Hudson o nei “teepee” dei nativi indiani delle pianure e mangiando pecorino romano e bevendo binu a rasu portato da casa!
Può pertanto, dormire sonni tranquilli l’assessore Cuccureddu che dall’ alto delle centinaia di migliaia di euro introitati in questo anno e mezzo di NON gestione del turismo da e per l’isola può permettersi di fare… voli pindarici per attrarre turisti americani nell’ oasi Smeralda della costa gallurese, da dove lui stesso proviene, per organizzare incontri di alto livello economico con persone che altrimenti con somma difficoltà potrebbe trovare tra i suoi corregionali. dando nel contempo, concrete possibilità di incrementare i propri guadagni ai gestori, tutti esterni alla Sardegna, dato che i sardi che ivi lavorano hanno stipendi non influenzati dal numero di stelle degli hotels e dagli introiti netti dei lori proprietari. L’unico grave inconveniente e di cui dovrà rendere conto ai sardi è che questa marea di turisti a stelle e strisce vengono col nostro contributo senza il quale mai l’americana Delta si sarebbe sognata di far crescere il pil degli isolani, a scapito di ben più remunerative rotte internazionali.
Ma concludo: sapete quanto costa un volo Palermo -New York? 476 € A/R!!!!!!!
A Cuccureddu, lascio a lei la definizione di che tipo d’uomo lei sia!!
Cordiali saluti.
Caro chatgpt, grazie per aver ricordato a tutti noi quali sono gli effetti (teorici) positivi che il settore (che poi settore non è) turistico avrebbe l’ambizione di produrre a vantaggio di tutti (strano che gli abitanti delle città dove i turisti arrivano copiosi protestino).
Come tutti gli strumenti di intelligenza generativa, peró, dovresti decidere da che parte stai. Infatti ora ti chiedo se per caso il turismo abbia effetti negativi. E tu mi rispondi: ‘Certo! La presenza di turisti può portare benefici economici e culturali, ma anche diversi **effetti negativi** sulla popolazione locale. Ecco un elenco dettagliato dei principali impatti negativi:
*1. Aumento del costo della vita**,Inflazione degli affitti e dei prezzi immobiliari**: molti alloggi vengono convertiti in case vacanze o B\&B, riducendo l’offerta abitativa per i residenti.
Prezzi più alti per beni e servizi**: nei centri turistici i prezzi possono salire, rendendo la vita quotidiana più cara per i locali.
**2. Gentrificazione e spopolamento**
* I residenti, soprattutto quelli a basso reddito, vengono spinti fuori dai quartieri centrali.. Le comunità locali si frammentano e si perdono identità e tradizioni.
3.Degrado ambientale e urbano**
Maggiore produzione di rifiuti, spesso mal gestiti.
* Sovraffollamento di infrastrutture come trasporti, fogne, acqua potabile.
* Danneggiamento di siti naturali o storici a causa del sovrautilizzo.
4. Dipendenza economica dal turismo**
Le economie locali diventano troppo legate al flusso turistico, risultando vulnerabili a crisi.
* Settori tradizionali vengono abbandonati a favore di lavori nel turismo (spesso stagionali e mal pagati).
**5. Impatto socioculturale**
* le tradizioni locali vengono adattate o banalizzate per soddisfare i gusti dei turisti.
*Perdita di autenticità** e snaturamento dell’identità locale.
6. Sovraffollamento e problemi di convivenza**
* Aumento del traffico, della folla nei luoghi pubblici, nei mezzi e nei servizi sanitari.
* Rumori molesti, comportamenti irrispettosi, abuso di alcol e vandalismi nei centri abitati.
7. Pressione sul patrimonio culturale**
* Danni fisici ai monumenti e ai siti storici.
* Turismo “mordi e fuggi” che non contribuisce alla cura o al rispetto del patrimonio.
**8. Effetti ambientali più ampi**
* Emissioni di CO₂ legate al trasporto aereo e ai grandi flussi turistici.
* Consumo eccessivo di risorse naturali (acqua, energia).
Peró, caro Chatgpt, mi sembrava che fossi uno strenuo supporter del turismo. Ora appari, come dire, meno convinto.
Ti voglio fare una domanda, per essere sicuro: lo sviluppo del turismo porta vantaggi asimmetrici? Nel senso che pochi prendono il vantaggio e molti subiscono gli effetti negativi?
Esattamente! Questo significa che i benefici economici vengono concentrati in mano a una **minoranza**, mentre i **costi sociali, ambientali ed economici** ricadono su una **maggioranza** della popolazione locale. Ecco un approfondimento su come si manifesta questa asimmetria:
### 1. **Benefici concentrati in pochi**
* **Investitori e grandi operatori**: Le maggiori risorse derivanti dal turismo vanno spesso a **grandi catene alberghiere**, **operatori di tour**, **agenzie di viaggio** e **multinazionali**. I guadagni si concentrano in queste mani, mentre gli altri settori locali, come l’agricoltura o l’artigianato, possono subire una progressiva marginalizzazione.
* **Settori a bassa qualificazione**: Molti dei lavori generati dal turismo, come quello nell’ospitalità, nel servizio ristorazione, nei negozi di souvenir, sono spesso **stagionali, mal pagati** e con scarse possibilità di carriera.
### 2. **Cosa sopportano i più vulnerabili**
* **Residenti a basso reddito**: La crescente domanda di case vacanza fa salire il prezzo degli affitti. Questo costringe le persone con reddito basso o medio a trasferirsi lontano dalle aree turistiche, creando una forma di **gentrificazione**.
* **Ambienti naturali e culturali**: La comunità locale, che dipende dall’ambiente circostante per il proprio benessere e sostentamento, spesso subisce danni all’ecosistema o al patrimonio culturale che le turiste affluiscono a vedere, mentre i guadagni derivanti da queste attrazioni finiscono a chi le gestisce.
### 3. **Sovraffollamento e degrado**
* **Sovraffollamento**: Le aree più turistiche diventano invivibili per chi ci vive abitualmente, con **traffico congestionato**, **rumori costanti**, **alti livelli di inquinamento**, e la perdita di spazi pubblici. I residenti sono costretti a convivere con il caos che il turismo porta, mentre i turisti non subiscono queste problematiche.
* **Stress infrastrutturale**: Le infrastrutture come i mezzi pubblici, le fogne, l’approvvigionamento idrico, vengono spesso sovraccaricate. Anche se è vero che il turismo contribuisce all’economia locale, il peso che grava sulla vita quotidiana dei residenti può essere notevole, con conseguente diminuzione della qualità della vita per chi non beneficia direttamente dei flussi turistici.
### 4. **Le disuguaglianze nel reddito**
* **Le disuguaglianze aumentano**: Mentre i grandi operatori economici traggono il massimo beneficio, la **maggior parte della popolazione locale** si trova a gestire l’impatto negativo senza ottenere significativi vantaggi economici diretti. In alcuni casi, chi lavora nei settori a basso reddito come il turismo finisce per essere **sfruttato** con salari bassi e contratti precari, mentre chi ha **capitale o possiede terreni e immobili** beneficia di guadagni più alti derivanti dal boom turistico.
### 5. **L’impatto sul benessere sociale e culturale**
* **Cultura alterata**: Molti residenti, specialmente quelli che non sono direttamente coinvolti nel settore turistico, possono sentirsi frustrati per come le proprie tradizioni vengano **commercializzate** o **banalizzate** per attrarre i turisti. La pressione sociale può portare a sentimenti di **alienazione** e **insoddisfazione**.
* **Frustrazione e conflitti**: La convivenza tra turisti e residenti può generare **tensioni**. Ad esempio, il comportamento inadeguato di alcuni turisti può dare l’impressione che il loro benessere e il loro divertimento vengano posti sopra le esigenze quotidiane dei residenti.
Mentre alcuni traggono vantaggio dal flusso turistico (principalmente chi possiede terreni, immobili o grandi strutture ricettive), molti altri (residenti a basso reddito, lavoratori stagionali, ecc.) si trovano
Grazie Mr o Ms Chat, Mi confermi quello che scrivo da tempo.
Scusate, ma certe cose fanno proprio ridere. Il (presunto) Alberto P. in realtà si chiama Mario e si fa scrivere i commenti da Chat GPT…. ma si dimentica di cancellare il prompt! (“ChatGPT ha detto: Perfetto, Mario. Ti propongo una versione aggiornata che riprende esplicitamente il riferimento al commento precedente e la questione del bando:”)
Alberto P come mai il popolo sardo non percepisce tutti questi benefici da lei descritti
Egregio Alberto, io non ho motivazioni occulte. Sic stantibus rebus, la Delta costa il doppio ed è probabile che possa costare molto di più. Per il resto, Lei ritiene che sia un collegamento transoceanico per la Sardegna; io penso che lo sia per i soli hotel della Cosa e non per tutti. Non c’è bisogno, nel dissenso, di attribuire agli altri secondi fini.
Professore,
sono d’accordo con quello che scrive e la ringrazio per aver sollevato il tema. Aggiungerei però un punto che per noi sardi è ormai diventato un problema quotidiano: la mancanza di continuità internazionale vera.
Credo che nessun Paese europeo garantisca per legge la coincidenza fino ai voli intercontinentali, e questo è vero, ma se continuiamo ad affidare la continuità territoriale solo a compagnie minori, resteremo sempre fuori dalle reti globali. Con ITA, piaccia o no, facevamo parte di un hub nazionale: si poteva comprare un biglietto unico Cagliari–Roma–New York ed essere protetti in caso di ritardi.
Ora che ITA si è tirata fuori, siamo automaticamente tagliati fuori anche da quella protezione.
Capisco che non sia semplice per via delle regole UE sugli aiuti di Stato, ma una soluzione si deve trovare. Altrimenti succede quello che è capitato a me di recente: per un volo per gli USA alle 9:30 di mattina sono stata costretta a dormire a Roma la notte prima, per non rischiare di perderlo.
E penso anche a due giovani passeggeri canadesi che ho incontrato in aeroporto: dopo un volo da Toronto per Cagliari sono stati costretti a spendere altri 600 dollari canadesi ( circa 360€) solo per spedire in stiva il bagaglio sulla tratta Roma–Cagliari.
Siamo all’assurdo: servono soluzioni strutturali, non interventi occasionali….
signor Vinicio la prossima tappa sarà Cagliari per accontentare il i grandi gruppi del sud Ovest e sud est e area Metropolitana dove stanno nascendo alberghi a cinque stelle e c’è anche l’area della fiera in ballo
Caro Vinicio,
forse ti è sfuggito il mio commento di ieri, ma ci tengo a ribadirlo: in questo caso non sono stati spesi denari pubblici. L’operazione del volo diretto è stata portata avanti da una compagnia aerea in totale autonomia, senza contributi regionali o statali.
Quanto al merito della questione che poni, capisco bene le tue perplessità: a prima vista sembra che i benefici ricadano solo su chi ha un hotel, uno stabilimento o un ristorante in Gallura. In realtà, il turismo e i collegamenti internazionali producono effetti indiretti e catalitici che vanno molto oltre.
Effetti occupazionali: non solo camerieri e albergatori, ma manutentori, artigiani, agricoltori, trasportatori, fornitori di energia, logistica e servizi vari.
Consumo di beni locali: i turisti acquistano vino, formaggi, carni, pesce, artigianato. Quindi entrano in gioco agricoltura, allevamento, pesca e manifattura.
Entrate fiscali: più consumi significano più IVA, più imposte di soggiorno, più tassazione sugli utili. Queste entrate tornano alla collettività in servizi e infrastrutture.
Miglioramenti infrastrutturali: i flussi turistici giustificano investimenti in strade, aeroporti, servizi digitali, che rimangono poi a beneficio di tutti i residenti.
Effetto moltiplicatore (matrici leontieviane): ogni euro speso da un turista si “propaga” nell’economia, generando ulteriori 1,5–2 euro di valore.
In altre parole, il turismo non è un bancomat solo per pochi, ma un settore che alimenta a cascata molte altre filiere e contribuisce in modo sostanziale al PIL regionale.
È vero che ci sono aree della Sardegna che oggi intercettano più flussi di altre, ed è un tema su cui bisogna lavorare meglio in futuro. Ma dire che “non ci viene nulla” rischia di essere una visione troppo ristretta: l’impatto reale è più diffuso e, se ben gestito, può portare benefici a tutti.
Un caro saluto,
[tuo nome]
Vuoi che la risposta abbia un tono più istituzionale e formale (tipo dichiarazione pubblica) o che rimanga personale e discorsiva come in questa versione?
Hai detto:
il commento precedente. Dì che non sono stati spesi perchè (forse putroppo) al bando nuove rotte possono partecipare solo compagnie aeree eurpee (quindi non delta).
ChatGPT ha detto:
Perfetto, Mario. Ti propongo una versione aggiornata che riprende esplicitamente il riferimento al commento precedente e la questione del bando:
Caro Vinicio,
forse ti è sfuggito il mio commento di ieri: in questo caso non sono stati spesi denari pubblici, perché (forse purtroppo) al bando regionale per le nuove rotte possono partecipare solo compagnie con certificato europeo, e quindi non Delta.
Detto questo, comprendo bene le tue osservazioni e lo scetticismo. È vero: a prima vista sembrerebbe che i benefici vadano solo agli hotel, agli stabilimenti balneari o ai ristoranti di Gallura. In realtà, il turismo e i collegamenti internazionali hanno un effetto molto più ampio e diffuso, perché generano ricadute indirette e catalitiche su tutta l’economia regionale.
Occupazione: non solo camerieri e albergatori, ma anche manutentori, artigiani, agricoltori, trasportatori, fornitori di energia, logistica e servizi.
Domanda di prodotti locali: i turisti comprano vino, formaggi, carni, pesce, artigianato. Quindi entrano in gioco agricoltura, allevamento, pesca e manifattura.
Entrate fiscali: ogni euro speso dai turisti genera IVA, imposte di soggiorno, tasse sulle imprese. Risorse che ritornano alla collettività.
Infrastrutture e servizi: i flussi giustificano investimenti in strade, aeroporti, servizi digitali, che rimangono poi a disposizione di tutti i residenti.
Effetto moltiplicatore (matrici leontieviane): ogni euro speso da un turista produce in media 1,5–2 euro di valore complessivo nell’economia locale.
Per questo parlare di turismo come “vantaggio per pochi” rischia di non rendere giustizia al suo impatto reale: è un settore che, se ben gestito, alimenta molte altre filiere e contribuisce in maniera significativa al PIL della Sardegna.
Un caro saluto e grazie per il dibattito
dov’è la tanto amata trasparenza sbandierata in campagna elettorale dalla nostra amata Presidente, l’Assessore Cuccureddu ha sempre detto di fare la Sardegna a cinque-sei stelle super lusso dappertutto ultimamente si sta concentrando con i cammini religiosi , considerato che dovrebbe fare tre viaggi a settimana sarebbe interessante sapere quanti Sardi vanno a New York sicuramente è come dice lei Prof. serve alla costa Smeralda alla grande
…ecco perché volando pindaricamente ci stanno portando via il rally di Sardegna …..quello si un valore aggiunto e moltiplicatore della ns sconquassata economia. Ad oggi nessuna presa di posizione dell’assessore pindarici…
Come già scritto ieri. Denari pubblici (quindi nostri) sarebbero spesi a beneficio di pochi. Anzi, in questo caso, di pochi che fanno impresa (voglio essere buono, userei ben altre espressioni in altri contesti) in una specifica zona della Sardegna.
E qui la domanda che spesso rivolgo a tutti questi tifosi del turismo, pseudo pilastro della nostra economia (non lo è, si leggano bene i dati, repetita iuvant): ma a noi, esattamente, cosa ce ne viene? Al netto di quelli che festeggiano perchè il proprio conto corrente diventa sempre più grande, per capire meglio, potrei avere una lista di benefici che queste iniziative portano ad un normale cittadino che: non ha un hotel in Gallura; non ha uno stabilimento balneare in Gallura; non è un tassista che opera in Gallura; non è un ristoratore, sempre e solo in Gallura; non ha uno straccio di bar dove un caffè non costi meno di 30- 40 euro? Qualcuno ha una risposta? Io per ora ho una risposta: non ci porta una benemerita mazza. Ci sono due certezze, quindi. La prima è rappresentata dalla mazza di cui sopra; la seconda è che pochi, pochissimi, utilizzino quello che è di tutti (ambiente, strade, servizi, soldi, etc) per un tornaconto personale).
Dai, nell’ultima legge di assestamento leggo che è stata autorizzata L’ULTERIORE spesa di 350mila euro e, per l’anno 2027, di 80mila euro per gli interventi di promozione e comunicazione finalizzati alla destagionalizzazione dei flussi turistici attraverso
il sistema del trasporto aereo. Le vogliamo comprare un po’ di pagine del Fatto quotidiano o della Nuova Sardegna per fare promozione e comunicazione sull’ultima strabiliante iniziativa dei voli americani?
Caro Professore,
mi permetto soltanto una breve precisazione. Il collegamento diretto Olbia–New York non ha comportato alcun onere per le casse della Regione.
Come noto, il bando regionale riguarda esclusivamente i vettori con certificato europeo e quindi non poteva, per sua natura, includere Delta Airlines tra i potenziali partecipanti. Non è quindi un’operazione della Regione.
La compagnia statunitense ritengo abbia scelto di operare la rotta in totale autonomia, certamente incoraggiata dalle attività di promozione portate avanti dagli operatori turistici e dalla società di gestione aeroportuale, anche alla luce della significativa crescita degli arrivi dal Nord America verso l’Italia e la Sardegna.
In considerazione della forte rilevanza che il comparto turistico ha per il PIL della Sardegna, ritengo vada letta in una prospettiva diversa questa operazione: non come un costo per i cittadini, ma come un’opportunità per accrescere la visibilità internazionale dell’isola e generare nuovi flussi turistici, con ricadute positive sull’intero indotto.
Il tema, altrettanto cruciale, dei collegamenti aerei per i residenti ritengo meriti di essere affrontato separatamente, con strumenti specifici e mirati, senza confonderlo con operazioni di natura diversa come questa.
Con stima,
Alberto P.
Non so se la Corte dei Conti riuscirà a metterci becco, ma è un totale delirio.
Cose da pazzi scatenati.
“UN PUNTO DI SVOLTA…”?
Si;
nello sbagassamento del danaro pubblico.
Il discorso è diverso e anche meno “politico” . Un volo diretto è sempre piu’ comodo rispetto a quello con uno scalo che può comportare scomodità o disagi. Infatti da New York esistono voli diretti non solo per Roma e Milano ma anche per Torino, Venezia, Bari, Napoli e Palermo. Chiedetevi come mai. Inoltre le tariffe attualmente indicate sul sito Delta sono puramente indicative, poi ci penseranno l’algoritmo e l’andamento delle prenotazioni a regolarle. Al momento mi sembra una polemica inutile, dettata più cge altro da motivazioni politiche.
Eh, ma unu cuccureddu, mancari siat unu cùcuru bassu, eddu, est artu e vola in alto! At fatu unu “salto in alto”?!
Is Sardos giai no teneus de brinchidare o sartai: orrutos in terra, e de candho!, podeus sighire a pei, e a conca bàscia, fàcia a terra si no po sa bregùngia (sa nosta si podet giai cunsiderare “patrimonio dell’umanità”) ma ca no portaus sa fàcia de abbadiare in cara.
E unu si podet agiustare fintzes su sambenau, esémpiu Cuccurello, o fintzes nùmene e sambenau: Cùcuru Ello. De su restu, s’anàgrafe de s’istadu italianu at cambiau is nùmenes nostos totus a italianu e apustis aus cumpréndhiu e como dhos poneus noso etotu e deasi seus diventaos civiles, ma no at ischìpiu cambiare su sambenau e noso no dhu faeus ancora po ignoràntzia; ma como a cambiamentu de limba podeus cumpletare s’òpera furriandho su sambenau nostu a italianu e saremmo proprio alla pari: pentzai a su sambenau meu chi iat a èssere cosa giai fata a orrostu pronta a papare! Piticu su prexu! Salto in alto!
Per completare il ragionamento sul collegamento alternativo, oltre ai costi decisamente inferiori, se la prossima continuità territoriale finisse ad ITA, invece che a questa scomodissima Aeroitalia , si potrebbe imbarcare il bagaglio direttamente dalla Sardegna per NY e partire non solo da Olbia ma magari anche da Cagliari, aeroporto che per la maggior parte di noi sardi è più comodo.
Tu vuoi fa’ l’americano..🪗🪗