Ieri salivo le scale della facoltà, perfettamente concentrato sulla prova da sforzo quotidiana cui le sei rampe sottopongono il mio cuore, quando incontro una collega che non vedevo da molti anni. Convenevoli e poi il colpo mortale: “Ti ricordavo con più capelli”.
In cuor mio dico: “Cosa c’entrano adesso i capelli?”. Rispondo passandomi la mano in testa e dicendo un imbarazzatissimo “Davvero?”.
“Sì, sì, eri più fulvo e anche più dritto l’ultima volta che ti ho incontrato”.
“Azz!, penso, pure più dritto!”.
Ci salutiamo.
Più curvo che mai affronto l’ultima rampa di scale e qui il mio condominio, cioè l’insieme dei soggetti che costituiscono la mia coscienza, mette su un’assemblea che mancu li cani, come dicono in Gallura.
E quello che dice che gli integratori non servono a nulla, e l’altro che dice che la poltrona dello studio è sbagliata, e l’ultimo, il più tirrioso, che ricorda che ogni anno mi iscrivo in palestra e poi finisco al Poetto perché i luoghi chiusi mi innervosiscono e che poi al Poetto finisco in spiaggia, con i piedi in acqua, a guadare il mare e a non fare nulla. Insomma, un putiferio.
Mentre supero gli ultimi scalini, interviene l’esteta, l’emarginato di casa. Il quale mi ricorda che mi vesto da schifo, che basterebbe un abitino più sagomato ecc. ecc., che devo buttare le felpe ecc. e che devo cambiare il taglio dei capelli.
La citazione tricologica è stata la mia salvezza: si alza, con fare distratto, l’erudito, quello che una sera di carnevale, mentre ballavo con una signora mascherata che mi stringeva e toccava ovunque, mi fece recitare alcuni versi in provenzale che la eccitarono moltissimo perché “a lei piaceva tanto lo spagnolo”, e mi salva, mi distrae, mi riporta alle ricerche recenti.
Manco a farlo a posta, mentre apro le due porte di ingresso del mio studio ecco una tesista che mi arpiona: “Ma secondo lei guadeja, che cosa vuol dire?”.
“Azz!, penso, ci risiamo con i capelli, vuol dire proprio che faccio schifo!”
“La guedeja era il ricciolino di capelli che nel Seicento si portava sciolto o arricciato sulla nuca”.
Non mi molla:”Perché i preti non potevano portare i baffi nel Seicento?”.
Mi viene da risponderle: “E io che diavolo ne so di baffi?”. Ma io sono il professore: “Non mi risulta che non potessero portarli, c’era un divieto per le cose vezzose, per esempio non potevano portarli a punta, che è diverso”.
“Grazie mille”.
Mi siedo e non so più chi sono, troppe cose in testa, troppo affollamento nel cuore, troppi nomi e non si possono neanche mettere i piedi in acqua.
mi sa che proprio fulvo non lo sei mai stato, o almeno, io non ti ho mai visto
forse qualche carnevale…. ma neanche
È anche una espressione sassarese con l’unica differenza che cani si pronuncia “gani” quindi “ mancu lu gani.
Una precisazione doverosa. “Mancu li cani” non è un’espressione della Gallura,ma esclusivamente di La Maddalena (eppure lei è di casa lì,almeno in estate). Il significato è, qualcosa di inaccettabile in generale (immangiabile,inguardabile,non passabile etc.) cioè qualcosa di alimentare da buttar via che non mangerebbero neppure i cani. Ma c’era un rafforzativo,ora andato in disuso, manch’i cani d’à Barbagia. Come per dire non ne mangerebbe,non un cane qualsiasi, ma neppure i cani della Barbagia…. ritenuti più aggressivi e/o selvatici!!!😃😃😃 Giusto per una smorfia di sorriso.
Io mi sono iscritto in palestra e in una settimana ho perso una settimana.
Trancuillu, Paulu: ses “dritto” (ma in sardu ténneru) prus de unu preustinu de élighe! Vida longa e salude tenzas, ca nos serbis meda!
(E pro paragone pessa a unu pudhu ispilidu/ispinniau cun duas alas chi si est meda serbint a fàghere carchi brinchitu si lu salarzant e duas francas a… frascare in terra!)
……….hai visto cosa succede ad invaghirsi di Soru……,…?!?!?!!!
Un abbraccio
Pensi un po’ se le osservazioni della sua collega a lei le avesse fatte lei, Professore, alla sua collega.
Di cosa la avrebbero accusata?
E magari qualcuno ci avrebbe pure scritto un articolo, ché in Italia tutto, soprattutto le cose serie, finisce in farsa.
Coraggio Paolè.
Il mio cardiologo mi ha detto:
– Palestra? Ma cosa ti vai a respirare il sudore degli altri….
Mangia bene e cammina.
Effettivamente, della mia acqua sporca in testa non abbiamo parlato
Gentile Prof. Andavo in cerca di un buon inizio di giornata, con lei mi trovo sempre bene, tra condomini e solida presa di coscienza. Grazie
Il suo io nascosto, quello che nessuno può scrutinare, che le dice prof.? Di se stesso? Degli altri? Si occupa di capelli?