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Ponte Morandi e Sassari-Olbia: quando i morti sardi non contano

Posted on 23 Febbraio 202023 Febbraio 2020 By Paolo Maninchedda

Quante persone sono morte sulla Sassari-Olbia? 85 dal 1995 al 2011. Ad oggi siamo, tragicamente, vicini a 90.

Quante vittime sul ponte Morandi in un giorno? 43.

Per ricostruire il Ponte Morandi il governo italiano ha dato a un commissario poteri tali da derogare a tutte le leggi dello Stato, le stesse che impediscono di fare le opere pubbliche in tempi ragionevoli. Per la Sassari-Olbia li ha dati all’inizio e poi li ha subito revocati. Poi è tornata l’Anas, con tanti baciapile sardi e come nume tutelare il ministro dei Lavori pubblici, lo stesso che ha varato l’impraticabile Codice degli Appalti, cioè il più formidabile freno agli appalti mai entrato in vigore.

Una cosa è certa: in Sardegna i poteri commissariali si sono sempre accompagnati con corruzione (si pensi al G8 de La Maddalena, ma non solo).

Ma ciò non toglie che vi siano persone oneste in giro per la Sardegna, tecnici regionali formidabili, onesti in modo esemplare, capaci. Se avessi avuto i poteri commissariali oggi dati al commissario del Ponte Morandi (peraltro sacrosanti) avrei concluso la Sassari-Olbia in un attimo, essendo riuscito a farne ripartire i cantieri (tra cui la sistemazione del mondezzaio alle porte di Olbia) praticamente senza potere (e con le spalle politicamente scoperte verso l’Anas). E oggi, avendo il ruolo per averli, non chiederei alcun compenso, perché è un dovere finire quella strada, non un lavoro.

L’altro cruccio è lo scempio di Monte Pinu. Con poteri commissariali lo avrei rifatto a memoria.

Il terzo cruccio è il rischio idraulico di Olbia. Il Piano Mancini è giusto sotto il profilo idraulico, lo hanno confermato tutti. Ho lavorato come un matto, prendendomi insulti gratuiti, per proteggere Olbia, senza interferire mai con i tecnici, ma tenendo sempre alto l’obiettivo politico della protezione. Il mio successore ha concluso tutto magistralmente, senza mai violare il sacrosanto diritto al dissenso, ma anche senza restare inerti. Oggi la Regione dice a se stessa che il Piano va buttato in un cestino perché la Regione non sa dire alla Regione, cioè a se stessa, dove sistemare la terra delle vasche di laminazione. Olbia butta 165 milioni e tutto un percorso amministrativo concluso. Se ai tempi dell’alluvione si fosse nominato un commissario come per il Morandi, a quest’ora l’opera sarebbe già realizzata e Olbia sarebbe al sicuro.

Ciò che mi fa morire di rabbia è che i nostri morti non pesano, dalla Prima Guerra Mondiale a oggi. Questa logica della carne sarda da cannone, che data (in questo aveva ragione Lilliu) dai tempi dei romani, mi ferisce le carni.

Infrastrutture, Politica

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