Il 6 settembre scorso, è stato abbandonato nel giardino antistante l’ingresso del Palazzo della Regione, in Viale Trento a Cagliari, un contenitore confezionato con nastro adesivo da imballaggi e con etichetta recitante “Croccanti sfogliatine”.
È scattato immediatamente un allarme; è stata delimitata l’area e subito emesso il seguente comunicato dalla Presidente della Regione:
«Il benessere e l’amore per la Sardegna e per il popolo sardo è ciò che mi guida, e che guida il lavoro della giunta del Consiglio regionale. Sono abituata ad avere la schiena dritta. Le minacce e le intimidazioni ci motivano ancora di più a proseguire a testa alta nel lavoro che stiamo facendo e a continuare a realizzare il programma per cui i sardi ci hanno votato ed eletto».
Dopo è accaduta una cosa che a mio avviso (io che non capisco nulla di sicurezza, ma che cerco spiegazioni razionali all’agire umano) ha dell’irragionevole. Le Forze dell’Ordine hanno collocato una carica presso il pacco e l’hanno fatta brillare (qui il video). Risultato? Il pacco conteneva cibo, quindi, tanto pirotecnico spettacolo ha svelato l’incredibile e terribile intimidazione delle patatine.
Due osservazioni, una di stile e l’altra di sostanza:
Sto trovando le dichiarazioni recenti della presidente Todde sempre più enfatiche, sempre più da comando militare della Prima Guerra mondiale, quello che diceva «La Guerra è un dovere» (andate a vedere l’ultimo film di Gianni Amelio Campo di battaglia, è un vaccino efficacissimo contro ogni retorica e contro il benpensantismo di chi sta bene). Ieri, sempre la presidente, dinanzi alla annunciata ennesima chiusura della Glencore, ha dichiarato: «Se la logica è solo quella del profitto, del profitto a tutti i costi, io sono capace di fare la guerra. Questa Regione è pronta a fare la guerra». Accipicchia che linguaggio, che vigore, che petto sempre teso! Teso verso che cosa? La guerra a chi? E con quale spirito di sacrificio? O si pensa che la guerra sia solo sparare; il più delle volte è non farsi sparare. Ma lasciamo perdere la Presidente della Guerra e torniamo all’enfasi.
È bastato un pacco di patatine per evocare l’amore per la patria, la schiena dritta, la testa alta dinanzi alle minacce e alle intimidazioni.
Ma di quali minacce si parla, di quelle dei salatini? Della mortadella? Della maionese? Ma dico, aspettare prima di parlare di intimidazione non sarebbe stato più misurato, più accorto? Cos’è questa retorica militaresca, l’anticamera della chiamata a raccolta, dell’essere pronti a coorte e da qui alla morte per la Patria? Non ci si accorge che l’enfasi ha un che di falso, di volgare e di pericoloso perché accende gli animi di chi non sa riconoscerla? Evidentemente no.
La Todde ha fatto la scelta del linguaggio patriottico e tanti saluti, dovremo rassegnarci anche a questa vuota retorica del falso eroismo.
Sul piano sostanziale, una domanda alle Forze dell’Ordine è d’obbligo.
Ho chiesto a almeno due capi di gabinetto della presidenza della Regione delle legislature passate e mi hanno detto che lettere anonime e i pacchi minatori sono sempre arrivati e che la prassi è sempre stata consegnarli alla Questura senza clamore. Questa volta, dopo il comunicato patriottico, abbiamo avuto anche la miccia che ha fatto brillare le patatine. Domanda: ma se dentro il pacco ci fosse stata polvere di cava, o dinamite o comunque un esplosivo, che effetto avrebbe avuto far brillare spettacolarmente il pacco di patatine? Si sapeva che non c’era esplosivo? E allora perché far esplodere i salatini? Viviamo tempi per i quali spettacolarizzare è un dovere? Se è così, viviamo tempi veramente patetici e pericolosi.
Egregio, Lei ha ben compreso che la Influencer Capo della Sardegna alza ed enfatizza i propri toni tanto quanto più è in difficoltà non avendo alcuna nemmeno vaga idea di come affrontare i problemi che ha di fronte.
La sanità è lo sfascio? Si impugna l’autonomia differenziata (senza trascurare di dare poltrone ai propri clientes).
La speculazione eolica è fuori controllo? Si approva un ddl che non serve a nulla mentre nella riunione che ebbe con il ministro per l’ambiente non un fiato le uscì per porre dei paletti alle iniziative (a cominciare dal tetto minimo di energia da produrre nell’isola).
La Glencore chiude (come se fosse una novità)? Si minacciano fuoco e fiamme contro l’azienda? E quindi? Si assumono in blocco i dipendenti? Si regala l’energia? Si acquisisce lo stabilimento? Naaaa. Non si può fare.
È tutta gassosa. E dopo Omissis di Tuono abbiamo anche Omissis di Todde.
Salute. Pardon …. Saluti.
Diceva Wilston Churchill “Nella guerra non devi riuscire simpatico ma devi aver ragione” purtroppo è quello che a qualcuno manca. Non basta solo presenziare sorridendo a tutti occorre altro. I nemici non si scelgono come fa la Todde nel proprio popolo si trovano alle porte di casa come capita all’ eroico popolo Ucraino . Della scelta dei suoi nemici poco mi interesso ma ho sempre constatato che i più insidiosi sono sempre gli amici per cui attendo che Grillo a breve come li ha creati così li dissolva. Riguardo al pacco penso che gli operatori di polizia non sono figli di un dio minore per cui se esplodono i giardinetti brutti di viale Trento poco mi frega essi hanno tutti i diritti alla sicurezza di tutti gli altri lavoratori. Se non si vuole danneggiare il prato verde si fornisca loro i robottini telecomandati che usano in Terra Manna.
Terribile.
Chi ha vissuto sulla propria pelle un atto intimidatorio, un attentato o ne ha visto gli effetti nelle persone colpite sa quanto è drammatico e irrisolvibile il segno che queste azioni lasciano. Su di te, su i tuoi figli, nulla resta immutato e nulla tornerà come prima.
Chi oggi si immola davanti a quello che potrebbe essere tutto fuorché un attentato non è meno criminale di chi li compie a regola d’arte.
Eh, eh, però una dimandha a totus, fintzas a sa Presidente: ma bos paret chi no bi cheret corazu a nàrrere «i Sardi» («il programma per cui i Sardi ci hanno votato») a mancu su mesu de cantos ant votadu chi fint pagu prus de su mesu de sos eletores? O bi cheret prus corazu a nàrrere “i pochi Sardi che ci hanno votato”?
e’ del tutto evidente che sapevano benissimo che in quell’involucro c’era pane e nutella, come ha detto il prof. se fosse stato il contrario l’esplosione avrebbe mandato a picco qualche barca ormeggiata in via roma, oltre ai vetri di tutte le attività commerciali. quanto alla continuità territoriale, ricordo quanto andava ripetendo in campagna elettorale la todde: la ras stanzia 25euro per ogni passeggero, mentre la corsica 300. ecco qua la ricetta da pane e nutella…ma qualcuno gliela può ricordare prima di fare merenda? BUFFONATE, ma a noi sardi piacciono…come quando vinse un presidente che in campagna elettorale promise un milione di lire a tutti i disoccupati e non era ne silvio, ne i cinquetasche, parliamo degli anni 80…
Sbaglio o la Glencore (Svizzera) vorrebbe installare nel Sulcis una fabbrica per il riciclaggio delle batterie per recuperare litio e altro, naturalmente lasciando a noi la spazzatura?
E questa dei licenziamenti minacciati cos’è se non un’intimidazione?
A chi non ha fantasia e progettualità , tutto serve per dimostrare di essere in vita .Se non vi fossero queste sparate puerili ,contro le ombre dell’inesistente ,forse non ci accorgeremo che c’è stato un cambio di guardia ,: gonfiare il petto ,sollevare la testa per nascondere …..il nulla ,!!!!!!! Fa condottiero ,!! Peccato che il popolo destinatario non se la fili perché occupato a contestarla
…a qualcuno patata …a qualcun’altra patatine …già detto ?
Ieri leggevo il testo di un comunicato pubblicato su Facebook e presumibilmente scritto da qualcuno che si sta occupando, si fa per dire, di trasporti e continuità territoriale. Stesso linguaggio, toni simili per non dire uguali: massimo impegno, impareggiabile passione, tutti in marcia, ci siamo, siamo qui e sempre saremo al vostro fianco, lavoriamo per il bene del mondo per non dire dei mondi, pure quelli che ancora dobbiamo esplorare e scoprire. Ma facciamo la foto di quello che vediamo, gli esiti di questa chiamata alle armi o di piegamenti a terra manco fossero i Navy Seals. Glencore disinveste, lo sta facendo da tempo e non ha smesso di pensare di farlo. Le ragioni sono note a tutti, da tempo. Speravamo anche ai consulentoni che albergano in viale Trento. In quattro mesi, quasi cinque, si capisce dagli esiti, non è stato fatto nulla che gli abbia fatto cambiare idea. Negli ultimi giorni però la nuova Giunta ha scoperto che Glencore non lavora come una ONG, non è un istituto di beneficenza e i suoi azionisti hanno il desiderio di produrre ricchezza. E per farlo hanno bisogno che la Portovesme Srl non registri perdite. Caspita! Una scoperta mica da niente. Ci sono voluti quattro mesi ma ci sono arrivati. Sulla continuità territoriale, lo spasmodico impegno ha prodotto, in ordine: un bando uguale ai precedenti; un operatore economico scelto in esito alla gara e che, non me ne vogliano, è senza storia (poco più di 2 anni), piccolo che più piccolo non si può, non ha che due- tre collegamenti internazionali e ha vinto con un super ribasso che speriamo non si rifletta sulla qualità del servizio (succederà, ma io lo spero lo stesso). Sempre in sintesi, peggio di prima. Queste le foto. Il resto sono chiacchiere. Chiacchiere e patatine. Esplose.
@ Grazia Costeri Grazie, correggo. Mi ha indotto in errore L’Unione on line.
Buongiorno, guarderò senz’altro il film di Amelio, grazie per il suggerimento. Devo segnalare che il virgolettato che annuncia la guerra al profitto appartiene alla stessa Todde, può ascoltarla nel video: https://www.unionesarda.it/news-sardegna/sulcis-iglesiente/rischio-di-centinaia-di-licenziamenti-alla-glencore-todde-regione-pronta-alla-guerra-sgcyy2cj.
Grazia