Skip to content
  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Cookie policy
  • Login
Sardegna e Libertà

Sardegna e Libertà

  • Home
  • Politica
  • Economia
  • Cultura
  • Lavoro e impresa
  • Cronaca
  • Salute
  • Ambiente
  • Stato sardo
  • Toggle search form

Writers, ribellione e cultura

Posted on 9 Settembre 202312 Febbraio 2024 By Paolo Maninchedda 4 commenti su Writers, ribellione e cultura

Avant’ieri il sindaco di Cagliari ha fatto pulire i muri e i plexiglas del Bastione S. Remy di Cagliari dai graffiti, dalle tag e da quant’altro li aveva deturpati.
Ieri, durante la notte bianca di Nuoro, diversi writers si sono cimentati nelle loro ‘opere’ (e a Nuoro c’è qualcosa di più che cosiddetti semplici ‘imbrattatori’).
Non ho capito nulla di questo mondo fino a qualche mese fa, quando, per vincere l’insonnia, ho letto un romanzo di Arturo Pérez Reverte, Il cecchino paziente. Poi ho letto tante altre cose (per lo più in inglese e spagnolo).

Bisogna entrare in un ordine di idee nuovo: non sono teppisti, sono ribelli. È diverso. Non colorano senza un perché. Non sono rivoluzionari, perché non hanno in mente un’ordine diverso delle cose da instaurare.
Sono ribelli, anarchici sociali senza essere anarchici politici.
Sono persone libere sofferenti, che parlano in immagini e lessico underground, che non cercano i soldi, come invece fanno molti rapper, venditori di rabbia per vile interesse.

C’è un nesso forte tra la lingua dei graffitari, l’insuccesso scolastico di molti giovani e il disimpegno sociale di tanti adulti che non vanno più a votare. Il legame è la rabbia dell’impotenza, la percezione dell’immutabilità delle strutture fondamentali, avvertite come soffocanti senza saper ben dire perché. I vecchi rinunciano, i giovani danneggiano, protestano, si isolano e competono per ottenere il ‘rispetto’ degli altri ribelli, inventano un nuovo campionato della nobiltà, del valore e del coraggio.

La vernice vera sui monumenti ha l’odore di una crisi profonda, rivela le avanguardie di una tensione che in altri paesi europei (soprattutto in Francia) sta già esplodendo sotto le forme terribili dello scontro tra etnie.

Un porco che non vola, è solo un porco, così scrive su un muro Sniper, il writer protagonista del romanzo di Pérez Reverte.
Verissimo.
La memoria è corsa al 1977, quando nel mio liceo leggevamo sotto i banchi le gesta di Rocco e Antonia in Porci con le ali. Noi non facevamo graffiti, ma ci interessavano solo tre cose: libertà, sesso e felicità.
Eravamo davvero porci con le ali.
Siamo riusciti a volare, ma non sappiamo più educare a farlo.
Adesso, quando guardo un graffito, spero che un giovane voli.

Politica, Vetrina

Navigazione articoli

Previous Post: Radioterapia e favorini
Next Post: “Alle armi!”. Quando si sparano cazzate per vendere un libro

Comments (4) on “Writers, ribellione e cultura”

  1. Maria Rita Cordeschi ha detto:
    9 Settembre 2023 alle 17:08

    Riflettevo sull’inutilità dell’ordine di ripulitura voluto dal sindaco di Cagliari (con ogni probabilità richiederà in un futuro non troppo lontano ulteriori interventi). Come sempre l’iniziativa di ‘risoluzione’ è drastica: eliminare ciò che disturba lo sguardo, ma che soprattutto, ci ricorda un senso di dis-ordine e forse anche di sporco. Cambiare lo status fa sempre problema a chi è abituato a respirare in stanze sempre poco arieggiate, dai confini sicuri e incrollabili.
    Perché, invece, piuttosto che eliminare, non viene mai in mente di provare a interpretare e tradurre, perchè in fondo, di linguaggio si parla? Sarebbe un occasione per entrare in dialogo con un mondo. Invece, davanti alla diversità talvolta oppositiva, la risposta monotona e comoda è sempre il livellamento al mio margine di “connottu”. Oltre non si va, perché chissà che cosa la vita potrebbe riservarci.
    Sì, è vero, i monumenti storici sono sacri, ma niente di ciò che è costruito dall’uomo è eterno, a volte sappiamo solo far sterili polemiche…
    Mi viene un paragone con il mondo della disabilità, col quale mi interfaccio ogni giorno (per fortuna!), e ogni giorno scopro sempre più ostacoli e barriere
    che impediscono una normale convivenza tra persone, perché il mondo lo si pensa sempre per quelli che hanno tutti i requisiti ok. Che bel mondo monocolore!
    I colori dei pennelli della street art forse ci ricordano la diversità ribelle, ma in fin dei conti un raggio di luce, apparentemente monocromo, contiene tutti i colori possibili, è solo la diversità della lunghezza d’onda a distinguerli. Dobbiamo solo imparare a navigare.
    Grazie prof!

  2. Jack ha detto:
    9 Settembre 2023 alle 10:23

    Faccio parte di quella comunità di lavoratori e studenti che viaggiano ogni giorno con il treno dai nostri paesi dimenticati al capoluogo. Finalmente dopo anni, e con la solita lentezza che ammorba il processo di rinnovo infrastrutturale di quest’isola, hanno sostituito con treni moderni (sempre lenti) i vecchi treni di 40 e più anni, che ad ogni viaggio ti riempivano i polmoni dei fumi della nafta.
    Già diversi convogli, neanche dopo un anno, sfoggiano le nuove livree disegnate dai writer, che non risparmiano i vetri e che spesso ci costringono a viaggiare come se fossimo in metropolitana: senza un paesaggio circostante da guardare.
    Capisco la ribellione, l’anarchia sociale, il disagio, ma inizio a non sopportarli più. Capisco che vogliono lasciare una traccia, che non vogliono essere ingredienti confusi di questa minestra di umanità, ma percepisco il loro modo di comunicare identico a quello di chi ti vuole imporre il proprio pensiero con le urla: prepotente. Non sopporto i prepotenti.

  3. Alfio ha detto:
    9 Settembre 2023 alle 08:23

    Finché il graffito colora il muro di una stazione, di un edificio in stato di abbandono o dà vita e colore a qualcosa di squallido può andar bene ma deturpare monumenti o edifici storici no, sas manos cancaradas, li farei arrestare e condannare a ripulire il danno

  4. pecora nera ha detto:
    9 Settembre 2023 alle 08:15

    Si los cundennamus a èssere animales, porcos, est ca no los cherimus cumprèndhere o ca, impitzados e apretados a cùrrere e a VINCERE no tenimus su tempus pro los cumprèndhere e pòdere èssere umanos, cristianos cun sas alas intreas (issos e nois, chi, chie de prus e chie de mancu, ma pesso meda prus de mancu chi no de prus, parimus dimónios cun sas alas currindhe a su corru de sa furca de s’impicu).

Comments are closed.

Cagliari, 27-30 aprile 2025

Racconta una storia sarda

Racconta una storia sarda

Vent’anni di Sardegna e Libertà, Nuoro, 21 luglio, ore 18:30

Racconta una storia sarda

Ultimi commenti

  • Tatanu su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Antonio su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Tomaso Cocco su Abbattuto il soldato Fercia
  • Francesco su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Arminio su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Mario Pudhu su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Paolo Maninchedda su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • angelo su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Marco Casu su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Silvana su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Bruno su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Arturo su Il buco nero della magistratura cagliaritana
  • Maurizio Muscas su Caso Becciu: il documento Parolin
  • Mike su Caso Becciu: il documento Parolin
  • Marco Casu su Caso Becciu: il documento Parolin

Nuove province per nuovi disoccupati eccellenti

Nuove province per nuovi disoccupati

Sardegna e Libertà si ispira culturalmente ai valori di libertà, giustizia, sostenibilità, solidarietà e non violenza, così come essi sono maturati nella migliore tradizione politica europea.

Sardegna e Libertà – Quotidiano indipendente di informazione online

Registrato il 7 novembre 2011 presso il Tribunale di Cagliari. Num. R.G. 2320/2011 – Num. Reg Stampa 8
Direttore responsabile Paolo Maninchedda

Copyright © 2022 || Sardegna e Libertà ||

Powered by PressBook Blog WordPress theme