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Moirano e la questione morale

Posted on 14 Gennaio 201914 Gennaio 2019 By Paolo Maninchedda

Ieri il manager dell’Ats Fulvio Moirano ha rilasciato un’intervista di perfetta ipocrisia, un modello di dissimulazione che andrebbe studiato sul piano giornalistico e retorico, un testo di effimero maquillage etico dopo la bardana delle nomine.
Il senso è più o meno questo: “Decido io, la politica non c’entra e lo faccio secondo le procedure di legge. Chi dice il contrario è in malafede”.
Iniziamo dalla malafede.
È giusto che il controllore di Moirano, il direttore generale dell’Assessorato alla Sanità della Regione Autonoma della Sardegna, partecipi a una selezione per direttore di presidio ospedaliero indetta dal suo controllato, il dott. Moirano?
No, non è giusto.
È permesso dalla legge?
Sì.
L’innocenza legale è innocenza morale?
No. La storia è ricca di colpevoli impuniti, innocenti legalmente, ma colpevoli moralmente.
Che dire poi se il metodo del controllore che partecipa alle selezioni del controllato non è un caso isolato ma ripetuto?
In questa legislatura abbiamo avuto il primo capo di gabinetto dell’assessore Arru divenire prima commissario Asl e poi direttore di struttura complessa.
Poi abbiamo avuto il secondo capo di gabinetto dell’assessore Arru che anche lui è diventato, sottoponendosi alle selezioni del controllato Moirano, direttore di struttura complessa.
Ciò che è ripetuto, è metodo.
Chi doveva controllare l’operato di Moirano?
L’Assessorato alla Sanità, che però sottoponeva i suoi vertici alle valutazioni del controllato Moirano.
Non servono altre parole.
Si chiama questione morale.

Politica, Sanità

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