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Caro Francesco Pigliaru, quanto è amara la verità sulla sanità

Posted on 12 Dicembre 201812 Dicembre 2018 By Paolo Maninchedda

Ieri la Corte dei Conti ha reso noto e ufficiale ciò che noi ripetiamo da anni: la spesa sanitaria non è stata controllata adeguatamente questi anni, i servizi sono peggiorati, il dominio politico della sanità è aumentato anziché diminuire. La relazione dice cose molto più gravi del solo incremento del costo dei dispositivi medici; dice soprattutto che la sanità ha sempre fallito gli obiettivi di spending review che le erano stati attribuiti.
Mi rivolgo direttamente a Francesco Pigliaru. Abbiamo iniziato questa legislatura all’insegna dell’efficienza e della meritocrazia e tu hai assistito senza battere ciglio alla partecipazione di due ex capi di gabinetto dell’Assessorato della sanità alle selezioni per strutture complesse, conclusasi puntualmente con la loro vittoria; hai assistito alla partecipazione dell’attuale Direttore generale dell’Assessorato della Sanità alla selezione per la direzione dei distretti ospedalieri, puntualmente congelata non si sa bene in attesa di che cosa; tu hai voluto più di ogni altro la nomina di Moirano alla direzione dell’Ats come garanzia dell’autonomia gestionale rispetto alla politica e il risultato è sotto gli occhi di tutti, con l’impudente pubblicazione del bando per i primariati guarda a caso sotto elezioni, una cosa degna della peggiore tradizione cattocomunista di dominio delle istituzioni. Tu hai assistito con la consueta abilità scansatoria alle vigliacche accuse di clientelismo mosse nei nostri confronti negli anni scorsi (e oggi, tutto questo, dov’è?) ma non hai guardato all’evidenza che ti passava sotto gli occhi di un dominio politico della sanità che dovevi impedire e bloccare perché avevi il potere di farlo.
Poi ti sei iscritto al Pd, come un soldato che va a Dunkerque, mi avevi detto.
In guerra ciò che conta non è il luogo dello scontro, ma la bandiera.
Io mi sto schierando e sacrificando per cambiare l’ordine dei poteri in Sardegna. Tu dove sei? Non ti si vede.
Noi stiamo andando alle elezioni per rappresentare un nuovo ordine delle cose, non per confermare i poteri e gli squilibri esistenti. Tu con chi stai? Ti sei integrato nei poteri esistenti o riesci ancora a vederne il puzzolente marciume che emana da loro e del quale non mancammo di parlare anni fa? Ti ricordi ancora che ci dimettemmo pressoché insieme per contrastare una deriva autoritaria? Ebbene, oggi c’è la deriva paludosa.
Tu, che fai, ti ritualizzi nelle direzioni di partito?
Sotto il tuo governo si è affermato un sistema di potere inefficiente che il prossimo governo della Sardegna non mancherà di adottare e far proprio per fare esattamente le stesse cose sbagliate ma a proprio vantaggio.
Le Primarias sono questo: la legittimazione per una proposta pacifica, legale, ma totalmente rivoluzionaria. Niente più come prima.
Io ho lasciato appalti da fare (finalmente ho visto partire quello su Viale Marconi, sarà il vento elettorale o altro, ma almeno è partito); in sanità, il tuo governo, lascia in eredità una ragnatela di dominio dell’uomo sull’uomo, ha insegnato che per fare carriera si deve fare militanza politica, ha distrutto ogni meritocrazia e l’ha sostituita con la zerbinocrazia.
Io sarò fissato con Mandela, con gli Armeni, con i Curdi, con i Catalani e gli Scozzesi, ma non so inginocchiarmi se non di fronte a Dio.

Politica, Primarias, Sanità

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