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Le pagelle degli ospedali pubblici – Nord Sardegna – Prima parte

Posted on 25 Settembre 202312 Febbraio 2024 By Paolo Maninchedda 2 commenti su Le pagelle degli ospedali pubblici – Nord Sardegna – Prima parte

L‘Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, ha pubblicato gli esiti della valutazione della perfomance manageriale degli ospedali italiani per l’anno 2021. Si tratta di una parte del vecchio Piano Nazionale Esiti che compara i livelli di efficienza dei diversi reparti ospedalieri con il livello medio nazionale.
Più si aderisce al livello medio nazionale di efficienza, più si è efficienti, più ce ne si allontana, più si è inefficienti e pericolosi per la salute dei pazienti.

La classifica del Corriere della Sera su dati Agenas

Se n’è accorto il Corriere della Sera che ha fatto una sintesi del rapporto, pubblicando la classifica dei migliori dieci ospedali d’Italia e anche quella dei peggiori dodici.
Nella classifica dei peggiori ci sono le due aziende ospedaliere sarde: l’AOU di Sassari (prima tra i peggiori per tempi di attesa per i tumori) e l’AOU di Cagliari.

Il dato è tale da incuriosire e sollecitare di andare a vedere il risultato delle altre strutture ospedaliere pubbliche. Il quadro è da disperazione e da terribile paura per l’attività di ospedali che in settori delicatissimi come l’oncologia e la chirurgia, ma in alcuni casi anche la ginecologia, si distanzia troppo verso il basso rispetto allo standard nazionale italiano.

Vediamo gli ospedali del Nord Sardegna.

Alghero

Come si può notare la ginecologia e la chirurgia generale sono in rosso, cioè hanno un’adesione allo standard nazionale molto basso.

 

 

 

 

 

Ma ciò che più stupisce è l’esito dell’ospedale Marino di Alghero, che fa solo ortopedia e pur

facendo solo questo è in rosso, cioè si distanzia notevolmente dagli standard nazionali.

 

 

 

 

Sassari

Il dato impressionante delle Cliniche sassaresi è che sono in rosso la ginecologia e la chirurgia generale, cioè i reparti che fronteggiano le nascite e gli interventi chirurgici più banali ma anche più comuni.

 

 

 

La debolezza chirurgica delle Cliniche non è compensata dal SS. Annunziata che ha comunque un dato basso in chirurgia e molto basso in chirurgia oncologica.

 

 

 

 

 

Ozieri

Ecco qua, Ozieri è una grande macchia rossa, con l’oncologia non classificabile. Non servono commenti.

 

 

 

 

 

Tempio

A Tempio ci si può rompere un braccio (e anche con risultati di efficienza medi, non eccelelnti), ma guai ad avere un infarto o un’emorragia.

 

 

 

 

 

Olbia
A Olbia, invece, si può avere un infarto ed essere ben curati, ma se si ha un tumore o un’occlusione intestinale o se si deve partorire si rischia: la chirurgia è in rosso, l’oncologia ha un dato di efficienza basso come la ginecologia.

 

 

 

 

 

La Maddalena

La Maddalena non è valutabile. Ognuno tragga le sue conclusioni

Politica, Vetrina

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Comments (2) on “Le pagelle degli ospedali pubblici – Nord Sardegna – Prima parte”

  1. Alberto Mario ha detto:
    25 Settembre 2023 alle 12:17

    Ho trovato molto interessante la sezione dedicata ai “tempi di attesa” per l’area “tumori maligni” https://stat.agenas.it/web/index.php?r=public%2Findex&report=11.
    In Sardegna, nel pubblico, si è passati dal 50,7% di interventi in classe A assegnati in 30 gg sul totale interventi in classe A del 2019 al 47,8% del 2021, contro un dato per il privato accreditato che era dell’88,9% e che va al 92,5% (correlazione?).
    Il dato incrociato con lo “indice di fuga” (nome omen) riportato nel Focus della Mobilità per Patologie Oncologiche https://stat.agenas.it/web/index.php?r=public%2Findex&report=15 mostra poi che la “fuga” è particolarmente elevata in % nel settore privato accreditato e meno nel pubblico, dove comunque per alcune tipologie di tumore, se se ne ha la possibilità, è meglio “scappare a gambe levate” e non “farsi toccare” nella nostra isola.
    Qualcuno potrebbe obiettare che il saldo della “mobilità totale dei ricoveri” https://stat.agenas.it/web/index.php?r=public%2Findex&report=10, che indica “la fuga dei propri assistiti, verso strutture sanitarie, pubbliche e private accreditate fuori dalla propria Regione”, è migliorata passando dai -44,56 Mln del 2019 ai -34,47 Mln del 2021, ma non bisogna farsi trarre in inganno, perchè è evidente che con il COVID (2020) non è stato possibile andare fuori a curarsi e, infatti, il confronto 2020-2021 (da -30,01 Mln a -34,47 Mln) mostra un riavvio del fenomeno che troverà sicuramente conferma nei dati 2022 appena disponibili.
    Insomma, come si dice “il quadro è da disperazione”.

  2. Fabio ha detto:
    25 Settembre 2023 alle 09:11

    Sarebbe stupefacente che qualcuno si stupisse della situazione a Sassari . 4 Direttori Generali in 4 anni scelti su base personalissima dalla consorteria massonica che governa la sanità sassarese (e l’università), talvolta senza i requisiti di legge e privi di qualsiasi esperienza specifica nel campo. A cascata il resto. Liste di attesa fuori controllo, Atto Aziendale inventato a cena, Assessore che va e viene mostrando una chiara preoccupazione per il suo futuro, interessi personali che confliggono con l’interesse personale di chi dovrebbe gestire, etc. Ma c’è mica il tempo per pensare ai malati!!

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