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La fisica delle particelle a Sinistra

Posted on 20 Dicembre 202228 Dicembre 2022 By Paolo Maninchedda 6 commenti su La fisica delle particelle a Sinistra

Scrivo da malaticcio e quindi scrivo male. Me ne scuso con i miei pochi lettori. Ma oggi è urgente scrivere.

Si può leggere sui giornali di ieri e di oggi una certa enfasi nell’annuncio della costituzione del gruppo di Sinistra italiana-Verdi in Consiglio regionale, realizzato dalla fusione tra i provenienti da Leu e tre consiglieri eletti nelle liste dei Progressisti, la formazione della sinistra sarda che fa capo a Massimo Zedda, Francesco Agus e Luciano Uras.
Non intendo parlare delle scelte dei consiglieri regionali, ma dell’enfasi dei mezzi di comunicazione su questa scelta.

In sostanza, il nuovo gruppo si costituisce, a detta dei fondatori, sull’esigenza di ‘stare dentro un partito nazionale’ italiano. Viceversa, i Progressisti sarebbero un’esperienza politica tutta sarda.

Posto che se c’è una cosa sinistrata in questo momento è proprio la sinistra italiana, smascherata dai recenti fatti di cronaca nella sua superficialità e mondanità nello scegliere i candidati con intenti da specchietti per le allodole, come pure nell’autoassolversi rispetto all’uso spregiudicato delle proprie relazioni e influenze, non si può non registrare, a livello italiano, una certa tendenza a riconoscersi nella sinistra italiana da parte di quelli che, come si diceva un tempo, hanno il portafoglio a destra e il cuore a sinistra.
E dunque, perché i giornali hanno così enfatizzato un banale episodio di iscrizione di sardi a un partito italiano un po’ male in arnese? La risposta è semplice: perché i giornali sardi sono intimamente sabaudi, sono insularisti e folkloristi quando si tratta della Sardegna e nazionalisti quando si tratta dell’Italia.
A me corre l’obbligo morale di difendere l’esperienza dei Progressisti e, con loro , l’esperienza di tutti i sardi che non si arrendono ai durissimi processi di omologazione in atto.

Dietro i Progressisti ci sono due storie. La prima è quella che affonda le proprie radici nell’autonomismo spinto di Luigi Cogodi e di Luciano Uras, una radice che portò questa componente della sinistra sarda ad essere co-fondatrice di Federazione Democratica, un simbolo che bisognerebbe far rinascere, cioè il luogo tutto sardo dove socialisti, cattolici democratici e post comunisti non stalinisti si rifugiarono dopo la crisi degli anni Novanta.
Quell’esperienza aveva un pensiero e una strategia.
Il pensiero era socialista, liberal-democratico, sardista, azionista e federalista.
La strategia era creare un soggetto politico sardo inclusivo, cioè intimamente plurale, capace di dare un luogo a quanti convergevano politicamente sui diritti-doveri della Nazione Sarda (concepita in modo aperto, euromediterraneo) e venivano invece divisi dai confini della geopolitica italiana.
Oggi manca un luogo della sinistra azionista in Sardegna, diversa da quella post marxista e post cattolica. Manca un luogo per i federalisti, per i liberali progressisti. Manca questa casella, non quella dei centristi di sinistra che è occupata dal Pd.
Il cuore di questo luogo è la Nazione Sarda, il luogo tradito dal Psd’az di Solinas.

La seconda è l’esperienza politica e amministrativa di Massimo Zedda che, da sindaco della città capoluogo, è stato capace di spostare su posizioni più avanzate parte significativa della borghesia cagliaritana, indebolendo così il nucleo conservatore e antisardista più forte che operi in Sardegna. Dai tempi di Angioy questo non era più accaduto. È una novità che va coltivata, perché se Cagliari diventa meno nera, la Sardegna respira.

Nel 2019 queste storie si impegnano sulla candidatura alla Presidenza di Zedda e su questa sacrificano, facendo a mio avviso un errore per se stessi e un favore a una parte retriva del Pd di allora, ogni attenzione verso i poteri e i diritti della Sardegna, connotando interamente la competizione sarda come semplice articolazione locale dello scontro italiano tra Destra e Sinistra.

Concluse le elezioni, le radici culturali sono riemerse e i Progressisti sono rimasti l’unica forza politica sarda che faccia politica nella società, con sedi aperte e popolarmente frequentate, con riunioni, con relazioni sui problemi. Non solo. Pur corteggiati da tutti, sono rimasti distanti, definiti da un loro nome e aperti a collaborare sui programmi con le forze democratiche e progressiste. Sono una forza sarda. Hanno riaperto il dialogo sulla Nazione Sarda, cosa che ancora il Pd non fa.

Noi non sappiamo dove porterà il confronto sulla Nazione Sarda, ma almeno è un cantiere aperto.
In Sardegna si sente la necessità di preparare una lista di liberi, con mille diverse provenienze, che vogliano impegnarsi per restituire dignità alla Sardegna. Vedremo se si riuscirà a farla, ma una cosa è certa: ciò che la rende allettante non è la bandiera della sinistra, ma quella della Nazione Sarda, cioè la capacità di stare insieme, da diversi, sotto un comune interesse nazionale sardo.

A questo cantiere, che se solo la crisi del Pd si evolvesse verso qualcosa che va oltre il Pd, diverrebbe un qualcosa di entusiasmante e mai vista prima, i giornali non dedicano interesse. All’ennesima adesione di consiglieri regionali a un partito italiano, viceversa, si riservano onori.  Questo è il punto. L’informazione in Sardegna riconosce solo su connotu. Il nuovo non le interessa. Noi, invece, ne difendiamo il diritto all’esistenza.

Nazione Sarda, Vetrina

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Comments (6) on “La fisica delle particelle a Sinistra”

  1. G. ha detto:
    21 Dicembre 2022 alle 06:48

    In tema di fisica delle particelle, secondo il principio di indeterminazione di Heisenberg, se in questo momento volessi misurare con esattezza il valore dei politici di sinistra e la forza dei loro ideali, non riuscirei a determinarne l’onestà. 
    Profondamente arrabbiato e deluso

  2. Aspirante+concorsista ha detto:
    20 Dicembre 2022 alle 16:44

    con l’augurio di una pronta guarigione,confido che scriva sull’argomento https://www.unionesarda.it/economia/sperpero-di-soldi-pubblici-per-bandire-il-concorso-forestas-protesta-a-cagliari-onesytqz

  3. M ha detto:
    20 Dicembre 2022 alle 15:56

    Stante la consapevolezza che … è sbagliato,

  4. M ha detto:
    20 Dicembre 2022 alle 15:54

    Proviamo a cambiare i termini della questione. C’ è una ampia fetta della popolazione che non ha rappresentanza politica. Esistono gruppi, partiti, persone, che dicono loro: ‘ è molto difficile. Versano in condizioni di difficoltà altri. Arriverà il vostro turno. Siete nei miei pensieri.’
    Stante la consapevolezza che far languire molti per agevolare pochi, è sperabile che si formi una forza politica capace di assumere questo compito e di portarlo a termine. Le giravolte da un partito all’ altro, da destra a sinistra, poi di nuovo da sinistra verso destra, non faranno avere sodali, se non quelli di coloro che sono abituati ad avere vantaggio ora dagli uni o dagli altri al potere. In questo modo ci si legano mani e piedi. La politica necessaria e virtuosa non sarà possibile. Il re è nudo vanno gridando i bambini.

  5. Franco+Sardi ha detto:
    20 Dicembre 2022 alle 12:49

    Sono stato colpito anch’io dall’enfasi comunicativa, che mi ha lasciato perplesso.
    Dopo solo tanta tristezza

  6. Mario ha detto:
    20 Dicembre 2022 alle 09:16

    Est su “cantieri” de sa Natzione Sarda su chi tocat a abbèrrere e contivizare s’àrbure irraighinada de sos Arboreas, ancora birde ca serbit su birde de sa vida, de sa dignidade e de sa libbertade e responsabbilidade personale e colletiva!
    E no pro fàghere sas balentias chi noche at cravadu in conca s’Itàlia cun sas gherras suas (e totu sas gherras!!!), no a sighire a contivizare termovalorizadores tricolores de iscallamentu e disunione maca ifatu de sos ‘casinos’ e casinistas puru, ma contivizare s’unione netzessària de sa parte assolutamente prus manna de sos Sardos foras de sa gàbbias chi nos faghent dannu e a birgonza, a dipendhéntzia fintzas in su chi podimus e depimus detzídere e fàghere nois etotu.
    Sas ‘balentias’ de fàghere no sunt cussas de “Deus salvet su re” (mutatis mutandis) cun sos Sardos istérridos a tapeto e frundhidos in totu sas gherras, e mancu emigrados fuidos, de una terra fortunada e rica, peri su mundhu chirchendhe sa possibbilidade de una vida dignitosa, ma cussa de ndhe ndhe bogare sas capatzidades chi puru no nos mancant e a donzi modu depimus coltivare pro su chi nos serbit e faghindhe su chi nos serbit o podimus in logu nostru etotu.

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