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Non capire un Tubo e pagare molto

Posted on 2 Febbraio 20192 Febbraio 2019 By Paolo Maninchedda

Avviso ai militanti e agli elettori. Continuiamo così: più piccoli incontri personali, più cellulari, più qualità, più rete e meno giornali e dibattiti tv: non servono a niente, la gente sa che non dicono la verità e ne prescinde.
Ieri in Ogliastra ho incontrato molte persone che mi dicevano di conoscere le nostre posizioni grazie alla rete e, addirittura, a Instagram. La libertà vince sulla manipolazione, ma la manipolazione fondata sull’ignoranza ripetuta, continua.
Prendiamo la questione della dorsale del gas in Sardegna.
Trovo che la sinistra e la destra italiane (parenti occulti) discutano di gasdotto come lo fanno i ricchi del mondo, cioè come se si trattasse di un semplice affare e non di una questione di diritto.
C’è una legge in Italia che dice che la vecchia Cassa conguagli può intervenire appunto a conguagliare tariffe troppo basse rispetto all’esigenza di equilibrio tra costi e ricavi, nelle sole zone a fallimento di mercato, purché la rete di quelle zone sia connessa alla rete nazionale italiana.
Cos’è un fallimento di mercato?
È quella condizione in cui ci sono così pochi utenti di un servizio (in questo caso il dispacciamento di energia), che per mettere in equilibrio costi e ricavi occorrerebbe applicare una tariffa altissima.
Le zone a fallimento di mercato rappresentano in Sardegna il 70% del territorio dell’isola.
Se partiamo dalle tariffe, cioè dalle tasche dei sardi, anziché dall’affarone o del tubo o dei rigassificatori (di cui, se non presidiamo noi per intero il ciclo dell’appalto, non rimarrà un centesimo in Sardegna), la prospettiva cambia.
E si scopre che anche con i rigassificatori il problema della tariffa in Sardegna sarebbe drammatico. Sarebbe bassa e sostenibile nelle zone ad alta densità demografica (Cagliari, Sassari-Porto Torres, forse Olbia), alta e insostenibile nelle zone a bassa densità demografica, cioè nei paesi.
Se parliamo di diritti e non di miraggi, la prospettiva cambia, e si scopre che o si ha il potere di dichiarare per legge la Sardegna connessa con la rete nazionale italiana (e dunque tale da godere dei contrappesi ai fallimenti di mercato) o si deve avere il potere di dichiarare il sistema sardo un sistema unitario che è regolato dalla Regione Sardegna. Insomma, per avere il diritto a costi energetici sostenibili, occorre avere nuovi poteri efficaci.
Ma a tutti piace dire Sì o No al tubo, perché è semplice, è facile tanto quanto drammaticamente inutile.

Energia, Politica

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