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Perché lui può fare quello che vuole?

Posted on 19 Luglio 202225 Luglio 2022 By Paolo Maninchedda

Questa è il Decreto Presidenziale di nomina del Consiglio di amministrazione dell’Ersu di Cagliari.
Come si può leggere, il presidente del Consiglio regionale della Sardegna aveva individuato e comunicato i nomi dei componenti di competenza del Consiglio già il 21 gennaio 2022.
Solinas ha impiegato sei mesi a individuare il nome del componente di sua competenza.

La domanda è semplicemente la seguente: perché Solinas, unico esempio nella storia dei Presidenti di Regione, può fare quello che gli pare?

Nino Di Matteo, il magistrato antimafia, ha pubblicato con Saverio Lodato un libro che non è particolarmente bello né originale, una sorta di autodifesa della magistratura con pochissimi dati, molte opinioni e altrettante autoassoluzioni.
In questo libro egli teorizza in capo alla magistratura il dovere dell’accertamento di legalità.

A parte che si può anche non essere d’accordo, perché in nome di questo presunto diritto-dovere, la magistratura dovrebbe aprire indagini sugli altri poteri dello Stato solo sulla base dei propri sospetti, spesso più ideologici che reali.
A parte questo, sarei comunque curioso di sapere che cosa avrebbe fatto Di Matteo in Sardegna.
Posto che io ho patito per ragioni politiche (e cioè, per essere chiari, per la prossimità di alcuni ambienti giudiziari ad alcuni ambienti politici per cui chi era contro la prepotenza di Soru era sospettabile di reati, chi l’assecondava era invece lindo e pinto; chi contrastava massonerie e consorterie di Destra e di Sinistra, salottini di compagni e di fratelli, era indagabile per semplice raccolta di pettegolezzi diffusi, chi in quei salottini sedeva, vuoi in divisa, vuoi in grembiule, vuoi con la camicia rossa, era invece fatto salvo da tutto e da tutti) per cinque anni il cosiddetto controllo di legalità e i tanti magistrati e finanzieri (alcuni dei quali, dalla sintassi dei loro rapporti, di cultura imbarazzante) che impunemente e impudentemente mi hanno controllato, hanno sicuramente trovato difetti caratteriali nel sottoscritto e miliardi di peccati, ma nessuna colpa penalmente rilevante, mi chiedo se sia anche solo immaginabile che il controllo di legalità sia esercitato su questa Giunta.

Ovviamente la risposta è no, perché ormai l’abuso di ufficio è depenalizzato; perché l’acquisto di mascherine durante la pandemia a costi maggiori di quelli pagati nello stesso periodo da un’Asl sarda è un fatto pandemico; perché nominare i parenti dei magistrati non è un reato; perché nominare appartenenti alle forze di polizia è un merito; perché tenere commissari negli enti e facenti funzione nell’Amministrazione per l’intera legislatura è un’emergenza permanente che si giustifica da sola; perché tenere come commissari i pensionati e in virtù di questo escamotage pagar loro lo stipendio che va a sommarsi alla pensione è carità;  perché dare molti incarichi sotto soglia è forse furbo ma non è un reato; perché conquistare i titoli accademici con percorsi tortuosi è forse accidentato ma non penalmente rilevante; perché nominare nei ruoli regionali chi ha contenziosi con la Regione è soccorso umanitario; perché processare i propri dirigenti e punirli ingiustamente ed essere condannati dal Giudice del Lavoro è un merito; perché nominare i senza titolo e poi fare norme ad hoc per salvare queste situazioni dubbie è un merito; perché nominare al Servizio per la Valutazione Ambientale una persona che sta per andare in pensione è un merito ancor più meritevole se poi la stessa persona, contro il parere dei direttori di settore, boccia il Piano Mancini, è prevenzione idrogeologica; perché lasciare sguarnito di dirigenti il Corpo Forestale mentre si è nel pieno della campagna antincendi e poi scoppia l’incendio del Montiferru è una fatalità; perché devastare la sanità al punto che ormai i sardi si pagano di tasca ciò che prima era un diritto è un merito liberista; perché ottenere senza neanche chiederlo che nei processi si trascrivano solo le intercettazioni utili a colpire un certo mondo e non un altro (ve ne sono alcune, molto imbarazzanti per le Procure, che non avranno mai l’onore della pubblicità) è oculatezza; perché le spese fatte da certi politici sono indegna campagna elettorale, quelle fatte da altri sono nobili impegni istituzionali.

Per tutti questi motivi, la prossima volta che sentirò parlare un magistrato sardo di controllo di legalità, formulerò inviti direzionali, attingendo al lessico scurrile campidanese (che è più evocativo di quello logudorese).

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