Lunedì la Giunta approverà un disegno di legge urgente che riguarderà tre cose principalmente:
1) la proroga dei termini per la messa in sicurezza dei laghetti artificiali montani ( i cosiddetti sbarramenti minori), utili per l’agricoltura e per la campagna antincendi.
Attualmente sono presenti nel database del “Catasto Dighe” di competenza regionale 481 sbarramenti di cui:
• 8 relativi ad istanze di nuova realizzazione;
• 89 relativi ad istanze di autorizzazione alla prosecuzione dell’esercizio (art. 25 dell’Allegato A della legge);
• 54 relativi ad istanze di approvazione tecnica in sanatoria finalizzata all’ottenimento dell’autorizzazione alla prosecuzione dell’esercizio (art. 26 dell’Allegato A della legge).
Per i restanti 330 sbarramenti censiti nel catasto dighe non risulta presentata alcuna istanza (cioè, non solo ragionevolmente non sono a norma, ma non hanno neanche iniziato la procedura per mettersi in regola).
Altro dato: rispetto alle istanze presentate ad oggi non è stata rilasciata alcuna autorizzazione. Questo accade in generale per l’inottemperanza da parte dei proprietari/gestori a realizzare gli studi e lavorazioni necessarie alla messa in sicurezza degli sbarramenti.
Lo scenario che si viene a produrre, se non si provvede alla proproga dei termini e al rifinanziamento della legge, è dunque il seguente:
• ai proprietari/gestori che hanno presentato istanza a norma delle legge 12/2007, ma non hanno ottemperato alle richieste istruttorie dovrà essere necessariamente dato il diniego alla richiesta di autorizzazione e conseguentemente prescritta la demolizione dello sbarramento come previsto dall’art. 5 comma 4 della legge. Inoltre, per diversi sbarramenti sono state riscontrate condizioni tali da non garantire la sicurezza, per cui è stato ordinato lo svaso talvolta parziale, talvolta totale degli stessi sbarramenti: per ragioni di sicurezza, dunque, si perde la risorsa idrica particolarmente preziosa per la campagna antincendi.
• ai proprietari/gestori che non hanno presentato istanza, in base a quanto previsto dall’art. 5 comma 2 legge, ad avvenuto controllo e verbalizzazione da parte del corpo forestale, dovranno applicarsi le sanzioni di demolizione e pecuniarie. Risultano numerosi i verbali trasmessi dal corpo forestale ai Geni Civili. Per questi invasi ad oggi non si ha notizia sullo stato di efficienza idraulica, statica e di manutenzione. Questa incertezza va a scapito evidentemente della sicurezza della popolazione.
Com’è stato sottolineato dalle associazioni di categoria degli agricoltori ed anche da parte di alcune amministrazioni comunali, l’applicazione della legge n. 12/2007 comporta uno sforzo economico e gestionale al quale sia il comparto agricolo, per il quale gran parte degli invasi sono destinati, sia il comparto pubblico non riescono a fare fronte per cui occorre rifinanziare la legge;
2) troppi comuni in Sardegna sono in emergenza sui cimiteri. Nel 2012 erano stati stanziati 4,2 milioni di euro per il triennio successivo. Durante l’approvazione della finanziaria 2014 lo stanziamento del 2013, su cui era stata già predisposta la graduatoria, era stato pressoché dimezzato in Aula, bloccando la procedura. Si tratta di rimettere a bilancio la somma originariamente stanziata, pubblicare la graduatoria e erogare i soldi.
3) dagli stanziamenti straordinari per le alluvioni e le frane erano incredibilmente esclusi alcuni interventi infrastrutturali (come quello sulla strada di Esterzili o sulla Strada Provinciale Cagliari-Carbonia) la cui mancata realizzazione mette oggi le popolazioni in una condizione di drammatico isolamento.
Speriamo che i capigruppo consentano l’ingresso in Aula del provvedimento subito dopo la discussione delle dichiarazioni programmatiche del Presidente.
A proposito di Cimiteri in Sardegna sarebbe bene che, oltre migliorare quelli esistenti, se ne costruissero dei nuovi anche nei centri dove un cimitero non c’è…vedi Cannigione!!!
Rispondo in merito ai cimiteri in Sardegna. il problema principale è solo uno, il regolamento di polizia mortuaria regionale, non lo abbiamo, facciamo riferimento a quello nazionale, ma in Sardegna abbiamo delle specificità ovvero cimiteri vicinissimi al mare, oppure in zone molto umide. Perchè non si obbligano i comuni ad acquistare loculi dotati di aereatori naturali, come prevede la legge, perchè puntualmente i loculi non vengono collegati a scarichi con carboni attivi e ci ritroviamo a vivere situazioni a rischio sanitario, datemi un’indirizzo email che vi mostro foto che vi faranno capire meglio. Perchè non parliamo di crematori consortili invece che siamo schiavi del crematorio di Cagliari e Sassari per non parlare del crematorio della Maddalena donato dalla Mercegaglia in occasione dei lavori sull’isola, un crematorio che funziona a gasolio. Tempo fa ho convinto un consigliere regionale a portare in aula la richiesta di una legge che serviva per dare un diritto ai SARDI ovvero la libertà di disperdere le ceneri derivate da cremazione in natura mare, laghi, fiumi ecc., ci sono riuscito la legge è stata approvata nel febbraio del 2012, la trovate sulle norme degli enti locali. In Sardegna purtroppo non si è mai pensato ai cimiteri, trasformandoli in luoghi tetri e ricchi di tristezza. un operatore del settore da soli 22 anni.
Grazie per l’attenzione.
Servirebbe anche qualcosa da approvare nei prossimi mesi, che riguardasse gli alvei dei fiumi e canali interni presenti in più comuni. Nel tempo, per questioni di varia natura, la mancanza di intervento ad opera degli organi preposti “pare che tale attività” non sia onere dei sindaci, si sono normalizzate situazioni particolarmente critiche con canali nei quali i rovi e addirittura gli arbusti di eta’ 5-10 anni, limitano il normale deflusso delle acque. La carenza di pulizia, non solo determina un potenziale problema idrogeologico, ma anche sanitario. Nella stagione pre estiva, le aree degradate sono prese di mira dai soliti ignoti che attuano lo sversamento di qualsivoglia materiale frutto di lavorazioni edili, eternit incluse, in prossimità di tali aree degradate. Inoltre, la presenza in taluni casi di carcasse animali, peggiora ulteriormente il tutto. Per non parlare dell’importanza delle campagne di disinfestazione anti-zanzare e sempre più anti-blatte, che vengono spesso meno per via del grado di incuria in cui versano certi piccoli canali prossimi ai centri abitati.
Per capire all’art. 25. autorizzazione al proseguimento dell’esercizio richiede: dichiarazione rilasciata da un ingegnere iscritto all’albo professionale da almeno dieci anni. invece art. 26. approvazione tecnica in sanatoria: Domanda corredata da una relazione tecnica a firma, per quanto di rispettiva competenza, di un ingegnere e di un geologo iscritti ai relativi albi professionali.
Scompare la dicitura di iscrizione all’albo da almeno 10 anni. Sembrerebbe che chi è regolarmente autorizzato, per la prosecuzione debba fornire questa garanzia, invece chi chiede la sanatoria no.