Skip to content
  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Cookie policy
  • Login
Sardegna e Libertà

Sardegna e Libertà

  • Home
  • Politica
  • Economia
  • Cultura
  • Lavoro e impresa
  • Cronaca
  • Salute
  • Ambiente
  • Stato sardo
  • Toggle search form

Tremila a metro quadro sono troppi, zero euro al mese sono un dramma.
Paradossi di ingiustizia del capitalismo sardo

Posted on 30 Marzo 201530 Marzo 2015 By Paolo Maninchedda 3 commenti su Tremila a metro quadro sono troppi, zero euro al mese sono un dramma.
Paradossi di ingiustizia del capitalismo sardo

costosodi Paolo Maninchedda
Venerdì sera, alle 18, si è svolto a Cagliari all’Exmà un interessante dibattito tra il sindaco di Cagliari Massimo Zedda e il candidato sindaco di Quartu Stefano Delunas. Ho imparato tante cose. L’unico punto rimasto intonso per ragioni di tempo è stato quello degli intellettuali, argomento spinoso sin dai tempi di Gramsci, il quale proprio ponendo la “quistione degli intellettuali” pose il tema del come vivere da riformisti (o da rivoluzionari come lui) in contesti non rivoluzionari ma democratici. Alla prossima, se qualcuno vorrà organizzare. Alla fine sono intervenuto io. Avevo una spina nel palato da mesi e sono riuscito a togliermela con garbo, doucement, direbbero i francesi.
Il capitalismo di Cagliari, quello cresciuto all’ombra del potere regionale, ha soprattutto due radici: la sanità e l’immobiliare. Spesso chi ha iniziato nella sanità è finito nell’immobiliare, o viceversa. Fatto è che sono settori che ‘risentono’ moltissimo delle scelte della politica e dei rapporti con la politica. Adesso non è il caso qui di rifare la storia e di cercare responsabilità, fatto è che quel mondo è finito, ma i suoi effetti sono tutti addosso a noi.
Gli effetti sono questi: il ceto medio ha abbandonato Cagliari ed è andato a vivere in periferia perché ha trovato le case più a buon prezzo; i poveri vivono nelle case comunali e in quelle dell’Area ma hanno giustamente bisogno che vengano rimesse a posto con soldi pubblici; i ricchi di un tempo hanno palazzi vuoti disseminati per Cagliari e continuano a proporre appartamenti in vendita a prezzi assurdi perché sono indebitati per quei valori con le banche; le banche fingono di credere che i loro crediti sono ben garantiti perché i palazzi dei loro clienti sono iscritti nei bilanci con i valori alti che fanno quadrare i conti, ma che non consentano che si vendano le case. Questo è il capitalismo finanziario in salsa sarda: un gioco di specchi fondato sul debito e sull’egemonia delle aree.
Ma non può durare. Le cae vuote sono un disastro per chi le ha, per chi le vede, per chi le vorrebbe comprare, per chi le ha pagate davvero, cioè le banche. Solo che bisogna dirlo con chiarezza: il mercato non regge case da tremila euro a metro quadro in su. Di queste follie bisognerebbe parlare con chiarezza, invece no. Questa palude viene ignorata e nascosta.
A fronte dei ricchi, protetti dalle banche, indifferenti al mercato, incapaci di cogliere le opportunità del mercato (la Regione ha costituito un fondo per l’Housing sociale di 37 milioni di euro proprio per favorire l’acquisto della casa da parte del ceto medio e le proposte languono), in attesa di tempi migliori che producano l’agognata rendita, abbiamo migliaia di persone espulse dall’industria che sono a reddito zero da mesi. Io da mesi vado ripetendo (e qualcuno mi pare lo abbia già ripetuto in pubblico) che o si affianca una garanzia adulti per i cinquantenni o non si ha il tempo di vedere i buoni effetti di Granzia Giovani e della Flexsecurity. Abbiamo bisogno, lo ripeto, di mantenere in vita i percorsi di utilizzazione e di sviluppare le grandi opportunità che derivano dall’impianto di nuove foreste. Ovviamente servono soldi pubblici, che scarseggiano. L’altro giorno (26 marzo) Poletti, senza la disponibilità (speriamo ben riposta) di Calabria, Sicilia e Sardegna a contribuire riprogrammando le proprie risorse (vedi comunicato della Conferenza delle Regioni), non avrebbe potuto impegnarsi per 500 milioni per pagare il 2014! E il 2015? È chiaro che servono soldi e che dobbiamo trovarli a protezione delle persone che è pressoché impossibile ricollocare. Ma se è giusto impegnare risorse pubbliche in ciò che il mercato non può produrre (la sicurezza per chi non viene riassorbito dal mercato del lavoro) è altettanto giusto pretendere che la ricchezza già prodotta (i palazzi) si mettano in movimento a prezzi sostenibili, in modo da rimettere in moto il ciclo della domanda e dell’offerta nell’area più popolosa della Sardegna, che ha bisogno più di libertà che di assistenza.
Non si può essere pigri o egoisti di questi tempi.

Politica

Navigazione articoli

Previous Post: Tirrenia:
più di qualcosa non va
Next Post: Oggi Giunta e Autorità di Bacino

Comments (3) on “Tremila a metro quadro sono troppi, zero euro al mese sono un dramma.
Paradossi di ingiustizia del capitalismo sardo”

  1. Fiori Antonella Maria Sabina ha detto:
    3 Aprile 2015 alle 07:56

    Gent.mo sig. Cocco, stamane non posso risponderle perché oberata di lavoro, ma le garantisco che più tardi lo farò. Buon lavoro, buona giornata e tante belle cose.

  2. Marco Maria Cocco ha detto:
    31 Marzo 2015 alle 12:23

    E’ proprio un bell’esempio di razzismo quello manifestato da Fiori Antonella Maria Sabina.
    Non ho visto pubblicato un blando ma propositivo pezzo sulla portualità e leggo di una persona che sa solo alimentare l’odio nei confronti di cittadini e connazionali sardi. La borghesia di cui parla la signora è fatta proprio da gente che con “Casteddu” non ha nulla a che fare e che nella mia Città esercita le pratiche peggiori.

  3. Fiori Antonella Maria Sabina ha detto:
    31 Marzo 2015 alle 06:52

    Condivido il suo commento sono secoli che le risorse di tutto il popolo sardo e dico TUTTO vengono fagocitate dalla borghesia di Casteddu!!! Se tale circolo vizioso non verrà interrotto ci sarà un’implosione. Saluti e buon lavoro

Comments are closed.

Sardegna: la musica delle parole, Cagliari, 2 dicembre, h 17:15

Ultimi commenti

  • Margherita su Medicina sarda: non guariremo mai
  • Sardo su Medicina sarda: non guariremo mai
  • Antonietta Usai su Medicina sarda: non guariremo mai
  • angelo su Medicina sarda: non guariremo mai
  • Titiro su Medicina sarda: non guariremo mai
  • Maria Grazia Dongu su Regione Sardegna: primo atto scritto in gechese
  • Rosa su Quelle con la parrucca
  • Iseppo su Regione Sardegna: primo atto scritto in gechese
  • Giulia Assunta Vinci su Regione Sardegna: primo atto scritto in gechese
  • Mario su Regione Sardegna: primo atto scritto in gechese
  • Enrico su Regione Sardegna: primo atto scritto in gechese
  • Alfio su Regione Sardegna: primo atto scritto in gechese
  • Domy su Quelle con la parrucca
  • M. su Quelle con la parrucca
  • Maria su Quelle con la parrucca

Referendum: un nobile ma duro confronto. Video

Elezioni regionali: iniziamo a parlare

Sardegna e Libertà si rinnova e indossa una nuova veste grafica. Più pulita, più semplice, più luminosa, per rendere la lettura più piacevole e coinvolgente.

Ci sono ancora dei particolari da mettere a punto, ma sostanzialmente il nuovo layout è pronto.

Sardegna e Libertà si ispira culturalmente ai valori di libertà, giustizia, sostenibilità, solidarietà e non violenza, così come essi sono maturati nella migliore tradizione politica europea.

Sardegna e Libertà – Quotidiano indipendente di informazione online

Registrato il 7 novembre 2011 presso il Tribunale di Cagliari. Num. R.G. 2320/2011 – Num. Reg Stampa 8
Direttore responsabile Paolo Maninchedda

Copyright © 2022 || Sardegna e Libertà ||

Powered by PressBook Blog WordPress theme