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Cronaca di una fuga – Buenos Aires 1977

Posted on 16 Maggio 200722 Agosto 2017 By Paolo Maninchedda

Negli ultimi anni diversi film hanno raccontato la dittatura Argentina – periodo che va dal 1976 al 1983 – e il dramma dei desaparecidos, ve ne segnaliamo alcuni fra i più significativi: La notte delle matite spezzate (1986) di Héctor Olivera; Garage Olimpo (1999) di Marco Bechis; Hijos (2001) di Marco Bechis; Kamchatka (2002) di Marcelo Pineyro. Il 4 maggio è uscito nelle sale, solo in 20 copie, Cronaca di una fuga – Buenos Aires 1977 di Israel Adriàn Caetano, regista uruguaiano.
Il film racconta la rocambolesca fuga avvenuta il 24 marzo 1978 di quattro ragazzi detenuti illegalmente nella Mansiòn Seré, una casa ubicata nella periferia di Buenos Aires, utilizzata dalla polizia segreta per torturare i dissidenti. Ispirato alla drammatica vicenda di Claudio Tamburrini, studente universitario e portiere di una squadra di calcio di serie b il San Lorenzo de Almagro, arrestato con l’accusa di essere un fiancheggiatore dei guerriglieri ribelli. Tamburrini ha raccontato la sua vicenda in un libro dal titolo: Paso libre – La fuga della Mansiòn Seré. Il regista sceglie di non mostrarci le torture subite dai prigionieri, lo spettatore può solo intuirle e sentirle. Le vittime sono sempre bendate, non vedono mai i loro aguzzini, lo spettatore, invece, sì. Sono visi azzeccati, inquietano, incarnano la ferocia del male. Una regia asciutta, con l’utilizzo della camera a mano che segue i protagonisti, ci porta alla fuga dei quattro prigionieri; è uno dei momenti più intensi del film: in una notte di pioggia torrenziale, i quattro, nudi, si calano da una finestra e scappano, senza sapere dove andare, verso l’agognata libertà.
Cronaca di una fuga è quel genere di film che si può definire necessario, serve a non dimenticare tragedie accadute sotto gli occhi di un mondo che troppo spesso, purtroppo, li ha colpevolmente chiusi. Ricordiamo che tre mesi dopo la fuga di Tamburrini e degli altri tre compagni, l’Argentina, nel silenzio assoluto, anzi, con la complicità di tutti, organizzava il suo mondiale in casa e lo vinceva, festeggiando per strada, mentre i militari arrestavano e facevano sparire gli oppositori al regime di Jorge Videla.
Claudio Tamburrini, oggi, vive in Svezia, paese che gli concesse asilo politico, insegna filosofia. Ha dichiarato di continuare a festeggiare il 24 marzo, giorno della sua fuga, perché lo considera il successo più grande della sua vita. Come dargli torto!

Di Israel Adriàn Caetano, con Rodrigo De la Serna, Nazareno Casero, Lantaro Delgado, Matiàs Mormorato.

di Mario Cadoni

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