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Uno stato tenuto insieme dai cerotti e dalla propaganda

Posted on 1 Aprile 20141 Aprile 2014 By Paolo Maninchedda 2 commenti su Uno stato tenuto insieme dai cerotti e dalla propaganda

cerottiIeri abbiamo fatto una bella riunione con Sel, Rossomori e Centro Democratico.
Al centro della discussione la proposta di riforma del titolo V della Costituzione proposta dal ministro Boschi. Eccola qui. Ovviamente ci si è concentrati sul pauroso neo-centralismo statale previsto dalla proposta di riforma dell’art.117. Il problema politico è che questa riforma in stile sabaudo-ricasoliano è proposta dal segretario del Pd. Il secondo problema politico è sapere che ne pensa il Pd sardo. Il terzo problema è che ne pensa la nostra coalizione che oggi governa la Sardegna: che ne pensiamo? Diremo qualcosa tutti insieme, Giunta e Consiglio?
Ma uno Stato si può riformare se esiste. Esiste davvero uno Stato italiano?
Ieri ho interloquito col Prefetto Giuffrida: un funzionario statale di altri tempi. Abbiamo fatto una fatica enorme a costruire un percorso che producesse un’azione efficace. È uno Stato davvero questo Stato che non riesce a trasformare la realtà?
Ieri ho incontrato l’Ance, l’associazione dei costruttori edili. Ovviamente mi hanno detto che sono stanchi di finanziare i lavori dello Stato. Mi hanno chiesto di pagare, di stappare la vasca dei residui. Ma io ho detto loro che ci aiutino a dire al Governo Italiano di darci le tasse versate dai sardi e non restituite alla Regione Sarda per i suoi investimenti e di alzarci il tetto del Patto di stabilità, in modo che io possa pagare i debiti della Regione. Noi Regione siamo costretti a decidere ogni giorno se pagare stipendi o imprese, e le imprese a loro volta devono decidere se pagare le banche e i fornitori, e non fallire, o gli stipendi.
È uno Stato questo Stato?
Nel frattempo, ho cercato di sbloccare la pratiche dell’APQ metano: 600 milioni di lavori bloccati. Bloccati da che cosa? Da uffici sottodimensionati dove impiegati volenterosi mettono una pezza a anni di incuria, per cui fanno piccoli passi quotidiani in avanti. Ci siamo organizzati per focalizzare questa emergenza e finalmente darle un esito positivo.  Non funzionano le procedure; ormai funziona solo la volontà e la motivazione.
In Giunta abbiamo approvato provvedimenti urgenti per i laghetti montani, i cimiteri e le strade interrotte: sembra il bollettino di un Paese uscito da una guerra.
Oggi invieremo alla Prefettura di Cagliari la lettera sulla 131 che ieri abbiamo illustrato al prefetto. Oggi, su questo argomento riceverò i sindacati.

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Comments (2) on “Uno stato tenuto insieme dai cerotti e dalla propaganda”

  1. Cosimo ha detto:
    1 Aprile 2014 alle 18:32

    A me pare che siamo in una situazione dove l’attenzione debba restare sbilanciata per la nostra casa. Dovremmo cercare di accorparci il più possibile. Si deve lavorare in questa direzione, dialogare con i gruppi in consiglio, oppure cercare i singoli dissidenti… i plotoni bipartizan o anche tripartizan, per come noi siamo frammentati, sono una macchina bellica imponente per le nostre possibilità, è troppo rischioso. Mi pare di intuire che la riunione con i gruppi sopra citati, stia confermando che qualcosa cominci ad attecchire… coltiviamo e rafforziamo queste forze. Anche perchè questi patti/accordi trasversali stanno per finire. A quel punto l’implosione sarà devastante.
    Lo stato certo che esiste, solo che è come un padre arteriosclerotico… esiste nulla più, anzi è pericoloso.
    Per quanto riguarda le tasse trattenute ai Sardi, non so se possa servire l’idea,… “tutta da elaborare–barattare i soldoni Sardi a tempo determinato”… con la possibilità di alzare la spesa.
    600 ml di lavori bloccati, domande che chiamano altre domande in un girotondo senza risposte… aiuto! Qua si è fermata la Mater Osteoporosa… avanti adagio con cautela.
    Voglio pensare in positivo: che i provvedimenti saranno ossigeno per qualche nostro fratello.

  2. Gianni Benevole ha detto:
    1 Aprile 2014 alle 14:54

    Creditori troppo generosi e pazienti! Di fronte a certe ragioni di credito non c’è patto di stabilità che tenga.

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