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Novità per gli operai delle aziende fallite

Posted on 10 Marzo 201410 Marzo 2014 By Paolo Maninchedda 2 commenti su Novità per gli operai delle aziende fallite

lupoPurtroppo, le novità in Sardegna non arrivano quasi mai dalla Sardegna, ma dall’esterno, perché molti sardi, educati a pensare a se stessi come a dei cittadini ‘falliti’ o ‘abortiti’ , pensano che il compito di pensare spetti sempre ad altri, agli ‘altri’, quelli di ‘fuori’.
Sono anni che vado dicendo che l’unica possibilità di rilanciare il manifatturiero (cioè le fabbriche, perché senza fabbriche non c’è lavoro, posto che l’idea di terziarizzare tutta l’economia si è rivelata una grande fesseria) passa inevitabilmente attraverso un accordo tra lavoratori e imprenditori sull’impresa, sul costo del lavoro, sulla partecipazione dei lavoratori agli utili.
Adesso in Italia è stato fatto un passo avanti. Il 28 febbraio è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge 145 del 2013, il quale all’articolo 11 (Misure per favorire la risoluzione di crisi aziendali e difendere l’occupazione) modifica gli articoli 14-17 della legge 49 del 1985. In poche parole i lavoratori di imprese sottoposte a fallimento, amministrazione straordinaria, liquidazione ecc., possono esercitare, costituendosi in cooperativa, un diritto di prelazione per l’acquisto o l’affitto dell’azienda. A tal scopo, i lavoratori, una volta aggiudicatisi l’azienda, possono richiedere il pagamento anticipato degli ammortizzatori sociali che spettano loro (prima proprio i lavoratori che esercitavano il diritto di prelazione erano esclusi dalla possibilità di chiedere l’anticipazione, se assunti da aziende con personale fino a 15 dipendenti). La norma è ovviamente scritta ‘all’italiana’, per cui ci sono termini da rispettare, requisiti da possedere, istanze da presentare, ma apre comunque una possibilità nel mare di fallimenti che caratterizza il panorama sardo. Ora anche la Regione, il sistema cooperativo e il sistema finanziario legato al mondo cooperativo (che può e deve dare una mano), dovrebbero fare la loro parte, aiutare gli operai con spirito imprenditoriale a rilevare le aziende, impedire che le macchine vengano vendute, capitalizzare lo start up ecc. ecc.

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Comments (2) on “Novità per gli operai delle aziende fallite”

  1. Giampiero Meloni ha detto:
    10 Marzo 2014 alle 19:13

    Caro Paolo, questa è una bella notizia ma penso che servirà a ben poco; almeno per quelle realtà che al fallimento sono arrivate o stanno per arrivarci non per cause (dirette) da attribuire agli imprenditori perchè non tutti sono delinquenti, non tutti hanno i conti off-shore, non tutti hanno in mente la truffa, non tutti qui hanno avuto, stanno smontando e avviando nuove attività all’estero. Per certi versi è come la recente storia dei consiglieri regionali: non tutti e 80 sono risultati indagati, qualcuno si è distinto. Nel mondo delle piccole attività produttive le parti si ribaltano: pochi hanno fatto impresa con lo scopo della truffa e molti, al contrario, continuano a lottare per guadagnarsi il, pane, proprio come gli operai. Sai quante sono le società fallite per il solo fatto che l’imprenditore non è riuscito ad incassare i crediti in tempi normali ? Sai quante sono le società che stanno per fallire perchè lo stato non riesce a tutelare loro il credito che hanno maturato verso i loro committenti? Tantissime… eppure nessuno ne parla! La maggior parte delle aziende, nella penisola come in Sardegna contano pochi dipendenti, credo dieci/quindici di media. Sono come delle grandi famiglie, dove non vi è alcuna distinzione tra il dipendente e il datore di lavoro se non sulla carta. Si sta tutti sulla stessa barca, a condividere acque agitate e acque calme. Perchè a queste non pensa nessuno? Perchè di queste non se ne parla? Eppure sono queste piccole realtà che garantiscono il maggior numero di occupati. In casi del genere che pensi riescano a fare gli operai una volta che riscatteranno le società che si trovano in queste situazioni? Il fallimento è un destino assicurato anche per loro.

  2. Marco Maria Cocco ha detto:
    10 Marzo 2014 alle 12:00

    I tuoi stessi colleghi Professori universitari insistono sul fatto che la Sardegna non è in grado di autogestirsi, autofinanziarsi, programnmare e pianificare.
    Nel leggere il DL 145 molti diranno: finalmente qualcosa si muove! e ringrazieranno il Governo amico, quello Renzi, per un DL che non ha nemmeno partorito lui.
    PS: restiamo in attesa di conoscere la data del Congresso del nostro Partito dei sardi.

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